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Alain de Keghel
Massoneria e Geopolitica
1717 - 2017
Prospettive Mondiali
Titolo originale dell’Opera:
La franc-maçonnerie dans le monde. 1717-2017
© Collection Pollen maçonnique, 2016
Dati numerici statistici aggiornati a:
10 febbraio 2016.
Traduzione dal francese a cura di Barbara de Munari
1° Edizione italiana, maggio 2018
ISBN: 978-88-943-117-6-1
© ETICA Associazione Culturale
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Proprietà letteraria ed artistica riservata.
È vietata la riproduzione, anche parziale,
sotto qualsiasi forma e tipo attualmente in uso,
senza il permesso scritto dell’Editore e dell’Autore.
Il paesaggio massonico internazionale è poco conosciuto dalla maggior parte dei Massoni.
Alain de Keghel traccia a grandi linee le oscillazioni della storia, per aiutare a decrittare e a rendere evidenti i complessi arcani di un’istituzione polimorfa.
Abbiamo oggi gli strumenti utili che ci permettano di cogliere le varie poste in gioco, con le quali l'Ordine massonico si è confrontato, tre secoli dopo la creazione della prima Gran Loggia a Londra nel 1717?
Niente di meno sicuro. Tra "declinologia", per gli uni, e fantasmi sulla sua influenza, addossati o imputati, dagli altri, a un Ordine iniziatico che sfugge ai codici profani, Alain de Keghel propone qui delle chiavi di lettura che si fondano su un’analisi rigorosa delle forze in gioco, senza trascurare ciò che costituisce una loro debolezza.
Lo fa poggiando le sue ricerche su un’esperienza che egli offre al lettore rifacendosi alle fonti più sicure e più recenti.
Alain de Keghel ha rappresentato la Francia, come diplomatico di carriera fortemente impegnato, in numerose organizzazioni multilaterali internazionali.
La sua carriera diplomatica lo conduce, dall’Europa, all’Africa, all’Estremo Oriente, all’America del Nord e in America Latina, divenendo Console Generale di Francia prima a Tokyo e poi a Washington e vivendo esperienze massoniche e umane di eccezionale profondità e di straordinaria levatura.
Ha ricoperto l’incarico di vice-Direttore dell’Informazione al Quai d’Orsay; è insignito, tra le altre onorificenze, della Legion d’Onore, la più alta onorificenza attribuita dalla Repubblica francese.
Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato del Grande Oriente di Francia dal 2002 al 2008, ha potuto osservare da vicino la realtà internazionale; le sue ricerche più recenti ne fanno attualmente uno dei più eminenti specialisti in materia.
INDICE
CAPITOLO 1 - Le Origini a Londra nel 1717: l’Influenza della Culla Europea
CAPITOLO 2 - Il Paesaggio Massonico Europeo
L’emergere dell’Ordine in Francia dal 1734 ad oggi
La Massoneria negli Stati Uniti
La Massoneria in America Latina
La Massoneria in America Centrale
Repubblica Dominicana / Repubblica di Haiti
La Massoneria nell’America del Sud
CAPITOLO IV - La Massoneria in Africa Nera
CAPITOLO V - Il Perimetro Islamico-Musulmano Mediterraneo
CIMAS Confederación Interamericana de Masonería Simbólica
2. ELENCO DELLE POTENZE MASSONICHE PER NAZIONE
Congo, république démocratique du
“La scienza si basa contemporaneamente sul consenso e sul conflitto”.
Edgar Morin,
Introduction à la pensée complexe.
“Lungi dal condurre all’uniformità universale, ogni patchwork culturale, con la sua diversità, apre la via alla creatività…certamente, non conoscere, non volere conoscere che un’unica cultura, significa condannarsi a vivere sotto una cappa”.
Paul Veyne, Palmyre,
l’irremplaçable trésor.
INTRODUZIONE
L’Ordine iniziatico massonico continua, dopo ben tre secoli di esistenza strutturata, ad affascinare, far fantasticare alcuni, intrigare, se non addirittura inquietare coloro i quali non vogliono che vedervi un club segreto di complottisti, bollati come “diabolici” per non dire “satanici”, da integralisti di ogni sorta che si profondono in giudizi astiosi nei social o nel quadro di emissioni televisive per il grande pubblico.
Che cosa è esattamente? Che cosa significa l’iniziazione? Qual è il “segreto” e l’influenza presunta o reale di questi circa tre, quattro milioni di uomini e, sempre più sovente, anche di donne che, ovunque nel mondo, perpetuano una tradizione giudicata sovente desueta da chi non conosce che l’apparenza, i decori e i paramenti con i quali si abbigliano i Massoni quando si riuniscono?
Alcuni cultori della teoria del declino hanno creduto di poter annunciare un “crepuscolo della Massoneria”. Altri, dichiarandosi animati dal desiderio irresistibile di trasparenza e d’integrità, hanno suggerito al Regno Unito, la culla dell’Ordine, di interdire ai Massoni di occupare funzioni pubbliche, in particolare nella magistratura. Contemporaneamente, alcuni eletti del partito britannico antieuropeo UKIP hanno creduto di poter banalizzare le Logge, riducendole a semplici circoli nei quali vecchi signori non desiderano altro che incontrarsi una volta al mese per bere bene, mangiare bene e dedicarsi ad attività caritatevoli. Quanto alla Chiesa cattolica, essa non è assolutamente cambiata, dal 1738, nelle sue condanne di un Ordine che è sicuramente troppo promotore dell’assoluta libertà di coscienza, per essere compatibile con il dogma romano. È troppo presto per giudicare in merito a un’eventuale influenza di Papa Francesco a questo riguardo, per vedere una lieve flessione o un cambiamento della dottrina della fede. Peraltro ciò sembra poco probabile.
Di fronte a tante posizioni o speculazioni sulla realtà della Massoneria, non è senza interesse passare in esame gli elementi essenziali che costituiscono il paesaggio massonico nel mondo. L’Ordine si definisce cosmopolita, universale, umanista, portatore di valori e di princìpi, difensore delle libertà, a volte “adogmatico”, mentre, per altri ancora, esso è tanto l’erede dell’americano Albert Pike[1] quanto del pastore James Anderson[2], o del Cavaliere André Michel de Ramsay[3], ma anche di Jean-Baptiste Willermoz[4] o di Alessandro di Cagliostro.
Una tale diversità non facilita evidentemente la classificazione di un Ordine risolutamente polimorfo, che non obbedisce ad alcun “Superiore occulto”. Esso si nutre dell’immaginario, così come lo alimenta. Ma ciò non è precisamente consustanziale al metodo, così come al cammino, che si basa anzitutto sull’assoluta libertà di coscienza? Inoltre, per complicare la comprensione dell’Ordine, per chi è estraneo, molte scuole filosofiche vi si avvicinano – più di quanto non si frequentino tra di loro. Se prima di tutto in Messico, poi in Belgio e infine in Francia nel 1877, i Massoni hanno potuto decidere in merito al loro emanciparsi dall’obbligo di credere in un dio rivelato e nell’immortalità dell’anima, l’immensa maggioranza delle Logge nel mondo continua a lavorare alla “Gloria del Grande Architetto dell’Universo”, che è Dio, e a prestare i loro giuramenti nel corso delle loro “Tornate” o riunioni su una Bibbia aperta al Vangelo di Giovanni.
Coloro i quali sono tentati di vedervi una sorta di “casistica massonica” farebbero bene a ricredersi. Profonde divergenze continuano ad esistere, a questo riguardo, tra le diverse scuole massoniche. Un argomento giudicato sufficientemente importante, addirittura fondante, dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra, “Madre di tutte le Logge”, e tale da costituire una linea di frattura. Infatti, forte della sua precedenza cronologica, essa rivendica lo statuto di unica fonte della “regolarità”. A tal punto che, di conseguenza, gli uni non frequentano gli altri, giudicati “empi” e dunque “irregolari”. Una realtà che si traduce in un rapporto di forze totalmente sfavorevole alla categoria infinitesimale di quelli che si sono staccati dalle regole enunciate da James Anderson nel 1723. Quelli che non le praticherebbero sappiano che essi rappresentano a mala pena il 5% degli effettivi mondiali!
I testi fondatori sono stati attualizzati e reinterpretati da una serie di Landmarks, la cui versione più recente e lievemente alleggerita risale al 1989. La giusta comprensione del modo di funzionamento e del metodo, così come dell’influenza reale o dell’irraggiamento dell’Ordine in questo inizio di XXI secolo passa necessariamente attraverso un tentativo di decrittaggio della Massoneria mondiale, della sua genesi, delle sue fasi successive di evoluzione, per forgiarsi una visione più coerente delle varie realtà e rendere possibile una messa in prospettiva. Questa è l’ambizione del presente compendio, ricorrendo alle fonti che gli storici contemporanei definiscono, secondo la terminologia della Loggia di ricerca Quatuor Coronati, il “rigore scientifico”. Essa contrasta con le speculazioni di quanti hanno esposto versioni che danno alla mitologia più di quanto le spetti, in quanto essa, da sola, non spiega tutto.
Esprimo la mia gratitudine a Paul Bessel, che ha accettato che sia fatto uso dei risultati delle ricerche da lui pazientemente compiute per porre a repertorio le informazioni statistiche disponibili sui corpi massonici nel mondo, riprodotte in allegato con la sua gentile autorizzazione.
I miei ringraziamenti particolari vanno infine a Erika Peschard-Erlih che, coniugando una competenza mai in difetto, un’acutezza di sguardo da lettore impietoso e una disponibilità sempre generosa, mi ha fornito, una volta ancora, un contributo insostituibile.
A.K.
CAPITOLO 1 - Le Origini a Londra nel 1717: l’Influenza della Culla Europea
Tre secoli fa, riuniti nella taverna L’Oie et Le Gril a Londra, i primi Massoni “speculativi”, cioè coloro i quali praticavano un cammino filosofico al quale dobbiamo ancor oggi i precetti fondatori, si riunirono per costituire la Gran Loggia di Londra. Fu questo antenato a gemmare tutte le Logge massoniche che in seguito si costituirono. Emergeva così un nuovo Ordine iniziatico che faceva riferimento a tradizioni che si supponeva essere state ereditate da “tempi immemorabili”, passando per i costruttori di cattedrali. Esso contribuirà ben presto, nell’Europa continentale anzitutto, attraverso la Francia, e in seguito in ampie zone del mondo, alla diffusione di un modo di pensare nuovo, quello della rivoluzione emancipatrice post-copernicana.
La Royal Society londinese e lo spirito dei Newtoniani hanno nutrito e fecondato questo movimento di liberazione del pensiero. Esso fu portatore di quello che gli Inglesi chiamano l’ “Enlightment”, noi Francesi i “Lumi” e i Tedeschi “die Aufklärung”. Questo saggio non desidera insistere sull’argomento e rinvia il lettore curioso alla bibliografia. Numerose opere sono dedicate a ciò che ha forgiato un metodo di lavoro proprio della Massoneria e che s’ispira al precetto di Socrate: “Conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dei”. Si tratta fondamentalmente di un esercizio di presa di coscienza individuale che il cammino iniziatico massonico invita a intraprendere. Un cammino che consiste nel passare dallo stato di profano a quello di Massone, poiché il cambiamento non si opera certamente solo attraverso una cerimonia d’iniziazione. Esso deve essere inteso come il risultato di un processo lento, arricchito da una successione di meta-narrazioni. La sua finalità non ha nulla di edonistico. L’individuo è impegnato a lavorare al proprio miglioramento, con l’ambizione di contribuire all’edificazione di una società migliore, più illuminata, più giusta e rispettosa dell’intima convinzione di ciascuno, delle culture e della loro diversità. In breve, una società migliore nella quale vivere insieme. Una sorta di “ecologia umana”, in contrasto con i dogmi, di qualunque specie essi siano.
Questa liberazione degli spiriti, praticata per lo più trasgredendo le chiusure sociali prevalenti in una società molto gerarchizzata, non poteva che inquietare i rappresentanti dei culti, così come continua a farlo ancor oggi. Pertanto, lungi dall’idealizzare all’estremo questo “libertinaggio”, dobbiamo essere consapevoli che la “mixité” sociale resta il più delle volte saggiamente controllata. Per quanto riguarda il lavoro nella Loggia massonica, compiuto con discrezione, più che in un vero e proprio “segreto”, esso aveva ed ha essenzialmente come scopo quello di mettersi semplicemente lontano dal tumulto dell’Agorà. Ma desidera anche mettersi al riparo da lotte di parte. Questo “segreto”, così frequentemente denunciato da chi ne ha voluto fare un’arma per distruggere l’Ordine massonico, ha sempre suscitato, come minimo, sotto tutte le latitudini e in ogni tempo, la diffidenza di chi non praticava questo intimo cammino. A cominciare dai centri di potere politici e religiosi. La nuova società dischiusa, risultato essenziale del cammino massonico, urtava l’ordine stabilito che vi vedeva l’annuncio di una messa in causa di quanto sembrava né dovere né potere esistere senza generare gravi disordini.
Il coinvolgimento, in questo cammino, di filosofi come Voltaire, di diplomatici e uomini politici influenti come Benjamin Franklin, di musicisti e compositori come Mozart e di numerosi enciclopedisti portatori di conoscenze universali, era lusinghiero per un giovanissimo Ordine. Peraltro, esso portava in sé il germe di una diffidenza nei confronti di tutto ciò che era sino allora detentore del potere temporale e spirituale. Questo “libertinaggio intellettuale” trovava la propria espressione anche nell’arte pittorica di Fragonard e nell’affermarsi di una femminista come Vigée-Lebrun. E se era senza legame diretto con l’Ordine massonico, pure scaturiva da un’emancipazione che, almeno filosoficamente, s’inscriveva nella medesima vena liberatrice.
Questo spirito di assoluta libertà di coscienza, che attingeva già a Montaigne, ma anche a Rabelais, è fondamentalmente il “marchio di fabbrica” dell’Ordine massonico in tutta la diversità dei suoi riverberi. È soprattutto vero in Francia e in un certo numero di paesi in cui ha aleggiato lo spirito dei Diritti dell’Uomo. Tuttavia, quando l’Ordine fa dell’universalismo il suo irraggiamento, compare presto il rischio del fraintendimento. Perché l’Ordine massonico è costituito da un mosaico necessariamente sinonimo di polimorfismo. Si deve ammettere che, nella maggior parte dei casi, l’Ordine massonico dopo essere stato una “fucina delle idee”, un crogiolo nel quale sono nati progetti fonte di progresso, può anche essere peraltro uno stretto “busto” conservatore poco incline a identificarsi con i movimenti della società e con le pulsioni intrinseche di un mondo in costante evoluzione. Temperando l’entusiasmo beato di chi si rifiuta di guardare in faccia questa realtà, basta guardare a ciò che avviene in questo periodo nell’Ordine in Gran Bretagna, negli Stati Uniti d’America e in molti altri paesi “allineati” con questi due potenti poli storici della Massoneria.
Per farsi un’idea un po’ più precisa di ciò che è ora l’Ordine massonico nel mondo, niente rimpiazzerà il tentativo osato di tracciarne a grandi linee i contorni, pur conoscendo i limiti di un tale esercizio. Non a causa di una presunta opacità, ma semplicemente per l’estrema complessità che s’incontra nel costruire un panorama della realtà, di fronte a una gemmazione tanto difficile da cogliere da divenire inafferrabile, anche per un Massone esperto di relazioni massoniche internazionali. Procederemo dunque cercando di impostare un inventario sommario, continente per continente.
CAPITOLO 2 - Il Paesaggio Massonico Europeo
La Gran Bretagna, culla storica, come abbiamo visto, rimane incontestabilmente, in Europa ancora ai nostri giorni, ma più ancora in passato, il principale bacino massonico sul piano numerico. Costatiamo tuttavia come tutto ciò rimanga relativo, fragile e rivelatore di un indebolimento considerevole quando lo si analizzi secondo cifre tendenziali.
Nell’ultimo terzo del XX secolo, gli effettivi si sono ridotti nella misura di circa tre quarti di membri. Dieci anni fa, nel 2006, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra (GLUA) vantava ancora 300.000 aderenti, ripartiti in 7.000 Logge. Nel 2016, essa si è ridotta a 170.000 con una piramide di età che riflette un drammatico invecchiamento generazionale. Ma esiste anche una tale perdita di riferimenti massonici, in quest’ Obbedienza che vuole comunque essere sempre il “faro” dell’Ordine, da rendere certo non sorprendente questo tracollo. Così, il Deputato Gran Maestro [5] poteva recentemente dichiarare che, secondo lui, la motivazione essenziale dei Massoni inglesi era quella di “farsi degli amici e stare bene insieme (to have fun)” “…e soprattutto “niente spiritualità”, in quanto questa “è di competenza delle Chiese” (sic).
Non abbiamo problemi ad ammettere, anche noi, che il nostro ambito spirituale non è, risolutamente, quello rivendicato dalle Chiese, alle quali non lo contendiamo. Ma quanto ad alimentare la confusione, assimilando la spiritualità alla religione, esiste un limite perfettamente chiaro all’universalità dell’Ordine. Infatti, il “conosci te stesso” di Socrate e la riflessione eterna dell’Uomo sulle sue origini, il suo essere e il suo divenire, sono consustanziali al cammino filosofico massonico staccato da ogni religione, da ogni dogma e da ogni credo.
Non vi è dubbio che i giovani inglesi si pongano certamente anch’essi questi interrogativi. Diserterebbero forse meno le Logge del loro paese se gli si proponesse uno spazio di condivisione della riflessione, perché l’attività cerebrale non è, lo ripetiamo ancora, assolutamente sinonimo di religione. Un tale vuoto di preoccupazione intellettuale e morale, così come la confusione tra spiritualità e religione, non può che essere, in effetti, fonte di destabilizzazione. Il contrasto è sorprendente rispetto a ciò che si osserva altrove.
Tra i differenti riti praticati oltre Manica e nel Commonwealth, nelle Logge dei tre primi gradi, quello denominato Emulation è il più comune. È anche quello più diffuso nel mondo, dopo il Rito americano detto York e il Rito Scozzese Antico e Accettato. Il suo nome proviene dall’Emulation Lodge of Improvement che, a partire dal 1823, fu incaricata di istruire i Fratelli in merito alle nuove pratiche rituali allora adottate dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra.
Dal 1813 al 1816 una Lodge of Reconciliation era stata creata dalla nuova Obbedienza allo scopo di finalizzare un rituale comune e di presentarlo alle Logge. Logge d’istruzione ne proseguirono l’azione, tra le quali la Stability Lodge nel 1817 e l’Emulation Lodge of Improvement nel 1823. Si deve tuttavia sapere che la GLUA non pubblicò mai testi di riferimento. Essa lasciò alle Logge la cura della trasmissione orale del rituale e della sua gestualità. Ne scaturirono nel corso degli anni alcune varianti. Fu così che coloro i quali si rifacevano alle pratiche dell’Emulation Lodge of Improvement finirono per attribuirsi un Emulation working, anche denominato Emulation style. Tuttavia Emulation non è l’unico style praticato nelle Logge della GLUA. Ne esiste una quarantina d’altri, il cui style è detto Stability o anche Oxford, Sussex, Standard, Taylor, senza contare un’abbondante centinaia d’altri che possono arrivare ad essere la singolarità di un’unica Loggia. Le differenze sono minime, ma conferiscono una caratteristica particolare alle Logge che le praticano e danno così colore alle loro tornate.
Si dovrà attendere il 1969, cioè 146 anni, prima che l’Emulation Lodge of Improvement pubblichi il proprio rituale “ufficiale”. Da parte sua, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra non ha mai pubblicato un rituale “ufficiale”, rispettando così le differenti pratiche attuali. Come rileva Yves Hivert-Messeca, del quale riporto volentieri l’analisi, “il Rito Inglese si caratterizza dall’apprendimento a memoria (par cœur), dall’importanza della scenografia, dalla gestualità e dalla pompa, da Agapi rituali (Festive Board)”. A livello rituale, si deve notare la presenza di due diaconi, di un copritore esterno e di un cappellano, l’assenza dell’esperto e dell’oratore, il “gioco” di colonne dei sorveglianti, il ruolo importante del Passé Maître Immédiat, la cerimonia d’Installation secrète del Maestro Venerabile (il Maestro installato equivale a un grado) e la situazione ambigua dei due side degrees (la Marque e l’Arc Royal).
Il Supreme Grand Chapter of Royal Arch Masons of England ha 3.480 capitoli che raggruppano 105.000 “Compagni”, la Grand Lodge of Mark Masters Masons of England and Wales (1856) ha 1.250 Logge che totalizzano 60.000 “Mark Masters Masons” (i gradi del Royal Ark Mariner vi sono amministrativamente collegati).
Gli altri sistemi post-magistrali (Masonic bodies e/o Appendant bodies) sono totalmente indipendenti dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Non chiedono ai loro membri di essere fellow della GLUA, ma semplicemente di appartenere a una Loggia “in good standing”. Così ammettono al proprio interno non solo Fratelli di altre Obbedienze riconosciute, ma anche Obbedienze considerate dai suoi organismi come “regolari”. Peraltro, per la maggior parte di esse, è richiesta una confessione di fede cristiana trinitaria. La più importante è la Rose Croix Masonry del Rito Antico e Accettato, che discende dalla giurisdizione del Supreme Council (1845) of Ancient Accepted Rite for England and Wales. Esistono solo Capitoli che conferiscono i gradi 4°, 14°, 15°, 16°, 17°, 18°. Il 30°, come i gradi seguenti, è riservato quasi esclusivamente agli anziani presidenti dei Capitoli.
La GLUA esercita importanti attività caritative a livello nazionale, con il concorso di diverse strutture: il Grand Chest Relief Scheme (1981); il Relief Chest Fund (1986), che distribuisce da solo da 10 a 12.000.000 £ per anno; la Royal Masonic Benevolent Institution; il Masonic Trust for Girls and Boys, “misto” dal 1982, erede di due organismi che risalgono al 1788 e al 1796; il Masonic Samaritan Fund e tanti altri ancora. Sul piano provinciale e locale, si contano non meno di 4.000 Individual Relief Chests. Una Gran Loggia provinciale dedica in media da 500.000 a 10.000.000 £ alle proprie attività caritative, mentre per le Logge le cifre sono molto variabili.
Dopo la decolonizzazione, la GLUA ha conservato Logge negli antichi possessi della Corona. È importante, per capire la potenza dell’irraggiamento nel tempo del magistero di Londra nel mondo: 32 Gran Logge nel distretto Africa del Sud (6 distretti con 243 Logge); Africa dell’Est (49); Ghana (57); Namibia (6); Nigeria (30); Sierra Leone/Gambia (20); Zambia (13); Zimbabwe (20)/Bahamas; Barbados e Caraibi; Bermuda; Guyana; Trinidad & Tobago; America del Sud/Sud e del Nord/4 distretti con 65 Logge; in India: Eastern Archipelago; Hong Kong ed Estremo Oriente; Sri Lanka/Gibilterra; Cipro/2 distretti; 37 Logge in NZ; 730 Logge delle quali 18 “isolate” in Australia, Canada, Grecia (1), Malta, Monaco (1), Pacifico, Portogallo e Sant’Elena (1). Il tutto sommerebbe a circa 30.000 membri.
La GLUA conta 47 Gran Logge provinciali in Inghilterra e nel Paese del Galles, che amministrano attualmente ancora 7.000 Logge (647 nel 1813; 1.299 nel 1869; 8.800 alla fine degli anni 1970), delle quali 1.480 (1.512) Logge nella Metropolitan Grand Lodge of London. Le principali province sono West Lancashire (385 Logge), Essex (333) & Surrey (325), le più piccole sono Man (19 Logge), Jersey (17) & Guernesey-Alderney (11). Esistevano, nel 1992, 8.500 Logge iscritte al registro della GLUA, delle quali 1.670 a Londra, e 8.322 nel 2002. Alla fine del 2015 il numero delle Logge iscritte si era ridotto a circa 7.000.
Le cifre degli effettivi devono essere analizzate con prudenza. Infatti i massoni inglesi, in particolare a Londra, s’iscrivono contemporaneamente in più Logge, soprattutto a causa della rarità delle riunioni, in media da tre a quattro volte l’anno. Questo spiega anche la difficoltà di attribuire una cifra esatta ai massoni inglesi, che corrisponda alla realtà dei fatti, e dunque di conoscere con precisione l’importanza della diminuzione degli effettivi. Nondimeno, secondo la fonte affidabile rappresentata dai Quatuor Coronati, la GLUA registrerebbe “una diminuzione regolare nel corso degli ultimi 15 anni … Questa riduzione è dell’ordine del 4% all’anno[6]”.
Secondo calcoli interni, il numero di anni passati in Loggia (dall’iniziazione alla dimissione o alla radiazione, i decessi non sono contati) è passato da 20 anni (decennio 1950), a 4-6 anni (decennio 2000). Negli ultimi 15 anni la GLUA ha perso circa 700 Logge e da 40.000 a 60.000 membri (da 140.000 a 180.000 in 30 anni; da 300.000 a 350.000 in 50 anni cioè i 3/5 dei propri membri). Il fenomeno tocca particolarmente le grandi città.
Mentre nella seconda metà del decennio 2000 gli effettivi sembravano stabilizzati, in questo periodo accusano una diminuzione così forte che la GLUA non potrebbe rivendicare, con la prudenza indicata sopra, più di 170.000 membri. I suoi albi ufficiali recano ancora la cifra di 350.000 Massoni, il che è lusinghiero ma abbastanza lontano dalla realtà.
Alcune iniziative sono state prese dalla GLUA per tentare di arginare l’emorragia, privilegiando la qualità sulla quantità e se ne può citare qui un certo numero.
La Cornerstone Society, istituita nel 1999 per la formazione dei massoni, che ha per vocazione primaria l’organizzazione di cicli di conferenze pubbliche. Vi prendono parte massoni di tutte le origini, senza preoccuparsi dei criteri di riconoscimento, ma anche molti profani, in particolare universitari.
Una politica editoriale di riviste massoniche, in particolare The Square, The Independant magazine for Freemasons (Londra), Freemasonry Today, The Independant Voice of Freemasonry che si è fuso, nel gennaio 2008, con il Masonic Quarterly Magazine, inviato gratuitamente a tutti i membri in regola con le capitazioni.
Un tentativo di rilancio della Loggia di ricerche Quatuor Coronati n° 2076. Creata nel 1884, ma con la sua prima riunione il 12 gennaio 1886, essa tiene cinque riunioni all’anno dal 1975, con un effettivo teorico di quaranta membri ai quali si aggiungono 13.000 corrispondenti sparsi per il mondo. Essa pubblica ogni anno le Ars Q. Coronatorum e conferisce dal 1970 il Norman B. Spencer Essay Award. Tuttavia ha perso molto del proprio lustro e del proprio prestigio.
La creazione, all’università di Sheffield, nel 2000, del Center for Research into Freemasonry and Fraternalism, affidata al professore e bibliotecario Andrew Prescott, specialista dei movimenti sociali medioevali. Dopo avere concesso all’organismo universitario pubblico 250.000 £ in tre anni, la GLUA si è in seguito sganciata da questa iniziativa universitaria. Diretto in seguito da Andreas Önnerfors (Università svedese di Lund e di Greifswald), specialista della Massoneria nord-europea nel XVIII secolo, il Centro ha chiuso nel 2008 in seguito al disimpegno definitivo della GLUA. È opportuno citare anche l’appoggio alla creazione del Canonbury Masonic Research Center (ottobre 1998), istituzione privata consacrata allo studio dell’esoterismo e della Massoneria. E ancora il sostegno alla pubblicazione annuale dei fascicoli destinati ai massoni e ai profani, la creazione dell’Internet Lodge n° 9659 a Manchester e l’accesso reso pubblico alla Biblioteca, agli Archivi e al Museo.
Nonostante queste iniziative, due cause sembrano poter spiegare principalmente l’attuale e apparentemente ineluttabile declino della GLUA, secondo l’analisi che ne ha fatto Yves Hivert-Messeca: “La prima è legata a un cambiamento socio-ideologico”. Sino alla Seconda Guerra mondiale, la Massoneria fu uno dei pilastri della società britannica, legata all’Establishement e patrocinata dalla famiglia reale… L’Obbedienza si presentava secondo una struttura piramidale della quale i “grandi” del regno, nobiltà, businessmen e High Church, monopolizzavano l’apice. La classe media occupava il grosso dell’edificio. L’insieme funzionava grazie alla molteplicità delle funzioni e dei titoli onorifici. Tuttavia, se la GLUA poteva essere considerata come uno “strumento ideologico di stato”, essa non fu mai totalmente “stabilizzata” come la Chiesa anglicana. Mai la Massoneria fu d’aiuto in una carriera politica, né tra i conservatori, piuttosto favorevoli, né tra i laburisti, in genere ostili. Negli anni 1880 e 1890, la Massoneria francese, con venti volte meno membri, aveva un ben maggior peso nell’apparato dello Stato e nel “partito” repubblicano rispetto alla Massoneria britannica in parlamento (salvo forse alla Camera dei Lords) e nel partito tory.
Dagli anni 1960 le cose sono cambiate. Le nuove generazioni sono a maggioranza anti-establishment. I giovani, entrando nella vita professionale, considerano la Massoneria come un’eccentricità anacronistica e preferiscono dedicare il loro tempo libero agli svaghi, alla loro vita familiare o ad altre forme di socialità, mentre la “proletarizzazione” relativa dell’Obbedienza non impedisce la sopravvivenza di Logge “elitarie” che continuano come nel passato a riservarsi la direzione della GLUA[7].
A fianco della GLUA, si enumerano tra le dieci e le venti micro - Obbedienze, per la maggior parte sortite da scismi dell’Old Mother, una delle principali è la Regular Grand Lodge of England creata nel 2005. Ma esiste anche una Federazione del Droit Humain che conta 16 Logge e 2 triangoli, ossia circa 1.000 membri e un certo numero di Logge straniere delle quali una del GODF e una della Gran Loggia d’Italia. A differenza delle tre Gran Logge “storiche”, le Obbedienze miste e le Logge straniere sembra non conoscano la crisi.
La Gran Loggia di Scozia (Grand Lodge of Scotland o Grand Lodge of Ancient, Free and Accepted Masons of Scotland) è stata fondata nel 1736. E, fatto unico, il legame tra le associazioni del mestiere della pietra (Craft) e la Massoneria può essere facilmente dimostrato. Le “vecchie” Logge, come la Mother Lodge Kilwinning n° 0 (il suo sito dà il 1140 come data di fondazione, ma i suoi primi registri risalgono al 1642), hanno saputo preservare i loro privilegi, i loro usi e i loro costumi. Tutte le varianti del rito praticato in Scozia sono molto vicine alle usanze operative. Come nel resto del mondo anglo-sassone, il rituale deve essere praticato, non solo appreso, e trasmesso a memoria. In Scozia, il grembiule indica la Loggia alla quale si appartiene e ne esiste dunque un’ampia varietà. Le Logge scozzesi hanno parimenti il ruolo di cassa di mutuo soccorso, di assicurazione sulla vita o di gestione delle esequie. Le attività caritatevoli sono dunque molto importanti. Nondimeno, come la sua sorella inglese, in 50 anni questa Obbedienza ha perso la metà dei propri membri, che ormai non sono certo più di 120.000.
La Gran Loggia d’Irlanda (Grand Lodge of Freemasons of Ireland) è la seconda più antica Obbedienza (1725) della Massoneria nel mondo, dopo la Gran Loggia di Londra (1717). Tuttavia la Trinity College Lodge (Dublino), che risale al 1688, non esiste più attualmente. La prima Gran Loggia d’Irlanda risalente al 1723 è una delle rare associazioni comuni alle due Irlande come, peraltro, la squadra di rugby. Totalizza 790 Logge e 38.000 membri. I suoi effettivi hanno sofferto meno rispetto a quelli delle consorelle britanniche. In 50 anni, essa è passata da circa 50.000 membri a 32.000.
È utile citare qui un’analisi di Andreas Önnerfors: “Fin quando durò l’Impero britannico, possiamo affermare che la Massoneria vi giocò un ruolo ambiguo. Per quanto essenzialmente realista e lealista, la Massoneria britannica, divisa in tre Obbedienze distinte (irlandese, scozzese e inglese) permise l’espressione di differenti traiettorie dell’immaginario nazionale, con relative proiezioni coscienti delle classi sociali. Mentre il ‘reclutamento’ in Irlanda e in Scozia, e quello delle Logge overseas che ne dipendevano, manifestava una maggiore diversità sociale, le Logge inglesi conservavano un carattere più aristocratico e si riferivano alle classi sociali superiori. Possiamo anche notare – a dispetto del suo carattere – che la Massoneria, già durante la lotta per l’indipendenza americana, non rinsaldò l’unità ma promosse piuttosto la pluralità. Jessica Harland-Jacocbs ha sostenuto con vigore che la Massoneria britannica aveva agito significativamente come un ‘costruttore d’impero’, il che è certamente vero in senso lato. Ma simultaneamente, come Jim Daniels ha notato, la formazione di Gran Logge ‘nazionali’ e provinciali indipendenti, in colonie come l’Africa del Sud, l’Australia e il Canada ha preceduto l’indipendenza politica”.
L’emergere dell’Ordine in Francia dal 1734 ad oggi
Fu l’emigrazione di massoni britannici in fuga dal loro paese, per ragioni religiose e politiche, a scrivere le prime pagine della Massoneria in Francia, senza che alcun documento permetta di stabilire con certezza a partire da quale data. Per contro, si sa che il fondatore della prima Loggia Saint Thomas, con sede in rue des Boucheries, non era altri che Derentwater, stuartista che morì decapitato a Londra nel 1746, martire della causa cattolica. Nemico feroce del potere britannico al governo, non aveva nessuna possibilità di essere riconosciuto dalla Gran Loggia di Londra, legata agli Hannover e legittimista. In compenso, la Loggia St Thomas II, detta anche Au Louis d’Argent (dal nome dell’insegna della bottega dove si svolgevano le riunioni), successe alla prima e fu riconosciuta da Londra nel 1732, avendo i suoi membri preso le distanze dai giacobiti.
Nonostante gli scritti dell’astronomo Jérôme Lalande nel supplemento dell’Encyclopédie pubblicato nel 1773, e affermante che intorno all’anno 1725 “Derent-Waters” e alcuni altri Inglesi fondarono una Loggia a Parigi, si dovrà attendere il settembre 1734 per avere notizia di un’assemblea a Parigi della Loggia d’Aubigny-Richmond, sotto la presidenza di Jean-Théophile Désaguliers. Questa Loggia ricevette la sua patente nel 1735 e accolse i primi massoni francesi, ancora poco numerosi. Montesquieu, iniziato a Londra in Loggia nella taverna Horn, era tra essi e aveva peraltro partecipato alla sua prima assemblea in presenza dell’ambasciatore d’Inghilterra e del Gran Maestro, il duca di Norfolk.
Anche se si trattava di un cambiamento di atteggiamento in contrasto con le riserve di Derentwater in quanto all’accettazione dei Francesi, niente indica che questa “apertura” abbia da parte loro suscitato un particolare interesse. Solo dopo un evento significativo, nell’estate 1737, la perquisizione effettuata agli Inglesi dell’Hotel de Bourgogne dal luogotenente di polizia René Hérault (suo fratello, gesuita, perseguitava all’epoca i giansenisti), si inizia a percepire l’inquietudine crescente di dovere affrontare l’emergenza di circoli massonici che lavoravano a porte chiuse. Nel suo rapporto al primo presidente del Parlamento di Parigi si poteva in particolare leggere che “questa società sembrava […] pericolosa, e […] che, secondo i regolamenti, sembrava propendere verso l’indifferenza nei confronti delle religioni”. Il rapporto, che riferiva che i Massoni fanno “da qualche tempo molto rumore in Francia”, sembrava testimoniare dell’attenzione suscitata dall’adesione di Francesi a Logge le quali non si preoccupavano certo molto di riunire anche stranieri.
L’assolutismo reale e l’egemonia cattolica non lo potevano tollerare. Tanto più che il numero di Massoni francesi a Parigi poteva allora essere già stimato intorno ai duecento, cifra certo modesta ma sufficientemente significativa e tale da attirare l’attenzione.
Una seconda assemblea massonica fu il bersaglio di Hérault, il 10 settembre dello stesso anno, presso il mercante di vini Chapelot, che fu condannato a un’ammenda di 1.000 lire francesi e a sei mesi di chiusura; la sentenza faceva divieto “ a tutti i bettolieri, albergatori e altri di accogliere dei Massoni”.
Nasceva una nuova giurisprudenza. Infine, in dicembre, lo stesso luogotenente trarrà vantaggio da un complice che permise la prima divulgazione del “giuramento massonico” e delle usanze delle Logge, il tutto pubblicato, nel gennaio 1738, dalla Gazette de Hollande. Le perquisizioni sporadiche proseguirono fino al 1745, ma rimarranno senza conseguenze nonostante il sospetto del potere reale e della Chiesa, che non potevano vedere di buon occhio delle assemblee che si riunivano nel segreto.
Nel 1738 il papa Clemente XII pubblicò la bolla In Eminenti, scomunicando i Massoni in reazione alla messa in causa, in Toscana, di alcune prerogative della Chiesa.
Diverse condanne dello stesso genere furono oggetto di bolle, quella di Benedetto XIV nel 1751, poi tutta una serie di testi che, dopo, non hanno mai scalfito la posizione dei Sovrani Pontefici.
Come ricorda Roger Dachez[8], in Francia nessuna bolla poteva avere effetto se non era registrata in Parlamento, il che non avvenne mai, di modo che la Massoneria francese attraversò il XVIII secolo in una situazione paradossale. Lo stesso autore scriveva a questo proposito: “Condannata da Roma, essa poté nondimeno prosperare nel regno del ‘Roy Très Chrétien’ e accogliere nel suo seno migliaia di cattolici ma anche numerosi ecclesiastici, generalmente abati di corte e preti mondani. A volte anche curati della vicina parrocchia. Ci furono Logge anche nei conventi: fu questo il caso della Loge de la Vertu nell’Abbazia di Clairvaux, in seno alla quale i Fratelli cistercensi (allora si chiamavano ‘Bernardins’) praticarono la Massoneria dal 1785 al 1789”. L’Ordine di Malta e il suo Gran Maestro, Rohan, iniziato a Parma nel luglio 1776, ma anche alcuni parenti dell’Inquisitore, figurano all’epoca tra gli animatori di Logge massoniche, come molti canonici della cattedrale. Il palazzo del principe Camille de Rohan a La Valette, parente del Gran Maestro dell’Ordine, appariva all’epoca come uno dei centri più attivi di Malta[9].
Se non si vuole cadere nell’iconografia di Epinal e nella rappresentazione beata di una Massoneria francese del XVIII secolo interamente consacrata ai Lumi, sul modello elitario della famosa Loge des Neuf Sœurs a Parigi o anche di quella di Tolosa L’Encyclopédie, è importante, osservando l’Ordine, guardare la realtà per ciò che veramente è.
Così, il fratello Raymond, citato da Pierre Chevallier nel suo Histoire de la Franc-maçonnerie française[10] portato in causa dall’Abate Barruel, poteva testimoniare che egli aveva potuto “in vent’anni avere prove costanti che la Massoneria di tutti i regimi, francesi e stranieri, biasimava e condannava con forza tutti gli scritti della filosofia”. In realtà, le Logge erano per la maggior parte luoghi di convivialità e di socialità, peraltro meno aperti di quanto alcuni pretendessero, anche se la letteratura antimassonica imputava loro un uso positivo dell’uguaglianza. Infatti, si trattava solo di “uguaglianza filosofica” a uso interno, e anche con restrizioni, poiché le Logge aristocratiche ignoravano o disprezzavano superbamente le Logge borghesi, anche se non le combattevano.
Si dovrà veramente attendere la vigilia della Rivoluzione per percepire i primi segni di un cambiamento e l’iniziazione tardiva di Voltaire, all’età di 84 anni, nella Loggia Les Neuf Sœurs ne è una delle manifestazioni emblematiche. Dopo avere schernito i Massoni, il filosofo approdò a una Loggia d’eccezione che il Grande Oriente non vedeva molto di buon occhio all’epoca, giudicando con severità il razionalismo astratto dei Lumi. Come ha scritto Charles Porset, studioso del XVIII secolo: “È necessario rivedere il processo intentato alla Massoneria del XVIII secolo, contemporaneamente scuola di occultismo e società di bisbocce, ma anche accogliente i valori del secolo, per quanto, nella loro maggioranza, i Fratelli non fossero più illuminati dei loro contemporanei”.
La Loggia Les Neuf Sœurs ebbe una tale notorietà e fu a tal punto idealizzata da eclissare altre realtà che meritano attenzione da parte di chi desidera procedere a un’analisi realistica.
Oltre le Logge di provincia di cui Helvetius, Venerabile della Loggia Les Neuf Sœurs scherniva con condiscendenza le “auguste scempiaggini che nutrivano la maggior parte dei Fratelli”, si poteva peraltro costatare l’attività di vari regimi massonici ai quali merita prestare attenzione. Come per esempio i Philalètes, regime costruito sul modello tedesco degli Aléthophiles, creato a Berlino nel 1736 dal conte von Mantteufel. Cresciuto sulla Loggia Les Amis Réunis, denominata da alcuni “accademia occultistica” o presa in giro da altri, che si beffavano della sua credulità, si rifaceva a una tradizione erede di antiche saggezze trasmesse senza interruzione attraverso i Templari. Fondamentalmente, i suoi adepti miravano a chiarire alcuni punti della scuola massonica per decidere la scelta di una dottrina comune. Quest’obiettivo non fu mai raggiunto, ma si doveva ritrovare nel Rito Scozzese Antico e Accettato il riferimento alla filiazione templare e all’ultimo Gran Maestro de Molay, divenuto figura tutelare.
Il convento del 1787 pose una questione essenziale, relativa all’aspetto teosofico al quale si collegavano coloro i quali s’inscrivevano nel movimento di Jean-Baptiste Willermoz. Fu così che, sulla scia degli Illuminaten, frangia razionalista e radicale della Massoneria tedesca, vide la luce la Loggia segreta Les Philadelphes. Si assisterà anche, nello stesso periodo, all’emergere degli Illuminés d’Avignon che proponevano risposte agli interrogativi di coloro i quali erano stanchi del razionalismo dei Lumi e urtati dalla Rivoluzione francese. Si ricorderà qui il nome di Pernety, una delle principali figure di questo movimento e autore del Dictionnaire myto-hermétique.
Lione, città di solida tradizione massonica, dove si contavano più di mille Fratelli tra il 1760 e il 1789 e più di quindici Logge, fu un tempo anche un importante bacino di attività che s’inscrivevano nel movimento degli Illuminés de Bavière fondato nel 1778 da Adam Weishaupt. Tra l’Illuminisme e i Lumières, la contraddizione è radicale, essendo anche l’Illuminisme, sotto certi aspetti, l’immagine inversa dei Lumières. Fu un’occasione per i dirigenti massonici di Lione di affermare la loro diversità, riferendosi a scelte del regime massonico che rinviavano all’ambizione geopolitica di questa importante metropoli.
Si trattava di moderare l’attrazione del centro parigino irraggiandolo in un vasto arco periferico europeo che inscriveva Lione nella nostalgia della Lotaringia medioevale, a partire da legami privilegiati con Metz, i Cantoni svizzeri, Torino e Napoli, Strasburgo, Marsiglia, Montpellier e Bordeaux.
Jean-Baptiste Willermoz, con il suo Ordre des Chevaliers Bienfaisants de la Cité Sainte, afferma con successo le sue ambizioni al convento nazionale delle Gallie, nel 1778, con la sua Stretta Osservanza d’ispirazione cristiana e mistica. È la nascita del Rito Rettificato che sarà il primo e il più antico degli Alti Gradi. Cagliostro vi si appoggerà anche per diffondere la sua Massoneria “egiziana”.
Nel corso del decennio 1760-1770, si assiste all’emergere di Obbedienze centrali che rivendicano il controllo e l’autorità sull’insieme del corpo massonico francese. Nello stesso tempo, le Logge madri si affermano ai margini del Regno: Lione, lo abbiamo appena visto, ma anche Marsiglia, Bordeaux e Strasburgo negano così la legittimità nazionale rivendicata dal Grande Oriente. Esse arrivarono sino a difendere il principio di una confederazione, che sfociò, nel tempo, in un’alleanza oggettiva delle Logge Madri con la Gran Loggia d’Inghilterra dei Moderni.
In conseguenza di queste forze centrifughe, anche Strasburgo si orientò verso la Stretta Osservanza, mentre a Marsiglia Saint Jean d’Ecosse proclamava la sua filiazione dalla Gran Loggia Scozzese. Come rileva Pierre-Yves Beaurepaire, “la lotta delle Logge Madri contro l’Obbedienza nazionale illumina e comprende la resistenza, profana come massonica, delle metropoli provinciali di fronte al centralismo parigino, da una parte, e dall’altra tra due modelli di organizzazione della Repubblica universale dei Massoni: il modello cosmopolita e il modello nazionale”.
Marsiglia, altra importante metropoli massonica nel XVIII secolo e città marittima d’importanti scambi commerciali, era nel numero dei poli massonici che si affermavano, come abbiamo visto, di fronte al potere centrale. L’importanza degli effettivi delle Logge della città “focese” testimonia di una vitalità paragonabile a quella di Lione, con probabilmente almeno una ventina di Logge alla vigilia della Rivoluzione francese. La sociologia era sovente contrastata da una Loggia all’altra. Bacino tradizionalmente forte del Rito Francese, da parte loro fedelissimi all’Obbedienza parigina, i massoni marsigliesi si distinguono anche, oltre che per la loro emblematica Mère Loge Ecossaise, anche per l’emergere precoce di Logge succedanee di corporazioni soppresse dalla legge del 2 marzo 1791.
Oltre ai Massoni i cui nomi sono stati in precedenza citati e che hanno segnato il XVIII secolo in Francia, è opportuno soffermarsi su un certo numero di essi che hanno parimenti giocato un ruolo importante.
Il cavaliere André-Michel de Ramsay, letterato nato in Scozia e emigrato in Francia, incontra qui Fénelon e si converte al cattolicesimo, ma passa anche del tempo a Roma come precettore del figlio di Giacomo III Stuart, pretendente al trono in esilio. Entrato in Massoneria al suo ritorno dalla città eterna in una Loggia gallicana, pronuncia il 26 dicembre 1726, verosimilmente nella Loggia Saint Thomas, alla quale apparteneva Derentwater, un famoso discorso di cui si conoscono due versioni, una più edulcorata.
Il suo primo testo si rivolgeva chiaramente a dei cattolici Giacobiti. Desideroso di avere riguardo per i gallicani e per i seguaci degli Hannover, ma anche legato al cardinale de Fleury, allora primo ministro del Re, che disapprovava le assemblee dei Massoni, Ramsay alla fine non pronunciò mai, davanti alla Gran Loggia a Parigi, la seconda versione del suo discorso che dedicava un lungo sviluppo al legame tra la storia del popolo eletto e la Massoneria primitiva, presentati come inseparabili fino alla morte di Tito.
Rimane nondimeno un testo fondatore di una nuova mitologia massonica della quale si nutriranno in seguito i sistemi degli Alti Gradi.
Etienne Morin, nato nel 1717, figura nel novero dei più illustri massoni francesi del suo secolo, anche solo per la “Patente Morin” del 1761, documento fondatore e mitico del sistema degli Alti Gradi più diffuso nel mondo, il Rito Scozzese Antico e Accettato. Autorizzato da questa patente concessa dalla Gran Loggia dei Maestri di Parigi “detta di Francia” – antenata del Grande Oriente di Francia – a conferire i gradi del rito di Perfezione in 25 gradi, giunge da Bordeaux a Santo Domingo nel 1763.
Da lì si svilupperà in seguito, nel 1801 a Charleston, Carolina del Sud, un sistema in 33 gradi che si diffonderà attraverso la Francia in Italia e in Spagna e progressivamente al resto del mondo, per costituire una rete iniziatica massonica senza pari, trascendente i divari che costituiscono tradizionalmente ostacolo al dialogo massonico cosmopolita in contrasto con l’ambizione universalista dell’Ordine.
Anne, Charles Sigismond duca de Montmorency-Luxembourg, “primo barone cristiano del Regno”, amministratore generale del Grande Oriente di Francia fino al 1789, rimane nella storia come l’autore di una riforma che rappresenta una svolta fondamentale, e pone termine al decennio 1760 nel corso del quale si erano moltiplicate le forze centrifughe e le tentazioni di scismi massonici esposti in precedenza.
L’appello delle potenti Logge provinciali, dall’elitarismo dichiarato, da Strasburgo a Bordeaux passando per Lione, che denunciava il lassismo sociale della Gran Loggia, è dunque accolto.
Montmorency-Luxembourg prende coscienza della reale minaccia che grava su una Massoneria francese i cui principali poli regionali rischiano di mettersi a capo di un movimento di secessione. La fronda è alla fine arginata grazie a una serie di decisioni che mettono fine alle “loges de cabaret” a vantaggio di un reclutamento aristocratico, a detrimento di quello di composizione sociale più modesta.
Da allora la nobiltà profana primeggia su quella massonica. Come rileva Pierre-Yves Beaurepaire: “ È un modello centro-periferia che s’impone e questa centralizzazione è incontestabilmente il segno del duca de Montmorency-Luxembourg”.
In questo inizio di XXI secolo, il paesaggio massonico francese rimane caratterizzato da un’eccezionale vitalità che contrasta con i fenomeni riscontrati in tanti paesi e zone del mondo.
Forte di circa 175.000 membri, la Massoneria francese non è peraltro esente da difficoltà presenti e future. Le principali Obbedienze: Grand Orient de France, Grande Loge de France, Grande Loge Nationale Française, Fédération française du Droit Humain, alle quali si deve aggiungere la Grande Loge Féminine de France, non sfuggono del tutto, ma in gradi diversi, agli effetti di una società che privilegia l’immediato.
La crescita degli effettivi induce anche a effetti mutevoli. L’introduzione della mixité nel GODF in condizioni, lo sappiamo bene, contestabili[11] che hanno, di fatto, ipotecato in un colpo solo quanto era presentato come un progresso, ha creato un malessere che sarebbe inutile tacere.
Alla crisi, che è sboccata peraltro nella scissione della GLNF, ha fatto seguito l’emergere di un nuovo importante attore, la GL-AMF. In quanto alla GLDF essa fatica sempre a trovare un punto di equilibrio tra l’eterna ricerca di “riconoscimento” e la messa in conto della realtà, a cominciare dai propri ranghi.
Le grandi manovre e i tentativi di ricomposizione del paesaggio massonico francese ed europeo vanno di pari passo. Un importante movimento tettonico che si prolunga ormai dagli anni 1960 e che non cessa di ampliarsi, ma anche un’effervescenza che accaparra le energie a scapito della riflessione, mentre il paese va incontro a maggiori sfide politiche, sociali, economiche e di sicurezza.
La proliferazione delle micro - Obbedienze – se ne contano circa 130! – testimonia, secondo noi, della corsa agli strapuntini della Repubblica, della vanità o dell’incapacità di praticare l’iniziazione massonica da parte di chi crede di trovarvi un trampolino o uno sfogo. In ogni caso, è sovente testimonianza d’incoerenza. Questo giudizio potrà sembrare severo[12] ma è equilibrato dalla costatazione di poter riconoscere il lavoro serio compiuto dalla maggior parte dei Massoni, uomini e donne, che lavorano lontano dal tumulto nelle loro Logge, sempre animati e trasportati dall’autentico ideale dei Lumi, che essi non vogliono veder vacillare e tanto meno spegnersi.
Gli Americani non si sono sbagliati nello scegliere ormai Parigi come “capitale della ricerca massonica”, dove la Biblioteca nazionale di Francia accoglie, dal 2015, le grandi riunioni internazionali di ricercatori, scienziati e storici.
Queste attività di ricerca non riescono a mascherare un deficit che perdura, e cioè l’interesse rivolto all’Europa, anche se sono stati compiuti sensibili progressi, in particolare dal 2014, e dibattiti senza precedenti sulle strategie internazionali ed europee si sono svolti nelle riunioni del convento.
Le potenze massoniche liberali si sono parimenti coinvolte in attività di concertazione con la Commissione Europea[13], anche se gli effetti dell’articolo 17 del Trattato di Lisbona dipendono dalla volontà politica e dall’uso che ne fa il presidente della Commissione.
In ogni caso, la Massoneria fatica ancora a oltrepassare il proprio ambito nazionale. L’emergere di alcune rare Logge dedicate all’Europa non sembra di natura tale da cambiare fondamentalmente questa situazione, che rimane strettamente legata allo zoccolo elettorale nazionale degli esecutivi obbedienziali e al relativamente debole livello generale di attenzione rivolto dalle Logge a quanto oltrepassa il loro ambito più prossimo.
Non si devono sottostimare gli aspetti estremisti, che perdurano.
La Germania rappresenta, con la Francia, il bacino continentale europeo nel quale l’Ordine massonico si è per eccellenza precocemente stabilito e sviluppato.
Chiunque ricorderà la relazione ambigua, ma reale, tra Voltaire e il re di Prussia Federico II il Grande, al quale sarà anche attribuita una paternità contestabile delle Grandi Costituzioni del 1786, oggi considerate dagli storici come un documento apocrifo.
Il paesaggio massonico europeo appare, lungo tutto il periodo che va dal 1870 sino alla Seconda Guerra mondiale, come il riflesso di società nazionali in profonda e forte mutazione sullo sfondo dell’onnipresenza della Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Prima di ciò sono esistite forti e precoci complicità filosofiche le cui tracce si ritrovano frequentemente nella storia e nell’origine di numerose Logge d’oltre Reno.
L’antagonismo franco-tedesco, dal 1870, non era d’altra parte abbastanza forte da escludere reali e commoventi tentativi capaci di superare le profonde ferite lasciate dalla sequela dei conflitti, senza contare la dolorosa questione dell’Alsazia - Lorena. A questo riguardo, l’esperienza inusuale e coraggiosa intrapresa e vissuta da Charles Bernardin, della Loggia La Fraternité Vosgienne a Epinal è sintomatica. Egli si adopererà, infaticabilmente e contro mari e venti, alla riconciliazione tra Massoni tedeschi e francesi. Visionario e autentico universalista, la sua opera giungerà sino a una celebre e promettente fraternizzazione tra i massoni delle due rive del Reno, della quale uno dei punti culminanti fu, molto simbolicamente, un incontro di circa quattrocento Fratelli, nel maggio 1928 a Verdun, il carnaio ove perirono tanti soldati dei due paesi.
L’avvento di Adolf Hitler e del nazismo avrebbe posto fine a questo slancio promettente ed è importante continuare a conservare memoria dell’azione di Charles Bernardin, tanto il suo generoso esempio è importante.
L’Ordine massonico dell’epoca moderna in Germania può far data dalla fusione, nel 1872, delle tre Gran Logge di Prussia con le altre cinque che si erano in precedenza costituite a Bayreuth, Amburgo, Dresda, Francoforte sul Meno e Darmstadt, confluenti per costituire insieme l’Alliance des Grandes Loges.
Dal 1922, le Gran Logge Prussiane si separano adducendo, stigmatizzandolo, “il pacifismo e il cosmopolitismo” di questa Alleanza. Si svolgono in quest’epoca le azioni di riconciliazione del Francese Bernardin, consigliere dell’Ordine del Grande Oriente di Francia e Membro del Gran Collegio dei Riti, che erano direttamente presi di mira. Un segno di cattivo presagio.
Un po’ più tardi, nel momento delle grandi sfide poste dal regime hitleriano, all’inizio degli anni 1930, alla Massoneria tedesca, alcuni Massoni prussiani conformisti, desiderosi di adeguarsi alle circostanze e credendo di potere allineare le loro Logge al nazismo appena affermatosi al potere a Berlino, s’impegnarono a dimostrare, anche se invano e contro ogni evidenza, che le Gran Logge prussiane, quelle facenti atto di alleanza con il nazismo, erano eredi delle corporazioni.
Secondo loro, le prime Logge germaniche non erano per nulla inscritte in una genealogia che le legasse alla Gran Loggia Madre di Londra. Esse faranno di tutto per tentare di accreditare la tesi di una chimerica filiazione tra i massoni tedeschi e i tagliatori di pietre, i cui “statuti di Ratisbona” (1459) potevano stabilire la loro “rispettabilità nazista”. Dopo avere perso il loro onore ed essersi impegnati in una via risolutamente antisemita e ultranazionalista, le Obbedienze persero nel 1935, come le altre Logge della Germania, qualsiasi diritto di esistere.
Solo la Gran Loggia simbolica tedesca si oppose risolutamente al nazismo e numerosi furono i massoni tedeschi costretti all’esilio o a perire nei campi di concentramento, come altri oppositori del regime.
Il lettore potrà meditare sulla celebre filastrocca Matin brun[14] che risuona sempre come una messa in guardia contro tutte le abiure e le vigliaccherie che si pagano sempre, e molto caro, sotto tutte le latitudini.
L’Ordine, che contava in Germania circa 76.000 membri e non meno di 135 Logge, figurava tra i più importanti del continente europeo nel 1933. La sua storia particolarmente ricca ne faceva un vero gioiello, che doveva offuscarsi e non rimettersi mai veramente dai cataclismi della storia mortale del XX secolo. Certamente non mancarono sforzi per risuscitare le Logge nel 1945. Tuttavia, il paese occupato e diviso in tre zone occidentali e una sovietica, poi in due Repubbliche, una federale di Germania (R.F.A.), l’altra “Democratica Tedesca” (R.D.A.)[15] ha incontrato considerevoli difficoltà a ricostruire quanto era stato distrutto dalla dittatura, il terrore e la guerra. E non dimentichiamo che qualsiasi iniziativa del genere era ovviamente vietata nella R.D.A. sino alla caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 1989.
Anche se l’ambizione di una rinascita ha potuto animare i massoni tedeschi, essa si scontra a Ovest con gli scogli chiaramente identificati dal già Gran Commendatore del Supremo Consiglio del REAA per la Germania, Gunter Münzberg[16] e a Est con le conseguenze di quasi sei decenni di eclissi totale delle libertà e di qualsiasi pratica massonica, implicante una quasi irrimediabile rottura nella catena iniziatica, con l’aggiunta di una molto ampia indifferenza spirituale che colpisce peraltro notevolmente anche le credenze religiose.
Le Gran Logge tedesche, riunite in seno alle Gran Logge Unite di Germania (V.G.L.) nel 1949, sono riconosciute dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra nel 1956, dopo vani tentativi di fare lo stesso da parte del Grande Oriente di Francia, falliti a causa delle pressioni americane nel 1952.
Altri approcci, pensiamo a quelli della GLDF nel 1989, si urteranno questa volta contro i divieti della Gran Loggia Unita d’Inghilterra.
Quanto al Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato per la Germania, costituito tardivamente, il 10 febbraio 1930, esso ha conosciuto le stesse vicissitudini della storia, ma ha largamente concorso, grazie alla qualità e alla volontà tenace dei suoi membri, alla rinascita dell’Ordine dopo la Seconda Guerra mondiale.
Tuttavia l’erosione della Massoneria tedesca, rinchiusa nella rigida costrizione dottrinaria anglosassone, alla quale le individualità si sforzano invano di resistere, non risparmia nessuna delle sue istituzioni e gli effettivi delle Logge ne soffrono, poiché esse non sommano attualmente, nel 2016, più di 14.000 membri, vedendo quindi i loro ranghi declinare inesorabilmente verso l’abisso.
Peraltro, essa cela ancora forti potenzialità in ragione della vera cultura massonica di molti dei suoi membri, purtroppo i più anziani, in particolare coloro i quali svolgono un notevole lavoro nell’ambito della Loggia di ricerche di Bayreuth, Quatuor Coronati n° 808, luogo di erudizione, scrigno della conoscenza e sempre autentico crogiolo di eccellenza universalmente riconosciuto.
Citeremo qui, con rispetto, la prima scuola di ricerche autentiche, alla quale Alain Bernheim ci invita, così come fu già nel passato per tanti massoni tedeschi. Non è dunque un caso se la prima Enciclopedia massonica in tre volumi fu pubblicata oltre - Reno tra il 1822 e il 1828, con una seconda edizione pubblicata nel 1870, mentre nel 1844, Klaus stilava la prima bibliografia massonica. Vi si accordava un ruolo importante alla storia dell’Ordine in Francia. Nel 1870, Darwitz vi tratterà della Patente Morin ritrascritta da Albert Pike, che possedeva un esemplare del documento originale, quest’ultimo purtroppo scomparso.
La Spagna vede nel 1868, con la Rivoluzione, la sua Massoneria prendere uno slancio che segnerà anche il periodo dorato della sua storia. Infatti, la Costituzione del 1876 avrebbe permesso per la prima volta la legalizzazione della Massoneria in questo paese. Questo sviluppo disordinato va di pari passo con un brulichio inestricabile di Obbedienze che, invece di rafforzare l’Ordine, ne danno un’immagine deplorevole a causa delle loro diatribe interne.
Nel 1896 si contano non meno di trenta Obbedienze che sommano circa 1.200 Logge, i cui membri provengono soprattutto dalle classi medie e progressiste. In crisi profonda alla fine del XIX secolo, la Massoneria spagnola finì per riformarsi. Essa adotta, nel 1922, un modo istituzionale di funzionamento che si basa su sette Gran Logge Regionali, mentre, a Barcellona, la Gran Loggia Simbolica Regionale Catalana rinuncia al proprio tropismo nazionalista. È anche un periodo in cui la Massoneria spagnola si distingue per un impegno nell’ambito dell’Associazione Massonica Internazionale (A.M.I.).
Sotto la II Repubblica spagnola, l’Ordine conta circa 5.000 membri esposti a una propaganda ferocemente ostile da parte degli ambienti ecclesiastici, militari conservatori e falangisti. Prima dell’avvento al potere del generale Franco e la fine della guerra civile, è pubblicato nel 1936 un decreto antimassonico. Poi, dal 21 dicembre 1938, il Caudillo ordina la distruzione dei simboli massonici nei cimiteri, considerati come un’offesa alla Chiesa cattolica. Le Logge cadono infine sotto il colpo della legge del 9 febbraio 1939, e i loro membri sfuggono per poco a una legge che rende l’appartenenza massonica passibile di pena capitale.
Questa sorte non sarà tuttavia loro risparmiata quando, alla fine della guerra civile, una nuova legge è promulgata da Franco, che istituisce un “Tribunale della repressione della Massoneria e del comunismo”. In sostanza, nessun Massone spagnolo che non abbia scelto l’esilio vi sfuggirà. La repressione fu accanita e senza pietà, giungendo sino a giudicare i Massoni post-mortem. La fine della dittatura e la salita al trono di re Juan Carlos I, il 22 novembre 1975, con potere supremo, segneranno l’inizio di una nuova era.
Ma la Massoneria spagnola non si è mai veramente ripresa da questa lunga notte e fatica sempre a raggiungere una rinascita che arricchirebbe il paesaggio massonico europeo.
La moltitudine di piccole Obbedienze e la frammentazione della Massoneria spagnola vanno di pari passo con gli effettivi che, più ancora che in Germania, non riescono a raggiungere livelli che permettano di parlare di una resurrezione significativa. Le influenze avverse delle correnti massoniche latine e anglosassoni producono qui un effetto amplificatore delle debolezze dell’Ordine, che porta le stigmate dell’esilio e delle persecuzioni.
Un’eclisse durante la quale si sono intrecciati forti legami con il Grande Oriente di Francia, le cui Logge hanno accolto generazioni di rifugiati durante il franchismo. Così non è sorprendente che il Supremo Consiglio Massonico di Spagna, la cui sede è a Barcellona, sia stato reinstallato dal Gran Collegio dei Riti del Grande Oriente di Francia nel 1987, sotto la presidenza del Gran Commendatore Vilaplana-Fuentes. Da allora, rapporti particolarmente stretti, obbedienziali e giurisdizionali, degli Alti Gradi del REAA, si sono annodati e considerevolmente sviluppati da una parte e dall’altra dei Pirenei.
Si ricorderà anche che il Messico è stato parimenti un’oasi, in cui numerosi massoni spagnoli hanno potuto proseguire le loro attività durante l’oscuro periodo della dittatura[17].
L’Italia conosce una situazione molto particolare per l’Ordine, che si confronta con la presenza a Roma degli Stati pontifici e con un’opposizione molto pregnante della Chiesa. Tale prossimità, abbastanza paradossalmente, non è tuttavia priva di sfumature.
Le condanne reiterate della Massoneria, la Rivoluzione francese e poi l’Impero che condusse alla creazione nel 1805 del Grande Oriente d’Italia e del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato a Roma, sono altrettanti ingredienti che contribuirono a esacerbare i rispettivi rapporti di forza.
La figura significativa di Garibaldi, ma anche quella di Mazzini, impregnano della loro immagine un paesaggio massonico fortemente segnato dalla storia politica e religiosa e dall’unità tardiva del paese, nel 1859.
Questa realtà ha contribuito non poco all’affermazione di forze centrifughe, con nuclei massonici regionali in continuo conflitto dialettico.
Nel 1912, il Grande Oriente d’Italia annovera un numero di effettivi pari a 20.000, dei quali 17.000 praticano il Rito Scozzese Antico e Accettato, e adotta una linea politica progressista.
Dopo la Prima Guerra mondiale, un decreto sospende qualsiasi attività massonica in Italia. Si dovrà attendere lo sbarco alleato, nel 1943, perché la Massoneria italiana, molto indebolita, si ricostituisca. Tuttavia una nuova era di grande instabilità e di divisioni segnerà questa rinascita, che avviene con il risorgere di gruppi dissidenti, fonti di moltiplicazione delle Obbedienze italiane.
La trasparenza del paesaggio massonico della penisola non ne trae vantaggio e costituisce contemporaneamente un terreno ideale per demonizzare l’Ordine. Il Grande Oriente d’Italia continua, in un primo tempo, a inscriversi in una linea laica e anticlericale per poi cambiare radicalmente orientamento nel 1961, rompendo le sue relazioni con il Grande Oriente di Francia per avvicinarsi alla Gran Loggia Unita d’Inghilterra.
Nello stesso periodo in cui, nel 1972, è ottenuto il riconoscimento di Londra, s’ingaggiano senza grandi risultati tentativi di dialogo con la Santa Sede.
Una crisi maggiore (senza dubbio uno dei più grandi scandali politico-affaristici mai conosciuti) scoppia in seguito con la tristemente famosa Loggia Propaganda Massonica n°2, detta “Loggia P2”, che consocia un migliaio di membri. Questa vicenda, anche se ha poco a che vedere con le realtà dell’Ordine massonico, porta alla luce aspetti opachi e clandestini collegati alla “Trilaterale”[18]. La “P2”, animata da un anziano membro del partito nazionale fascista italiano, Licio Gelli, aveva ordito un complotto mirante a una completa riorganizzazione politica dell’Italia, sotto la copertura di quella che era divenuta una vera, falsa, appartenenza massonica. Non c’era bisogno d’altro per gettare un discredito durevolmente pregiudizievole sull’Ordine, che è tuttora in difficoltà, anche se, nel 1981, la “P2” fu disciolta e Licio Gelli fu radiato dal Grande Oriente d’Italia.
La Gran Loggia d’Italia, creata nel 1908, il cui Gran Maestro è anche il Gran Commendatore del Supremo Consiglio, s’inscrive nella tradizione del Rito Scozzese Antico e Accettato. Vicina al Grande Oriente di Francia, è mista e rappresenta oggi, con alcune sfumature, la corrente conservatrice liberale dell’Ordine, ma anche una delle più importanti Obbedienze “adogmatiche” continentali.
A questo titolo occupa un posto significativo nel CLIPSAS e sulla scena internazionale.
I suoi effettivi sono nell’ordine dei 13.000 membri e il suo Supremo Consiglio è uno degli attori più in vista sulla scena internazionale del Rito Scozzese Antico e Accettato.
Il Portogallo visse tra il 1849 e il 1867 una serie di scissioni di Obbedienze, che da cinque arrivarono a otto.
Il Rito Scozzese Antico e Accettato, introdotto tardivamente, nel 1837, si organizza in un Supremo Consiglio autonomo, prima che nel 1869 le funzioni di Gran Maestro e di Gran Commendatore si uniscano alla testa dell’ormai Grande Oriente Lusitano Unito, Supremo Consiglio della Massoneria portoghese.
L’Ordine conosce un periodo fausto sino al 1926 e occupa un ruolo notevole in tutto il progresso politico e sociale della società portoghese, compresi i possedimenti coloniali. Gli effettivi delle Logge crescono rapidamente. Da circa cinquecento membri e 36 Logge, nel 1870, passa, alla vigilia della Prima Guerra mondiale, alla cifra di più di 4.000 Fratelli che lavorano in Logge che attirano anche numerosi massoni spagnoli che affluiscono in fuga dal loro paese dopo la rivoluzione del 1868. La politicizzazione delle attività massoniche portoghesi, a partire dalla rivoluzione repubblicana del 1913, conduce a dissensi e poi a una divisione in diverse Obbedienze.
Malgrado tutti gli sforzi di riunificazione, nel 1926 l’Ordine ne uscirà indebolito, poi sarà esposto una nuova volta alle persecuzioni sotto la dittatura di Salazar. Si apre, da allora, un lungo periodo di clandestinità e di attività in esilio che attestano la sempre forte tonicità dei Massoni di questo paese.
Così, essi non hanno mai cessato la loro attività sino alla rivoluzione dei garofani del 25 aprile 1974, alla quale prendono coraggiosamente parte attiva. La Gran Loggia Unita d’Inghilterra e le Obbedienze americane, che avevano avuto un atteggiamento perlomeno ambiguo nei confronti del Grande Oriente Lusitano nel 1941, si adoperarono nel 1984 per fare aderire nel loro ambito “regolare” alcuni massoni portoghesi, che fondarono all’epoca la Gran Loggia del Portogallo, completata da un secondo Supremo Consiglio per il Portogallo.
Queste due potenze massoniche furono riconosciute, la prima da Londra, la seconda dal Supremo Consiglio della Giurisdizione Sud degli Stati Uniti, mentre si affermavano contemporaneamente legami stretti tra il Grande Oriente Lusitano, la Gran Loggia di Francia e il Grande Oriente di Francia.
Nel 2007 il Supremo Consiglio del Portogallo e le tre Giurisdizioni del Rito Scozzese Antico Accettato di Spagna (Barcellona), del REAA-GODF e d’Italia (Gran Loggia) firmano, il 28 marzo a Lisbona, il trattato di amicizia e di collaborazione delle giurisdizioni latine, chiamato anche Pacte Latin e simbolicamente redatto nella lingua di Cicerone. Questo legame consacrava, con una forte ambizione e un’affermazione di civiltà universale, i legami privilegiati frutto della storia e di rapporti culturali secolari particolarmente condivisi dai Massoni di questi quattro paesi.
In Belgio le Logge, dopo avere iniziato numerosi cattolici, anche dopo il 1830, hanno cambiato profondamente fisionomia dopo la pubblicazione, nel 1864, dell’enciclica Quanta Cura e del Syllabus di papa Pio IX, che rimettevano in discussione le acquisizioni dei Lumi. A partire dal 1870, l’Ordine s’impegnerà in una militanza laica, trovando presto la propria traduzione politica nei due partiti belgi, uno liberale – il partito liberale – e l’altro operaio, creati nel 1885, mentre, per contro, il potentissimo partito cattolico regnava indisturbato. Questa situazione si sarebbe mantenuta sino alla fine della Prima Guerra mondiale.
La Massoneria belga deve solo alla saggezza del Gran Maestro del Grande Oriente, Eugène Goblet, il fatto di avere evitato di trasformarsi anch’essa, sotto l’effetto di opposizioni esacerbate, in una lega politica politicizzata che l’avrebbe snaturata, allontanandola dal cammino massonico propriamente detto. Questo illustre massone, che fu anche Gran Commendatore del Supremo Consiglio, sarebbe divenuto più tardi rettore dell’Université Libre di Bruxelles, gioiello significativo di una scuola di pensiero e di un insegnamento staccato dalla religione.
Le rivalità politiche che attraversavano le Logge erano così forti che numerose fra esse non resistettero alle tensioni che minavano l’Ordine, in seno al quale il ventaglio ideologico mal si coniugava con una radicalizzazione che creava linee di frattura. Si constatò una certa calma a partire dal 1891, epoca nella quale i dibattiti politici nelle Logge si calmarono, mentre le offensive esterne all’Ordine si manifestarono già prima dello scoppio della Prima Guerra mondiale e sino al 1930 – con una pausa forzata durante l’occupazione tedesca e le ostilità dal 1914 al 1918 – offensive delle quali la Lega antimassonica, emanazione dei circoli cattolici, nazionalisti e fiamminghi fu uno dei principali motori.
Il paesaggio massonico belga, forgiato dalle prove, dopo avere rotto dalla fine del XIX secolo con la Gran Loggia Unita d’Inghilterra (il che non esclude la diversità e la permanenza di una Gran Loggia “regolare”), è attualmente, con quello di Francia, uno dei più diversificati e anche il più dinamico di Europa.
Le Logge interdette, come dappertutto altrove tra il 1940 e il 1945, non avevano atteso il ritorno al libero esercizio delle loro attività per diversificare le loro scelte.
Il Droit Humain, federazione mista del Belgio, aveva visto la luce nel 1911 e, nel 1930, alcuni Massoni desiderosi di ritornare alla tradizione del Grande Architetto dell’Universo, e senza dubbio anche con la segreta speranza di riannodare le relazioni con Londra, avevano aperto la via alla creazione, nel 1959, della Gran Loggia del Belgio, Obbedienza legata al Supremo Consiglio del REAA.
Venti anni più tardi sarebbe nata la Gran Loggia Regolare del Belgio.
Dal 1981, una Gran Loggia Femminile del Belgio, creata con il concorso iniziale della Gran Loggia Femminile di Francia, ha preso uno slancio considerevole per affermare, oggi più che mai, le proprie radici francesi in numerosi paesi e continenti dove ha impiantato le sue Logge.
I sistemi degli Alti Gradi belgi sono essenzialmente “scozzesi” e contribuiscono così alla polifonia particolare che autorizza quest’appartenenza a un rito che, peraltro, conosce diversi Supremi Consigli belgi. Si assiste oggi a sforzi di riavvicinamento inter-obbedienziali e giurisdizionali, che non hanno ancora preso corpo ma che non dovrebbero modificare gli equilibri geopolitici massonici europei.
Infine, fatto abbastanza significativo, le dispute linguistiche tra abitanti di lingua olandese e abitanti di lingua francese, che agitano regolarmente e sempre di più il Belgio, hanno a tutt’oggi risparmiato l’istituzione massonica. Forse i legami con le Logge dei paesi vicini, e in particolare francesi, contribuiscono a questa eccezione?
Forte di un totale di circa 35.000 membri, e con un’età media dei suoi aderenti che attesta l’interesse perenne della gioventù, la Massoneria belga rappresenta, con quella in Francia, un episodio di eccezione, essendo la percentuale (0,35%) del numero di Massoni in rapporto alla popolazione il più alto in Belgio, paese che conta un totale di più di undici milioni di abitanti.
Il Lussemburgo conobbe nel 1936 un’evoluzione dell’Ordine che si tradusse nella creazione di una Gran Loggia e nella separazione delle Logge simboliche dall’istituto del Supremo Consiglio massonico per il Granducato di Lussemburgo, sino ad allora organo centrale di tutto l’edificio massonico nazionale.
La “notte di bronzo” inizia alla Pentecoste del 1941, con la dominazione nazista, e termina il 10 settembre 1944 con la Liberazione. Sui 72 massoni che contava la Gran Loggia all’inizio della guerra, alcuni sono morti, altri non riprendono contatto e due sono radiati per collaborazionismo. È dunque con effettivi molto indeboliti numericamente che l’attività riprende il 29 luglio 1945.
Nel maggio 1949, l’Obbedienza ratifica la Déclaration en cinq points de Winterthur. Il Grande Oriente del Belgio porta il suo contributo alla ricostruzione nel 1947, e il 4 luglio 1953 la partecipazione congiunta, alla festa dell’Ordine organizzata dalla R.L. Les Enfants de la Concorde fortifiée, dei delegati della Gran Loggia di Francia, del Grande Oriente di Francia, della Gran Loggia Unita di Germania, del Grande Oriente del Belgio e del Grande Oriente dei Paesi Bassi sembra portare un profumo di concordia massonica piuttosto promettente. Questa speranza sarà presto delusa e la ratifica della Convention de Luxembourg del 15 maggio 1954 segna una svolta verso un allineamento stretto con Londra di una parte di massoni lussemburghesi.
Questo evento condusse alla creazione, il 26 novembre 1959, del Grande Oriente del Lussemburgo. I rapporti fraterni e le visite reciproche, alla prova dal 1956, proseguono sino al 1958, quando, in virtù della Convention de Luxembourg, alle Logge dette regolari è ingiunto di cessare ogni rapporto con i Massoni che non appartenevano alle Obbedienze firmatarie la Convenzione.
Le relazioni obbedienziali diventeranno segmentate e la GLNF diventerà il partner della Gran Loggia del Lussemburgo, mentre il Grande Oriente di Francia e la Gran Loggia di Francia manterranno i contatti con il Grande Oriente del Lussemburgo (GODL), le cui attività saranno congelate nel 1968 (dopo tentativi infruttuosi di riavvicinamento tra la GLDL e il GODL), sino alla sua rinascita il 22 ottobre 1982, questa volta in una versione mista.
Gli Alti Gradi del Rito Scozzese Antico e Accettato in Lussemburgo sono posti, per gli uni sotto la giurisdizione di un Consiglio autonomo, istituito nel 1956 sotto l’egida del Supremo Consiglio del Belgio, e per gli altri sotto quella sovrana del Supremo Consiglio, Gran Collège du REAA del Lussemburgo, che ha ricevuto la sua patente nel 2002 dal Supremo Consiglio del Grande Oriente di Francia.
Questa Giurisdizione è firmataria della Dichiarazione di Ginevra del maggio 2005.
I Paesi Bassi, importante potenza marittima e coloniale, terra tradizionale di libertà che sovente, nella sua storia, è stata terra d’asilo per gli spiriti liberi e frondisti, non potevano che avere vocazione a divenire un’oasi massonica di prima scelta.
Amsterdam aveva offerto, non lo si può assolutamente dimenticare, rifugio a Descartes ed è in questa città a vocazione editoriale che si stampavano libri vietati altrove in Europa e giornali satirici o semplicemente libri di alto livello. Ma l’equazione sarebbe troppo semplice se ci si attenesse solo a questo. Bisogna anche mettere in conto l’influenza, sia diplomatica sia nella società civile, come in Massoneria, del vicino britannico, che aveva accolto i resistenti olandesi durante l’occupazione tedesca. Senza dimenticare quella, nel sud cattolico di Maastricht, di una Chiesa che conquistava potenza e influenza in un paese di solida tradizione calvinista.
Solo a partire dal 1931 alcune Logge presero piede nell’Olanda meridionale, prima di tutto a Eindhoven. L’occupazione nazista non dissuase gli Olandesi dal decretare una protesta nella quale i Massoni ebbero la loro parte, nel febbraio 1941, nel levarsi contro le persecuzioni e le deportazioni razziste antisemite. Il Gran Maestro Hermanus van Tongeren ne pagò il prezzo con la vita, deportato nel campo di concentramento di Sachsenhausen, triste sorte che condivisero tanti altri Massoni e resistenti olandesi.
Dei 4.000 membri che contava il Grande Oriente dei Paesi Bassi nel 1940, 3.000 ritrovarono alla Liberazione il cammino di 59 Logge i cui fuochi furono riaccesi.
Nel 1955 si contavano 12 nuove Logge supplementari e 850 membri in più.
Il coinvolgimento internazionale dei Massoni olandesi li condusse a giocare un ruolo trainante in diverse iniziative multilaterali. Questo avvenne nel 1921 con la creazione dell’Association Maçonnique Internationale e, ancora prima, nel 1905, con la creazione della Ligue Maçonnique Universelle che annoverava svariate centinaia di membri olandesi. Essi furono dunque del tutto favorevoli alla Convention de Luxembourg nel 1954.
La federazione olandese del Droit Humain è una tra le federazioni europee particolarmente attive dell’Ordine misto e anche una delle più antiche. Essa ha visto la luce nel 1904 e contribuisce al dialogo europeo.
La fine dell’impero coloniale olandese, nel 1949, non mise immediatamente termine alle attività massoniche in Indonesia, importante paese islamico. Il progetto concepito a L’Aia aveva immaginato il mantenimento sotto tutela olandese delle Logge che iniziavano membri indonesiani, aspettando che esse avessero capacità di autonomia. Beninteso, gli Indonesiani che si fecero iniziare rivendicarono immediatamente la loro indipendenza massonica e crearono, nell’aprile 1955, la Gran Loggia Timur Agung Indonesia, a fianco delle Logge coloniali frequentate sino al 1960 dai Massoni olandesi.
Dal 1961 le autorità indonesiane interdissero qualsiasi attività massonica, situazione che prevale a tutt’oggi.
Sull’esempio delle Obbedienze francesi, l’Ordine olandese recupererà dalla Russia, dopo la perestroïka, una parte degli archivi delle Logge confiscati dai nazisti. Una fondazione, il Cultureel Maçonniek Centrum Prins Frederik (CMC), è stato creato nel 1995 per assicurarne la conservazione e la consultazione.
La Svizzera, dopo aver conosciuto sotto Napoleone il periodo detto di “médiation”, tra il 1803 e il 1813, vide la sua Massoneria consolidarsi nell’insieme del suo territorio, ma l’Ordine non fu risparmiato dai processi alle intenzioni, mediante attacchi contro le “società segrete”, né dalle rivalità e cupidigie straniere provocate dalla sua situazione geografica e politica.
Gioco di potere tra la corona d’Inghilterra, la Francia, l’Italia e la Germania, oasi per i rifugiati politici tedeschi, italiani o polacchi, la Svizzera è a volte considerata come la culla della sovversione, di cui le Logge sarebbero naturale rifugio e bersaglio degli elementi reazionari. Così nel momento in cui “Les Trois Glorieuses” (Le Tre Giornate: 27, 28, 29 luglio 1830, N.d.T.) sono fatali a Carlo X e in cui, in America latina, Simon Bolivar libera il Venezuela e la Colombia dal colonizzatore spagnolo, il tempo della lotta contro i movimenti conservatori impregna inevitabilmente la storia massonica del paese. L’Ordine si evolve verso l’unità per assicurare la propria sopravvivenza. È utile dunque analizzare prima di tutto l’emergere della Grande Loge Suisse “Alpina” fondata nel 1842.
Alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo le Logge si coinvolsero nel movimento per la pace, impegno che condurrà nel 1892 alla creazione, a Berna, del Bureau International de la Paix, nel quale tre Massoni svolgeranno un ruolo preminente: Elie Ducommun, Gran Maestro della Grande Loge Suisse “Alpina”, Louis Ruchonnet e Frédéric Bajer, dei quali il primo ottenne anche il premio Nobel per la pace.
Il ruolo della Grande Loge Suisse “Alpina” nelle relazioni massoniche internazionali attesta della sua vitalità e della sua capacità di giocare un ruolo trainante notevole nella vita massonica internazionale. Essa trae anche pienamente profitto dalla sua posizione geopolitica[19]. Tuttavia non sarà risparmiata dall’ondata del nazismo in Germania, del fascismo in Italia e del petenismo in Francia, avendo l’antimassonismo avuto alla fine ragione di metà dei suoi effettivi alla fine della Seconda Guerra mondiale.
Oggi l’Ordine non somma più di 5.000 Massoni svizzeri, tutte le Obbedienze comprese; cifra da rapportare a una popolazione di sette milioni di anime. Ma, sull’esempio di Francia e Belgio, la Svizzera ha una grande diversità di Obbedienze; solo l’“Alpina” è riconosciuta da Londra e totalizza il maggior numero di effettivi, con 3.700 membri ripartiti in 78 Logge. È l’unica Obbedienza elvetica a vedere crescere i propri effettivi. Il Grande Oriente di Svizzera, vicino al GODF, ha solo 15 Logge e 380 massoni; la Gran Loggia Femminile di Svizzera si attesta su cifre simili; mentre il Droit Humain non supera la cifra di 160 membri, che lavorano in 6 Logge.
I paesi scandinavi costituiscono un bacino massonico che reca l’impronta forte e dominante del Rito Svedese. Essi hanno un numero di effettivi relativamente importante, se lo si confronta con la popolazione.
Per 19 milioni di abitanti (Svezia, 9 milioni; Danimarca, 5,4 milioni e Norvegia, 4,6 milioni), essi totalizzano 43.000 membri: 14.500 in Svezia (42 Logge e una media di 345 membri per ciascuna di esse); 19.000 in Norvegia (ripartiti in 60 Logge, i cui effettivi medi si attestano a più di 310 membri) e 9.500 in Danimarca (100 Logge, di circa 97 membri). Mentre la Svezia e la Norvegia non conoscono che un solo Ordine massonico che amministra un unico rito, la Danimarca ha due istituzioni che assolvono questa funzione. Dietro a queste cifre lusinghiere si nascondono tuttavia realtà contrastate e le massonerie svedese e norvegese soffrono di un forte invecchiamento, faticando a rinnovare i propri ranghi e ancor più ad attirare i giovani. La Massoneria norvegese è tuttavia l’unica ad avere deciso una politica destinata a risanare la situazione. Per tale motivo ha adottato una serie di misure mirate a portare gli effettivi delle Logge a 20.000 membri in dieci anni. Nell’elenco delle iniziative adottate figura la costruzione di nuove Logge, di nuovi triangoli e una maggiore cura accordata alla qualità dei lavori, che tuttavia restano limitati al solo rituale. Il che rischia evidentemente di limitare la bontà di tali iniziative.
I paesi dell’Europa centrale e dell’Est conosceranno un lungo periodo durante il quale l’Ordine massonico sparirà totalmente, prima sotto l’effetto della Rivoluzione sovietica in Russia, nell’ottobre 1917, poi sotto quello dei regimi totalitari nazional-socialisti o fascisti e, dopo la Seconda Guerra mondiale, dietro la cortina di ferro, sotto l’influenza dello stalinismo e dell’occupazione sovietica.
Esposto tradizionalmente, in questi paesi più che altrove, alle ostilità forti e congiunte degli ambienti conservatori, religiosi e antisemiti, troppo elitario e anche debolmente ancorato nelle società civili, l’Ordine subisce in pieno le persecuzioni dalle quali uscirà assottigliato e faticherà nel tentare una rinascita delle Obbedienze dopo la caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 1989, e la perestrojka in Russia.
Le situazioni sono contrastate. L’Ungheria, dove la tradizione massonica è più antica e aveva potuto trasmettersi attraverso l’esilio, faceva eccezione sino all’avvento al potere del partito del presidente Orban, nostalgico assertore del nazionalismo conservatore e xenofobo esacerbato.
La Massoneria aveva conosciuto un effimero tentativo di rinascita dopo la Seconda Guerra mondiale, ma era stata costretta a vivere nella clandestinità tra Budapest[20], Vienna e l’esilio. A Parigi, questo si era tradotto nella creazione della Loggia Martinovics da parte della Gran Loggia di Francia. Per una volta, le due grandi Obbedienze francesi, il Grande Oriente di Francia e la Gran Loggia di Francia sapranno fare opera comune di ricostruzione insieme, conducendo al risveglio del Grande Oriente di Ungheria, mentre la Gran Loggia simbolica di Ungheria è riattivata da massoni che provenivano dall’esilio austriaco.
Il Droit Humain e una Loggia femminile completeranno queste iniziative, senza che peraltro lo sforzo dell’Ordine sia all’altezza delle attese, poiché i suoi effettivi totali si attesteranno solo su alcune centinaia. Sotto l’effetto della pressione politica del primo decennio del XXI secolo, si assiste a una decrescita che è il riflesso di una paura diffusa e purtroppo sempre più impregnata del ritorno dei vecchi demoni della storia.
Nell’ex - Cecoslovacchia, prima che le due repubbliche Ceca e Slovacca si separassero per mutuo consenso il 31 dicembre 1992, la Massoneria era nata nel 1918, all’indomani della Prima Guerra mondiale. Essa ebbe una storia delle più effimere. In effetti, la Gran Loggia Lessing e il Grande Oriente di Cecoslovacchia si erano dissolti nel 1938. I massoni furono per la maggior parte giustiziati, deportati nei campi di concentramento, dove morirono, o scelsero l’esilio durante l’occupazione nazista.
All’indomani della Liberazione, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra sostiene la Gran Loggia di Cecoslovacchia, mentre il Grande Oriente di Francia riallaccia i rapporti con i massoni di questo paese, tra i quali il presidente Benès e il suo ministro Mazaryk. L’avventura non resisterà al funesto “colpo di Praga” e si risolverà di nuovo in arresti e nell’interdizione della Massoneria nel 1951. Solo nel 1990 l’Ordine rinascerà dalle sue ceneri, con l’aiuto del Grande Oriente di Francia e del suo Gran Maestro Roger Leray, che installerà il Grande Oriente di Cecoslovacchia, mentre gli Americani sostengono e finanziano il risveglio della Gran Loggia.
La separazione dei due Stati non fa che meglio rendere evidente la quasi assenza dell’Ordine in Slovacchia e nel 2008, particolarmente sotto l’effetto di una competizione tra le tre principali Obbedienze francesi, il Grande Oriente di Cecoslovacchia, forte delle sue sette Logge e di 55 membri, rompe le sue relazioni con il Grande Oriente di Francia per avvicinarsi a un’Obbedienza riconosciuta da Londra.
Rafforzata dall’afflusso di questi Massoni che hanno scelto il riconoscimento della GLUA, l’Obbedienza ceca conta 500 membri, mentre una Gran Loggia di Slovacchia ha visto la luce a Bratislava, nel 2011.
In Polonia il calendario moderno della Massoneria polacca è poco differente da quello che era nell’antica Cecoslovacchia, poiché la sua prima Obbedienza risale al 1921 (Gran Loggia di Polonia) ma, trovandosi in urto con la Chiesa e con gli ambienti ultraconservatori, è indebolita da effettivi poco numerosi ed è colpita da interdizione dal 1938.
Dopo la Seconda Guerra mondiale e il pesante tributo pagato dalla Polonia, uscita amputata della sua parte orientale dal trattato di Postdam, avendo ricevuto “in cambio” una parte dell’antica Prussia orientale, è la frontiera dell’Oder-Neisse a imporsi. Non potendo ricostruire l’Ordine dall’esilio, sarà la Gran Loggia di Francia a farsene carico, insieme a un certo numero di rifugiati polacchi negli Stati Uniti. Anche il Grande Oriente di Francia prende iniziative che condurranno alla creazione di un Grande Oriente di Polonia che fatica, come la Gran Loggia di Polonia fondata dalla Gran Loggia Nazionale Francese, a trovare il proprio posto in un paese in cui rimane sempre molto difficile assumere scelte nei confronti delle quali la Chiesa manifesta sempre una potente ostilità.
Includendo il Droit Humain, la cifra globale degli effettivi dell’Ordine si attesta solo su qualche centinaio, anche se vi si aggiungono quelli delle Logge che discendono direttamente da Obbedienze straniere, in particolare da Cracovia.
Qui le osservazioni concernenti la spiritualità, precedentemente fatte per la Cecoslovacchia, sono non meno pertinenti. I massoni polacchi non sono anch’essi particolarmente inclini ad accettare i messaggi di chi propone loro lezioni di “laicità alla francese”, tanto quanto i loro vicini.
In Romania i legami culturali e linguistici latini con la Francia, ma anche con l’Italia, rappresentano un vantaggio per il rinnovamento di una Massoneria nata nel 1848 sotto la guida di massoni rumeni iniziati in Francia. Mentre altrove è la Chiesa cattolica a costituire il principale baluardo antimassonico, qui è il clero ortodosso a fare sempre da opposizione agli ideali dell’Ordine. Fu esso a ottenere già nel 1937 la dissoluzione delle Logge. I loro membri non conosceranno una sorte più invidiabile di quella riservata agli iniziati di altri paesi, esposti al regime fascista degli anni bui o alla peste nera. Ma i superstiti di questa terribile odissea riprenderanno “il testimone” nel 1944, sino a quando non cadranno di nuovo, come ovunque nell’Europa dell’Est, sotto la cappa comunista che, nel caso di specie, si tradusse dal 1950 in una repressione tanto barbara quanto senza pietà. Gli esiliati saranno per la maggior parte accolti dalla Gran Loggia di Francia e, dopo la caduta di Ceausescu, il Grande Oriente di Francia aiuta i Massoni rumeni a stabilirsi a Bucarest, mentre la Gran Loggia d’Italia fa del pari a Timisoara.
La Gran Loggia Nazionale Francese, disponendo di mezzi finanziari importanti, intraprende da parte propria, e in concorrenza non sempre necessariamente molto fraterna con la Massoneria americana, legata a strategie di interesse nazionale, una conquista di questi territori nazionali praticamente vergini.
La debolezza degli effettivi delle Gran Logge, la cui molteplicità batte tutti i record mondiali, non facilita certo la trasparenza e attesta della difficoltà di ricostruire un Tempio le cui pietre sono state per così tanto tempo disperse. Si opera secondo una franca confusione concorrenziale, illeggibile, che non autorizza i competitori e gli avversari dell’Ordine a una reale serenità… E tuttavia le buone volontà non mancano!
Rimane sempre difficile avanzare cifre credibili.
Per la Yugoslavia, terra tradizionalmente agitata e dove ebbe origine il pretesto per lo scoppio del primo grande cataclisma europeo e mondiale del 1914-1918, con l’assassinio a Sarajevo di Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero di Austria - Ungheria, è essenzialmente da parte serba che si devono ricercare le radici dell’Ordine.
Esso apparve all’indomani della Prima Guerra mondiale con la Gran Loggia Yugoslavia.
I suoi fondatori, serbi e croati, provenivano dalla Gran Loggia di Francia e dal Grande Oriente di Francia. Quelli che li seguiranno sulla via dell’iniziazione conosceranno lo stesso destino funesto riservato dai nazisti ai Massoni, in tutti i paesi caduti sotto la scure della Germania hitleriana, se del caso anche con l’aiuto degli Ustascia al loro soldo in Croazia.
È uno dei rari casi in cui l’Ordine conoscerà un’eclissi, totale e continua, sino alla caduta della cortina di ferro. La ricostruzione fatica più che altrove, a causa dell’instabilità politica e militare di cui il paese ha continuato a soffrire e conclusasi con la scissione della Repubblica federale di Yugoslavia; il presente non è ancora totalmente sereno, per l’emergere di nuove piccole entità statali dalle quali solo la Slovenia è, ad oggi, l’unica ad avere saputo uscirne.
Su ciò che sembra ancora un campo di rovine massoniche, gli sforzi congiunti di inglesi, americani, tedeschi e francesi obbligano a un pronostico riservato. Tanto più che, per complicare la situazione, le tre principali Obbedienze francesi sono in concorrenza. E, per complicare le cose ancora di più, l’Ordine deve affrontare l’opposizione degli ecclesiastici della Chiesa ortodossa.
In Bulgaria, come in Yugoslavia, l’Ordine si spegnerà dopo l’occupazione delle truppe naziste e sino all’apertura della cortina di ferro.
Attualmente ci si trova in presenza di una sola Obbedienza nazionale, la Gran Loggia di Bulgaria, riconosciuta da Londra, e di alcune Logge che derivano da potenze massoniche europee continentali (Grande Oriente di Francia e Droit Humain) e che hanno affiliazioni dagli ambienti liberali.
L’Ucraina, purtroppo al centro dell’attualità in una ricerca di nuovi equilibri geopolitici europei, è ancora troppo preda di problemi politici, di sicurezza e sociali interni, così come di quelli di un’affermazione regionale fragile di fronte al potente vicino russo. Tuttavia pare sia realistico guardare a progetti embrionali, anche se ad oggi ancora senza futuro, che comunque diverse Obbedienze hanno iniziato qui come nei paesi baltici.
La crisi acuta aperta nel 2015 nelle province orientali, nel Donbass, e i rallentamenti della “guerra fredda” o “larvata”, anche quando non siano combattimenti ben reali largamente sostenuti sotto banco dalla Russia di Putin, sono altrettanti elementi che hanno fatto svanire i primi passi della Massoneria in questo paese oggi destabilizzato e amputato della provincia di Crimea.
I Massoni americani in particolare vi si erano particolarmente coinvolti, adoperando mezzi fuori portata per qualunque potenza massonica europea. E le male lingue assicurano che i sussidi destinati dal Congresso degli Stati Uniti, per mezzo di alcune Officine ben conosciute, potrebbero essere la causa delle forti prevenzioni contro le quali si scontra sempre l’Ordine nella Russia di Putin.
Si può capire la poca simpatia di cui godono le attività di Logge che derivano dalla GLNF, dal GODF e dalla GLDF, ma anche dalla Gran Loggia Unita di Germania in un tale contesto.
Anche alcune alte giurisdizioni scozzesi sono all’opera, o tentano di farlo, ma le circostanze sembrano poco propizie a lasciare loro sperare di prosperare.
CAPITOLO 3 - Le Americhe
Il continente americano, dall’Alaska alla Terra del Fuoco, rappresenta uno degli spazi di maggiore densità massonica nel mondo, alla pari con il peso storicamente preponderante degli Stati Uniti d’America. Tuttavia questa visione globale non deve mascherare un’altra realtà. Si tratta di quella indotta dalla storia, dalla geopolitica, dalla cultura e dall’influenza delle religioni. Così, si può affermare che se la dottrina Monroe ha esercitato nel tempo un’influenza considerevole sulle mentalità e sulla realtà delle influenze del potente e spesso invadente grande fratello americano, quelle di Garibaldi e dei Libertadores, che traggono la loro ispirazione essenzialmente dalla Francia dei Diritti dell’Uomo, rimangono un altro fattore che è lungi dall’essere trascurabile. Noi Francesi abbiamo la tendenza spiacevole a dimenticare tutto ciò, nonostante gli incidenti sovente tragici della storia. Comunque, le attese rimangono grandi in questo spazio geografico.
La Massoneria negli Stati Uniti
Il lettore francese raramente affronta con serenità quanto attiene alla società americana. Ci troviamo spesso nel “registro” del rifiuto della fascinazione. Anche la Massoneria americana non sfugge a questo fenomeno, così come le visioni spesso caricaturali di un “paese-mondo” che, a causa anche dell’estrema diversità dei microcosmi, degli strati e degli apporti culturali, religiosi e filosofici, è complesso da circoscrivere e dunque da analizzare.
Il sogno americano, quello di cambiare il mondo esercitando una “leadership consensuale”, per utilizzare la formula di Zbigniew Brezinski, non può essere compreso se non si aggiunge al ragionamento questo insieme complesso, fatto di speranza, di storia, di religioni e di Massoneria, ma con poca laicità – almeno nel senso con il quale la intendiamo in Francia.
In effetti, la costituzione americana sancisce la separazione tra chiese e Stato proprio per proteggere e garantire l’esercizio di qualsiasi culto. Ragione per la quale i culti proliferano con grande diversità e più che altrove.
I primi passi della Massoneria si riscontrano già prima del 1730, in coincidenza con la nascita della Nuova Inghilterra, e dunque molto prima della creazione degli Stati Uniti d’America. Si può affermare che essa sia consustanziale alla società americana. Il che non è d’altra parte in contraddizione con un attaccamento viscerale alle religioni, in un paese di trecento milioni di abitanti, dei quali meno del due per cento si riconosce nel libero pensiero.
Le prime Logge nelle colonie americane appaiono in modo certo e documentato solo intorno al 1730. Ma è probabile che dei Massoni siano immigrati prima di questa data. Può darsi che non si fossero costituiti in Logge, o che i documenti delle prime Officine massoniche non ci siano pervenuti, avendo subìto i rischi dell’epoca dei pionieri.
Alcuni autori non hanno tuttavia esitato a speculare su un’attività precoce e strutturata di massoni inglesi, scozzesi o irlandesi nel “Nuovo Mondo”. Noi preferiamo attenerci ai fatti stabiliti e documentati.
Gli annali della “Gran Loggia di Saint John” di Filadelfia contengono il primo documento, datato 30 luglio 1733, che riferisce della nomina da parte del visconte de Montagu, Gran Maestro della Gran Loggia d’Inghilterra, di un Gran Maestro provinciale dell’America del Nord. Assistiamo dunque alle premesse di un’attività massonica annunciatrice di evoluzioni, che condurranno presto all’indipendenza proclamata il 4 luglio 1776 a Filadelfia.
Benjamin Franklin afferma molto presto l’identità massonica americana, pubblicando nel 1734 la prima versione americana di un testo massonico fondatore: le Constitutions di Anderson. Non è esagerato affermare che dei Massoni americani furono tra i futuri costruttori e i maggiori artefici della fondazione della nuova Nazione americana.
Essi figurano del pari in un “establishment” fondatore, il cui ruolo sarà duraturo e la cui influenza sarà profonda. Ma sarebbe erroneo trarne la conclusione che essi lavorassero in unanimità completa.
Le Logge massoniche americane del XVIII secolo furono attraversate da correnti contrarie. Alcune rimanevano legate alla corona britannica. Altre erano tra gli attori sovente più in vista della “Rivoluzione”, cioè dell’indipendenza. Le turbolenze che attraversano all’epoca la società d’oltre Atlantico non risparmiano dunque i Massoni americani, che disputano tra di loro anche in merito ad alcune opzioni dottrinali tra la scuola degli “Antichi” e quella dei “Moderni”, di cui sarebbe pesante e di poco interesse esporre in questa sede il significato[21].
Per avere una giusta misura della precoce, considerevole influenza che il pensiero universalista massonico ha potuto avere sulla società americana, è sufficiente visitare il Pantheon degli uomini politici, dei diplomatici, dei militari, dei pensatori, dei filosofi che hanno forgiato questa giovane Nazione.
George Washington, primo Presidente degli Stati Uniti, ne è figura emblematica per eccellenza. Non si contano le numerose opere consacrate a quest’ aspetto massonico molto marcato della sua personalità, né i quadri o le incisioni che lo rappresentano in decoro massonico mentre posa la prima pietra dell’edificio del Congresso. Si tratta di un vero culto che gli dedicano i Massoni americani, al punto da avere eretto un imponente Memoriale alla sua gloria su un promontorio ad Alexandria, nello Stato di Virginia, vicino alla capitale federale.
Da allora, la galleria dei 14 Presidenti massoni che si sono succeduti, sino a Gerald Ford, rende testimonianza di una solida tradizione. Essa sembra peraltro essersi persa a partire dagli anni settanta. Tuttavia, poiché credo che religioni e Massoneria vadano d’accordo negli Stati Uniti, l’anziano Presidente neo-conservatore George W. Bush, ben conosciuto per la sua religiosità tardiva, tanto esacerbata quanto esibita, non ebbe alcuna esitazione, nel corso della sua investitura nel 2001, a prestare giuramento sulla “Bibbia massonica”, la stessa sulla quale aveva giurato George Washington.
Barak Obama, primo presidente nero americano e democratico, farà lo stesso in due occasioni.
Il nostro compatriota La Fayette, anch’egli Massone e giovane protetto di George Washington, anche se non ebbe accesso alle massime responsabilità figura sempre nei ranghi degli eroi dell’Indipendenza e dei massoni conosciuti e sempre venerati dagli Americani. Non esiste una località americana che non abbia praticato una sorta di culto alla sua memoria, dedicando al suo nome una via o una piazza.
Non si trattò comunque dell’unico Francese e Massone che si distinse a quell’epoca in America. È in buona compagnia con l’ammiraglio de Grasse, vincitore della famosa battaglia di Yorktown, che diede il segnale decisivo dell’indipendenza. Molti fatti d’arme, di diplomazia e di Massoneria creano dunque legami precoci tra l’America in divenire e la Francia.
Benjamin Franklin, ambasciatore americano a Parigi, fu specularmente, nel corso di tutto il suo soggiorno nella nostra capitale, un Massone molto attivo nella famosissima Loggia delle “Neuf Sœurs”, crogiuolo dei Lumi che egli presiedette e che lo vide al fianco di Voltaire, Condorcet e Diderot.
Il radicamento religioso dei Massoni americani non li ha tuttavia messi al riparo da periodi difficili e di grandi incertezze.
Infatti intorno al 1820 emerge un “Partito Cristiano”, il cui programma è apertamente antimassonico. Questo gruppo prospera sul substrato d’inquietudine di numerosi pastori protestanti, che percepivano la Massoneria come una forza spirituale rivale, suscettibile di sconfinare sul perimetro di influenza cristiano. Il misterioso “affaire Morgan”, saggiamente orchestrato e strumentalizzato, avrebbe condotto ad accuse mai provate. E avrebbe segnato l’inizio di uno scontro senza pietà. Per poco, nel 1830, il candidato del “Partito Cristiano”, Thurlow Tweed, non fu eletto alla presidenza americana, il che avrebbe significato l’interdizione delle Logge nel Nuovo Mondo.
È essenziale conoscere questo episodio della storia americana per comprendere come in seguito, e sino ai nostri giorni, desiderosi di non esporsi ad un dibattito delicato con i sostenitori del neo-protestantesimo battista, i Massoni si dedichino a venire a patti con gli stati maggiori ecclesiastici adottando una linea mediana molto asettica.
La coniugazione del fattore religioso e di quello massonico è, in America, una dimensione che gli amici europei, e francesi in particolare, impregnati di cultura repubblicana e laica, hanno qualche difficoltà a cogliere. Ma non si deve perdere di vista il fatto che la società americana si è costruita e composta, dal periodo iniziale del “Mayflower”, attorno al libero pensiero religioso, pietra angolare della “laicità americana”.
In effetti i primi emigranti protestanti arrivati dai Paesi Bassi o dall’Inghilterra avevano sovente fatto il grande passo essenzialmente per questa ragione. Essi erano alla ricerca di una nuova terra promessa. Sono loro che hanno forgiato la comunità “WASP” (White, American, Saxon, Protestant). Essi rappresentano, non si sa ancora per quanto tempo, il nocciolo duro, fondatore e resistente, di una nuova aristocrazia americana della costa Est, dalla quale sono scaturite le prime Logge.
Ancora attualmente, e a dispetto dell’operato di Martin Luther King, la segregazione tra i Massoni discendenti da schiavi di origine africana e gli altri, in maggioranza bianchi, è un fatto che turba l’osservatore esterno, tanto questa distinzione è in flagrante contraddizione con i princìpi fondamentali di umanesimo universale della Massoneria[22].
Ma ritorniamo un attimo sul fattore religioso e sul rapporto che hanno con esso i Massoni americani. L’ambiente religioso delle origini, brevemente citato prima, continua a pesare sulla società americana. E ciò nonostante la sua straordinaria capacità di assorbire le ondate d’immigrazione che modificano considerevolmente i rapporti demografici, a beneficio degli Asiatici e dei Latino-Americani, con un sovrappiù di tasso di natalità.
Un sondaggio effettuato nel corso della campagna presidenziale americana del novembre 2004 confermava una tendenza costante: il 95% degli Americani dichiarava di credere in Dio. A dispetto del principio cardine della costituzione americana della separazione tra Chiesa e Stato, il movimento di rinnovamento e di fervore religioso dei “Born again”, cioè di coloro i quali, come il Presidente George W. Bush, sono “nati una seconda volta”, trovando la fede che sbandierano nella vita pubblica, è un fattore il cui peso nella campagna elettorale americana dell’autunno 2004 non è stato trascurabile.
I massoni americani sono parte integrante di questo paesaggio e se l’osservatore vuole evitare pesanti equivoci deve evitare di cedere a quella faciloneria intellettuale che consiste nel tentare di paragonare il cammino dei massoni americani, profondamente deisti, con quello laico dominante tra i Massoni liberali o, per un usare un neologismo recente “adogmatici”, in Europa.
L’America protestante dei “Padri fondatori” non si è confrontata con il rapporto di forza tra potere temporale e spirituale di una Chiesa cattolica, potere temporale e spirituale dominante, fatta eccezione, ma con molte differenze, della feroce “querelle” che ha contrapposto i Massoni, sino al 1984, alla potente setta dei Mormoni. Quest’ultima sembra d’altra parte avere tratto alcuni elementi della sua “liturgia” dai rituali massonici. Tale confusione di generi non è peraltro assolutamente propizia a una serenità degli animi.
Per il resto, battisti, metodisti, presbiteriani o episcopali americani coniugano senza problemi pratica religiosa e coinvolgimento massonico a carattere essenzialmente caritativo, e dunque poco sospetto di riflessioni esoteriche solforose.
Solo la Chiesa cattolica, la cui influenza negli Stati Uniti è lungi dall’essere trascurabile e che va anche accrescendosi con l’afflusso di popolazioni latino-americane, assume un atteggiamento ostile nei confronti di quanto essa continua a considerare come causa di scomunica o quanto meno di rifiuto dei sacramenti.
Numerosi Massoni cattolici americani ne provano un reale smarrimento. Smarrimento tanto grande da indurre dignitari massonici americani a tentare, nel 2000, invano, imprese diplomatiche per ammorbidire la posizione del Vaticano. Senza dubbio non sarà sfuggito alla Curia romana, nella sua analisi lucida delle poste in gioco, che il corpo massonico americano, anche se rappresentato da un numero potente di effettivi, ha iniziato già da diversi anni una sorta di declino e si è irrigidito in una posizione “timorosa”, sempre più decentrata rispetto alla società contemporanea. Gli effettivi comunque ne risentono. Dei circa quattro milioni di Massoni che il paese contava alla fine della Seconda Guerra mondiale, non ne restano oggi che circa un milione e trecentomila. L’assiduità assolutamente relativa dei suoi membri condurrebbe a giudicare queste statistiche ancora fluttuanti.
Gli ottimisti ne traggono la conclusione che l’Ordine si rigenera e conserva solo i suoi elementi più impegnati. Un’analisi forse più realistica vi vedrà un reale declino che tuttavia non significa una “morte annunciata”[23]. Secondo noi, questo fenomeno è legato a diversi fattori. La mancanza di un messaggio forte, e capace di sensibilizzare una gioventù che reca in se stessa il sogno messianico americano di cambiare il mondo, sembra essere uno tra i più essenziali. I Massoni americani sono confinati in un universo in cui è proscritto ogni genere di riflessione politica e certamente sociale. Da ciò, può forse sorprendere che la gioventù americana non sia certo attirata da un’istituzione che propone in un certo modo un sostituto o un simulacro di religione?
Peraltro, non si deve trascurare l’influenza politica dei Massoni eletti al Congresso americano, anche se è difficile da misurare con precisione.
La preponderanza crescente del Congresso sulla scena politica americana permette di supporre che, sino a quando e nella misura in cui avranno un messaggio specifico da consegnare, questi eletti Massoni potranno avere un certo peso. Ma nulla corrobora una tale ipotesi. Tutto ciò non si ritrova al più alto livello dello stato. Gerald Ford fu, abbiamo visto, l’ultimo Presidente Massone. Ma la vicinanza politica della maggioranza dei Massoni con il partito repubblicano è una costante le cui pagine più gloriose non furono certo scritte all’epoca del Maccartismo, né dal tanto temuto e privo di scrupoli capo del FBI, Howard, peraltro glorificato dalle potenze massoniche d’oltre Atlantico.
Se l’America ha dimostrato di essere, per eccellenza, un laboratorio di aggregazione di novità, la corrente massonica americana non ne è certamente, o non più, la migliore manifestazione.
La posizione che adottano i “geronti” che la dirigono, sprovvisti di qualsiasi volontà o capacità di animare l’Ordine, o di condurre un qualsiasi dibattito di idee, non sembra essere annunciatrice di un futuro radioso, a meno di non puntare sui più illuminati, che si aprono al mondo in un esercizio rinnovatore di ricerca e di studi, che è una felice occasione per rinnovare la tradizione umanistica.
È forse ancora troppo presto per prevederne l’effetto. Coloro i quali potevano contribuire a forgiare la coscienza americana nei grandi dibattiti hanno, in effetti, ceduto il passo ai “Think Tanks”, serbatoi di strateghi e di esperti in previsioni, che preparano l’avvenire. Nel momento in cui la “cosa” economica tende, un po’ ovunque su scala planetaria, a sopravanzare l’umanesimo e la spiritualità, il campo lasciato libero dalla Massoneria americana sembra non potere essere occupato che da coloro i quali hanno un messaggio dottrinale da proporre.
Era quanto avevano ben capito, durante l’era del presidente George W. Bush, i responsabili religiosi neo-protestanti nutriti di un’escatologia pre-millenarista che invitava al raggruppamento.
Si tratta di una constatazione senza acrimonia e che oltrepassa i cliché.
Il deficit di dialogo e di ascolto tollerante, rispettoso delle diverse opinioni, soprattutto dopo l’11 settembre 2001, racchiude forti potenzialità di tensioni alle quali la pratica massonica potrebbe avere da offrire tracce di riflessione.
Si tratta dunque di sperare in un “soprassalto” e forse, in questo grande paese dove tutto è possibile, in una rivoluzione copernicana. Ma si deve constatare che l’America, nonostante le speranze riposte in Barak Obama a più livelli, ha perso il posto di preminenza sulla scena internazionale, in quanto le carte della geopolitica sono state ridistribuite e il centro di gravità del mondo si è spostato dall’Atlantico verso il Pacifico, con l’emergere della Cina e presto dell’India.
Il Canada dichiara circa 200.000 Massoni, ma gli effettivi sembrano largamente sopravvalutati e sarebbero più vicino agli 80.000 nel 2015.
Lo Stato fa parte delle strategie regionali massoniche nord americane, in quanto membro della Conferenza delle Gran Logge dell’America del Nord. Ma la specificità del Québec merita una considerazione a parte che ci induce a riservargli un posto particolare. Infatti i nostri legami storici, linguistici, culturali e massonici sono stretti, tanto quanto la Belle Province è stata, come in Francia, a lungo dominata da una forte impronta cattolica.
Prima di affrontare il caso particolare del Québec, è necessario fare un passo indietro nel tempo e considerare le condizioni particolarmente complesse dell’instaurarsi della Massoneria in Canada, dove furono costituite Logge già a seguito della colonizzazione degli Inglesi.
Nella città di Québec, già nel 1721, fu costituita la prima Loggia del Canada recante il titolo distintivo di Franc-maçons Régénérés. Essa era stata creata appoggiandosi su una Loggia francese, la Loggia Amitié et Fraternité all’Oriente di Dunkerque. Nel 1767 essa divenne Les Frères du Canada, passando sotto la giurisdizione di una delle quattro Gran Logge britanniche.
L’Antiquity Lodge no.1 e la Loge Albion no.2 furono in seguito create rispettivamente a Montréal e a Québec nel 1752; insieme, esse saranno all’origine della nascita dell’Obbedienza dalla quale è scaturita la Gran Loggia del Québec.
In seguito verranno, nel 1788, la St. John’s Lodge no.3 a Québec; nel 1792 la Dorchester Lodge no.4, a Châteauguay e, nel 1803, la Golden Rule Lodge no.5, a Stanstead.
Nei ranghi dell’armata inglese partita alla conquista del Canada si trovano molto presto dei massoni affiliati in seno alle Logge militari.
Tuttavia la prima Loggia massonica formata da civili nel giugno 1738 è quella di Annapolis Royal, in Nuova Scozia, che riceve le sue patenti dalla Loge des Maçons Modernes di Boston. Patenti sono in seguito consegnate alle Logge di St. John’s (1746 e 1766), di Halifax (1750 e 1751) e di Québec (1764).
Quando il Québec è diviso nel 1791 per formare l’Alto e Basso Canada non rimangono più di quattro Logge in attività nell’Alto Canada. Esse si trovano agli Orienti di Cornwall e Brockville e le altre due a Niagara.
Nel 1788 la Loggia Les Frères du Canada fu trasferita da Québec a Montréal e nel 1792 si pose sotto la giurisdizione della Gran Loggia Provinciale del Basso Canada. L’Onorevole Claude Dénéchau, che firmò la Carta costituente la Loggia “regolare” Les Frères du Canada, fu il primo canadese a essere nominato Gran Maestro di una Gran Loggia in Canada. Fa presto seguito la creazione di Logge nelle nuove province: nella Colombia-Britannica (1859), nel Manitoba (1864 e 1870), nell’Alberta (1882) e nel Saskatchewan (1883).
Nel 1885, 30 Logge dell’Ovest canadese e del Québec si raggruppano per formare la Gran Loggia del Canada e le antiche Logge massoniche formano la loro propria Gran Loggia due anni dopo. Nel 1869, il Québec costituisce la propria Gran Loggia, quella del Canada situata nell’Ontario, appoggiata in questo dalla Gran Loggia d’Inghilterra. Rifiutando di riconoscere l’autonomia del Québec, i Massoni del Québec ricevettero l’appoggio delle più importanti Gran Logge degli Stati Uniti e furono i Gran Maestri delle Gran Logge del Vermont e del Maine, che avevano già riconosciuto la Gran Loggia del Québec, a procedere all’installazione del Gran Maestro della Loggia del Québec.
Un po’ più tardi, nel convento dell’8 e 9 luglio 1874, la Gran Loggia del Canada riconobbe l’autonomia della Gran Loggia del Québec.
Vediamo aprirsi qui un paesaggio massonico Nord-americano che spiega anche l’inclusione delle Gran Logge del Canada nella Conferenza dei Gran Maestri dell’America del Nord. Osserviamo di sfuggita che già Londra era stata costretta a seguire un’iniziativa presa dalle Obbedienze americane, quando la GLUA si rifiutava ancora di prendere in considerazione determinate evoluzioni geopolitiche. Nel 1887 la Gran Loggia del Canada cambia nome per tenere in considerazione la natura provinciale della Massoneria canadese; da allora in avanti si chiamerà “The Grand Lodge of Ancient and Accepted Masons of Canada in the Province of Ontario”.
Le difficoltà incontrate dalla Massoneria, in contrasto con gli ecclesiastici della Chiesa cattolica, non tardarono in Canada, dove, sin dal 1771, il superiore dei Sulpiciens e signore di Montréal, Étienne Montgolfier, si levò contro l’Ordine.
Seguirono, nel 1794, messe in causa dell’Ordine da parte del luogotenente-governatore dell’Alto Canada, John Graves Simcoe, che temeva un’insurrezione fomentata dai Massoni di Montréal, le cui relazioni strette con quelli dello Stato del Vermont erano giudicate sospette.
L’antagonismo fra i Massoni canadesi e la Chiesa cattolica segnerà durevolmente le relazioni tese con l’ordine e il suo posto in questo paese. E ciò non solo in ragione dell’attivismo della corrente liberale dal 1896 e la creazione, in quell’anno, della Loggia L’Émancipation, punta di lancia della laicità e crogiuolo dove si preparava il dibattito sulle relazioni Chiesa-Stato e istruzione obbligatoria.
Ciò ha fatto dire a Henri Bernard che due “pericoli” minacciano la vita intellettuale di Montréal all’inizio del XIX secolo: uno anglo-protestante e l’altro massonico. Esisteva a Montréal, a quell’epoca, un importante gruppo di Massoni francofoni, molti dei quali erano stati iniziati in Francia. Cerimonie massoniche avevano all’epoca luogo pubblicamente.
Fu nel febbraio 1910 che lo svolgersi degli eventi si accelerò, con l’ambizione dichiarata dell’associazione cattolica della gioventù canadese di “purgare” la vita pubblica di Montréal da qualsiasi influenza massonica. Fu così che molti dei suoi animatori si coinvolsero in rocambolesche avventure destinate a destabilizzare i Massoni di questa cattolicissima provincia. Membri dirigenti di questa associazione affittano un locale posto al di sotto dell’Officina dove si riuniva la Loggia L’Émancipation, per ascoltare di nascosto. Il sindaco cattolico di origine irlandese, M. Guérin, molto legato al vescovo Mgr Bruchési, chiede l’apertura di un’inchiesta a carico della Loggia, accusata di vaghi progetti di turbamento del congresso eucaristico del 1910, ma la giustizia non vi dà seguito. Essendo un ulteriore processo parimenti risoltosi con un proscioglimento dei Massoni incriminati, l’associazione cattolica della gioventù franco-canadese ebbe accesso alla lista alla lista dei membri della Loggia L’Émancipation e la rese pubblica; ciò ebbe come effetto immediato la perdita dei loro impieghi da parte di numerosi Massoni, la loro messa al bando dalla società e la dissoluzione della Loggia.
Questi episodi attestano dell’influenza di cui il clero cattolico ha per lungo tempo fatto uso per scoraggiare l’adesione degli abitanti del Québec alla Massoneria, i cui iniziati fomentavano, secondo esso, “neri complotti” contro la religione e lo Stato. A quell’epoca, il clero cattolico godeva di un’influenza considerevole nel Québec, presso una popolazione in gran parte illetterata e indebolita dal proprio isolamento culturale e linguistico. Ma i Massoni non si diedero per vinti e una nuova Loggia recante il titolo distintivo Force et Courage fu fondata il 16 marzo 1910. Essa proseguì i propri lavori sino alla metà degli anni 1940.
Questo contesto non deve tuttavia nascondere un’altra realtà che è quella, attestata o presunta, dell’appartenenza all’Ordine da parte di importanti personalità canadesi. Compare così un buon numero di uomini politici, diversi Primi ministri e anziani ministri canadesi, primo dei quali Joseph-François Perrault (1753-1844), considerato il padre dell’educazione in Canada. Si potrebbe citare anche Peter McGill e John Molson, due presidenti anziani della Banque de Montréal e il giudice William Badgley, anziano procuratore generale del Québec, che fu anche Gran Maestro.
Il panorama francofono massonico nord-americano presenterebbe un’importante lacuna se omettessimo di trattare più a fondo la presenza delle Logge nel Québec canadese, come abbiamo fatto ricordando i primi passi dell’Ordine in questo vasto paese.
La problematica è complessa e, per correttezza, sarebbe necessario studiarne gli sviluppi entrando in dettagli che non sono contemplati nel quadro generale di quest’opera. Ricordiamo tuttavia l’ambiente particolare della Belle Province. Oltre al peso di una tradizione cattolica antica e ben radicata, il terreno è sempre stato poco favorevole alla nascita di Logge massoniche. La vivace coscienza identitaria non dimentica né gli antichi legami, non solo linguistici, discendenti dall’emigrazione bretone, né le dolorose pagine della storia, né ancora il famoso viaggio del generale de Gaulle nel 1967 e il suo vibrante “Viva il Québec libero”.
Diretta, sincera, intima, privilegiata… gli aggettivi per definire la natura delle relazioni tra la Francia e il Québec non mancano. Essi segnano anche il contesto nel quale si evolve la Massoneria, che non sfugge certo ai fenomeni del mimetismo né a quelli del microcosmo di Montréal nei quali i Francesi espatriati si integrarono.
Tre Logge francofone della Gran Loggia del Québec meritano qui di essere menzionate: la Loggia Les Cœurs Réunis N°45 fondata nel 1870; la Loggia Dénéchau N°80 fondata nel 1906 e La Renaissance N°119 i cui fuochi furono accesi nel 1947, tutte e tre situate a Montréal.
A fianco della Gran Loggia unita del Québec, la cui influenza e i cui mezzi sono lungi dall’essere trascurabili, esiste una abbastanza grande varietà di Officine che appartengono a un certo numero di Obbedienze di media o piccola importanza numerica. La frammentazione fuori dal comune di questo bacino di reclutamento, già stretto e complesso, non facilita né la lettura né, senza dubbio, lo sviluppo armonioso delle Logge e delle Obbedienze liberali. Quelle che si avvalgono del riconoscimento della Gran Loggia Unita di Inghilterra sono predominanti.
Oltre al peso della storia, le Logge di sensibilità liberale e non riconosciuta da Londra sono poste in una situazione di competizione. Vi si rileva particolarmente un’Officina che nasce dalla Gran Loggia di Francia, che sopravvive bene o male e, da una ventina d’anni, un’Obbedienza mista, Le Droit Humain, Féderation du Canada, che ne esce un po’ meglio. La Gran Loggia Nazionale del Canada ha iniziato a riunire ciò che era sparso e ha progressivamente integrato Logge come la Champlain e la Phœnix.
La Gran Loggia Universale del Québec ha due Logge, Melchisédech e Pentagramme, tutte e due miste e lavoranti secondo il RSAA.
L’Obbedienza mista Nord-americana George Washington Union ha parimenti stabilito una Loggia, Raoul Zetler, che sembra avere trovato il suo equilibrio e rappresenta un polo di stabilità al riparo dalle turbolenze che scuotono regolarmente il piccolo microcosmo massonico di Montréal.
A seguito di un Grande Oriente del Canada, creato nel 1992, è apparso nel 2012 un Grande Oriente del Québec… dotato di un’unica Loggia, Les Amis Réunis.
Un Grande Oriente Nazionale del Canada è emerso a sua volta nel 2013, con la creazione di una Loggia chiamata L’Émancipation, che succede a Montcalm nouveau monde, frutto di una precedente scissione della Loggia locale del Grande Oriente di Francia, che portava il titolo di Grande Oriente del Canada.
Il Grande Oriente di Francia incontra, con la sua unica Loggia nel Québec creata nel 1999 e recante il titolo distintivo Force et Courage[24], difficoltà ricorrenti che sembrano tuttavia sormontabili o in via di esserlo, forse… Esse non sono tuttavia dissimili da quelle che conosce, peraltro, la GLDF con la sua Loggia di Montréal.
La Massoneria in America Latina
La fascinazione che l’America latina esercita sulla Francia, e reciprocamente, si accompagna abbastanza paradossalmente a un’ignoranza nel nostro paese della storia e delle realtà di questo vasto spazio che ricopre 20,5 km2 e che somma una popolazione di 600 milioni di abitanti.
L’America latina nasce, alle sue origini, dal trattato di Tordesillas firmato nel 1494 tra la Spagna e il Portogallo, in una logica di spartizione del mondo sotto la benedizione papale. Essa è composita e rappresenta un insieme complesso. Ne fanno parte anche le Antille francesi, la Guyana, Haiti (francofona e creola), il Suriname (neerlandofono), la Giamaica, la Guyana e il Belize (anglofoni). Aldilà di questo mosaico, esiste tutta la simbologia mitica di un rapporto simbiotico con la Francia dei Lumi e vi si ritrova una carica emozionale quasi senza pari. Un rapporto che ha abbastanza a che vedere con quello intrattenuto, peraltro, con il continente africano, anch’esso così strettamente legato tanto al nostro stato affettivo quanto al nostro immaginario e, purtroppo diranno alcuni, anche a superiori interessi energetici ed economici. Si tratta di un altro argomento, che tuttavia non può lasciarci indifferenti.
Nella leggenda massonica, l’America latina è, prima di tutto, Simon Bolivar, celebrato in Colombia, in Bolivia, in Venezuela e altrove, peraltro con un’innegabile ambiguità.
In questo vasto spazio siamo posti a confronto con la diversità delle eredità Maya, Tolteca, Azteca, Inca, Chichimeca, Totoneca e Olmeca, che permangono nonostante tutti gli sforzi impiegati dai conquistadores per tentare di cancellare la spiritualità delle origini e la forza delle civilizzazioni precolombiane.
Come è stato scritto, “là come altrove, ogni tempio doveva divenire una chiesa, che lo ricopriva come una cappa. Il nuovo dio faceva piazza pulita”[25].
Il meticciato amerindio, con l’apporto spagnolo, portoghese, africano, olandese, inglese, francese e asiatico, può apparire oggi come il fondatore di identità nuove, in un sincretismo tanto religioso quanto culturale. Sarebbe di conseguenza ben difficile definire l’America latina come un insieme coerente, formato dai lasciti degli strati di eredi dei colonizzatori e dei loro schiavi.
Le società latino-americane sono molto gerarchizzate e rimangono impregnate di pregiudizi etnici, di discriminazioni razziali sottese da strutture sociali profondamente inegualitarie. L’OCDE, la Banca Mondiale e la Banca Interamericana dello Sviluppo concordano in merito a pesanti statistiche: il 41% della popolazione soffre di povertà e il 17% di estrema povertà, come testimoniato dalle bidonville e dalle banlieu a fianco della crescita sregolata delle megalopoli, dove le sette importate dagli USA sono l’unica fonte di speranza anche se l’80% della popolazione si dichiara cattolica. Una credenza “istituzionale” che coabita con la tradizione andina e il culto ancestrale della “Madre Terra” e del Dio sole, in un sincretismo che non è mai stato sradicato, come attestato notoriamente dai rituali nei cimiteri.
È su questa tela di fondo che va considerato l’Ordine massonico, che vanta circa un milione e cinquecentomila membri, il che ne fa il secondo più potente polo nel mondo, subito dopo gli Stati Uniti d’America.
Alcuni paesi di questa regione, come il Brasile, paese continente, erede del Portogallo, che totalizza da solo più di 200 milioni di abitanti, e il Messico, hanno un peso preponderante, senza parlare di quello degli Stati Uniti d’America, ingombrante vicino di cui abbiamo trattato in precedenza. La potenza dell’Ordine massonico in Brasile, per quanto sia fortemente frazionato, non ha eguali e rappresenta un polo di qualità di questa potenza emergente, membro del BRICS e tuttavia fragile. Occupa di gran lunga il primo posto nel sub-continente e totalizza da solo non meno di 170.000 Massoni, ripartiti in sedici Obbedienze, delle quali quattro soltanto sono riconosciute dalla GLUA. Altre sei sono membro della CONAM, una del CIMAS[26] e tre del CLIPSAS, aggiungendosi i loro effettivi alla cifra sopra indicata.
Nello stesso ambito, la Conferencia Interamericana Masonica (C.M.I.), creata nel 1947 e presieduta dalla GLNF, riunisce le 76 Obbedienze “regolari” della CONAM dei 27 paesi dell’America latina e dei Caraibi.
Messico
La situazione della Massoneria in Messico può apparire confusa o quantomeno complessa da cogliere. Ciò è forse dovuto all’effervescenza politica di questo paese, che ha subìto dal 1810 circa 100 rivoluzioni e vissuto l’avvento di 80 regimi politici diversi.
La Massoneria vi ha visto la luce all’inizio del XIX secolo, con l’installazione di Officine che dipendevano, secondo i casi, dalla Gran Loggia di Spagna e/o dal GODF, dalla Gran Loggia di Pennsylvania, da quella di Louisiana o di New York. Tuttavia le Obbedienze americane non tardarono a prendere le distanze dalle Officine messicane, essendo Massoni numerosi rivoluzionari della prima metà del XIX secolo e nazionalisti poco inclini alla sottomissione.
Così, nel 1827, due Gran Maestri di due Gran Logge, lavoranti una al Rito Scozzese Antico e Accettato e l’altra al Rito di York, si affrontarono in una lotta armata per conquistare la presidenza del Messico. Tentativi infruttuosi di unificazione della Massoneria ebbero luogo tra il 1830 e il 1890. La Gran Loggia di York ha potuto coltivare legami di amicizia con le principali Obbedienze europee dette “regolari”. Essa lavora principalmente in inglese e al Rito di York. È stata creata a seguito di uno scisma verificatosi in seno alla Gran Loggia Valle del Messico, che pratica il Rito Scozzese Antico e Accettato e lavora in spagnolo. Quest’ultima Obbedienza gode di conseguenza di legami di amicizia internazionali che testimoniano della sua apertura universale.
La tradizione di laicità, che è una delle caratteristiche del paese, è anche e prima di tutto quella della Massoneria messicana.
Dal 2009 nuovi sviluppi hanno condotto a una ridistribuzione delle carte, il che non significa necessariamente una migliore comprensibilità del paesaggio massonico americano. Il Rito Nazionale del Messico coabita con svariate Obbedienze e s’inscrive sia nella tradizione americana di York, sia in quella del RSAA o ancora, per alcune, nell’eredità del GODF. Gli Alti Gradi del RSAA dominano il paesaggio massonico, le cui Giurisdizioni sono molto presenti negli incontri internazionali. La struttura federale di questo grande paese ha per effetto che a ogni Stato corrisponde una Gran Loggia.
Nel 2015, il Grande Oriente del Messico è riapparso dopo molti anni di eclisse e ha ristabilito stretti legami con il GODF, così come il Supremo Consiglio della Repubblica del Messico, firmatario della Dichiarazione di Ginevra del Maggio 2005, è legato da un trattato con la Giurisdizione del REAA-GODF. Questa potenza degli Alti Gradi è parimenti membro della Federación Americana de Supremos Consejos del REAA, la cui sede è a Barranquilla, in Colombia.
Il Colegio Nacional de Ritos Masonicos cumula e federa i riti degli Alti Gradi (sull’esempio dell’antico Grand Collège des Rites del GODF sino al 1999) e ha parimenti sottoscritto la Dichiarazione di Ginevra del 2005, tanto e così bene che due potenze messicane partecipano ogni biennio agli Incontri Internazionali degli Alti Gradi Scozzesi, conferendo un peso conseguente a queste Giurisdizioni.
La Massoneria in America Centrale
L’America centrale, che in questo studio include i Caraibi, è composta di un mosaico di stati. La storia di questa parte del mondo è molto tormentata e la durata di vita dei regimi politici in carica molto variabile. Alcuni Stati, come l’Honduras e il Belize, non hanno una particolare attività massonica. I bruschi cambiamenti di regime non creano le condizioni politiche favorevoli alla Massoneria, soprattutto se, come è stato il caso del Nicaragua, il governo in carica si proclama di estrema sinistra. Diventa allora difficile ottenere informazioni affidabili sullo stato della Massoneria in alcuni paesi della regione.
I paesi dell’America centrale la cui stabilità politica è maggiore dichiarano sovente un’attività massonica. Le loro Gran Logge hanno anche coltivato relazioni internazionali di una certa ampiezza. Tuttavia è raro che in uno di questi paesi esistano più di 25 Logge. Nei Caraibi, la maggior parte delle Logge regolari dipende dalle Gran Logge del distretto della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, alcune di esse discendono dalla Gran Loggia di Scozia o di Irlanda; Porto Rico, Santo Domingo e Cuba fanno eccezione. Cuba è peraltro un notevole caso, particolare a tutti gli effetti. Haiti possiede una Gran Loggia “regolare”, ma essa non ha firmato trattati di amicizia con le Obbedienze anglo-sassoni riconosciute. Al panorama sarebbe opportuno aggiungere anche le Obbedienze liberali e in esilio.
Ricordiamo qui di seguito, brevemente, la Massoneria dei diversi paesi dell’America Centrale, più significativi sotto questo aspetto, rimandando alle tabelle in allegato per le informazioni disponibili.
Costa Rica
Un’attività massonica è messa a repertorio sin dal 1867. Fu ridotta negli anni 1875-1883, vista l’ostilità del clero cattolico dell’epoca, ma il lavoro delle Officine riprese poco dopo. Nel 1899, quattro Logge del Costa Rica costituirono la GL del Costa Rica. Questa Obbedienza conta una decina di Officine e circa 400 membri. Sono praticati il Rito Scozzese e il Rito di York.
El Salvador
La Massoneria non si stabilì in Salvador, il più piccolo paese dell’America centrale, prima del 1850-1860. Nel 1898, sette Logge dell’Honduras e del Salvador costituirono una GL, che scomparve nel corso della guerra che oppose poco dopo il Salvador, l’Honduras e il Guatemala. La Gran Loggia Cuscatlán della repubblica del Salvador è stata fondata nel 1912. Essa possiede 12 Logge e circa 350 membri. Sono praticati il Rito Scozzese e il Rito di York.
Guatemala
La Massoneria in Guatemala è stata toccata dall’instabilità politica di questo paese, in particolare nella prima metà del XX secolo. La prima Loggia fu fondata nel 1881, dipendente da un’Obbedienza colombiana. Questa influenza fu peraltro preponderante sino al 1903, quando 8 Logge costituirono la Gran Loggia della Repubblica del Guatemala. La Massoneria conobbe sino alla fine degli anni 1950 gravi vicissitudini sotto le dittature che si succedevano e che si assomigliavano tutte. Dopo questa data, la Massoneria ha potuto prosperare. La Gran Loggia possiede 31 Logge e 700 aderenti. Sono praticati il Rito di York e il Rito Scozzese Antico e Accettato. Per quanto la maggior parte delle Logge lavorino in spagnolo, una lavora in inglese, un’altra in tedesco – quest’ultima pratica il Rito di Schroeder.
Panama
La situazione dello Stato di Panama fu a lungo particolare, perché la zona del canale era ampiamente controllata e sotto l’amministrazione degli Stati Uniti.
La prima Loggia fu creata nel 1821 da un gruppo di Massoni che si appoggiava al Grande Oriente di Spagna, ma disparve abbastanza rapidamente. Alcune Logge erano state fondate nel 1854 e nel 1884, ma solo due di esse erano ancora attive, sotto giurisdizione colombiana, quando gli Americani arrivarono per la costruzione del canale nel 1903.
Gli Americani, all’inizio integrati in Logge panamensi, poi in una Loggia dipendente dalla Gran Loggia di Scozia, non tardarono a fondare Officine collegate alla Gran Loggia del Massachusetts nel 1906. Esse erano localizzate nella zona del canale.
Nel 1913, sette Logge di Massoni panamensi formarono la Gran Loggia di Panama. Seguì un certo numero di trattative la cui conseguenza fu che la Gran Loggia del Massachusetts riconobbe la sovranità giurisdizionale della Gran Loggia di Panama su tutto il paese, a eccezione della zona del canale, che restava di sua competenza.
Dopo che gli Americani si furono ritirati dal canale, il 31 dicembre 1999, l’attività massonica diminuì sensibilmente. La Gran Loggia di Panama conta 9 Officine che totalizzano circa 500 membri. Essa lavora in spagnolo (salvo una in inglese), per la maggior parte al Rito Scozzese Antico e Accettato. Una Loggia ha preferito il Rito di York.
Cuba
Esiste una Gran Loggia “regolare” e riconosciuta dalla GLUA che lavora a Cuba. Essa coabita con intelligenza con il regime comunista istituito da Fidel Castro.
Le sue 365 Logge, che totalizzano 35.000 membri, lavorano al Rito Scozzese Antico e Accettato in lingua spagnola. Fondata nel 1881, è una delle più importanti Gran Logge dell’America centrale e dei Caraibi.
L’attività massonica ebbe inizio nel 1804 con la creazione di una Loggia dipendente dalla Gran Loggia di Pennsylvania. L’influenza americana proseguì sino al 1828, anno in cui un decreto spagnolo proscrisse la Massoneria. Nel 1859 tre Officine costituirono la Gran Loggia di Colon, ma il suo sviluppo fu frenato da conflitti interni e da una nuova persecuzione in rapporto alla rivoluzione contro la Spagna nel 1868. Una nuova Gran Loggia apparve nel 1876, la “Gran Logia de la Isla de Cuba”, non riconosciuta dalla maggiore.
Sotto il protettorato americano, instaurato nel 1898, la Massoneria ha potuto svilupparsi sino all’avvento della dittatura di Batista alla fine degli anni trenta del XX secolo.
La riunificazione delle due Gran Logge, effettiva dalla fine degli anni 1940 con la preponderanza della Gran Loggia di Colon, fu ufficiale nel 1951. Da quella data, questa Gran Loggia, da allora unica Obbedienza superstite, prese il nome di Gran Loggia di Cuba.
L’espansione negli anni 1950 fu rapida, gli effettivi passarono da 22.000 a 35.000 membri tra il 1950 e il 1959. In quella data Fidel Castro assunse il potere, ma non vietò la Massoneria, anche se la pose sotto la sua alta protezione come aveva fatto Napoleone in Francia.
L’altra Obbedienza, il Grande Oriente di Cuba, fondato nel 1859, dichiara 24.000 Fratelli per 314 Logge. La pressione del governo sui Massoni si accrebbe a partire dal 1977 e si tradusse in una serie di puntigliose misure amministrative. Inflisse anche multe per un totale di più di centomila dollari alle Logge (e alle due Gran Logge), colpevoli di avere aiutato finanziariamente le vedove e le figlie dei Massoni imprigionati o condannati a morte come nemici del regime.
Dopo un periodo di decrescita, gli effettivi sono risaliti di numero a partire dal 1993. Comunque sia, la fascinazione di Fidel Castro per il mitico Libertador José de Marti fece sì che Cuba sia rimasta l’unico paese dichiaratosi marxista che abbia tollerato le attività massoniche. A Cuba esiste anche una segreteria di Stato incaricata degli affari massonici. Che sono, ovviamente, “sotto controllo”.
Repubblica Dominicana / Repubblica di Haiti
Seconda isola delle Antille dopo Cuba, essa è divisa in due: a ovest, Haiti, a est la Repubblica Dominicana, altrimenti denominata Santo Domingo, nome che è rimasto per la sua capitale.
Cristoforo Colombo scopre l’isola nel 1492 e le dà il nome di Hispaniola.
Nel 1697, la Francia occupa la parte occidentale e nel XVIII secolo la regione è una delle più prospere colonie francesi, grazie alla produzione di zucchero e di caffè.
Nel 1791, Toussaint l’Ouverture conduce la rivolta degli schiavi che lo condurrà a essere imprigionato a Fort de Joux, vicino a Pontarlier. In seguito l’isola conobbe un lungo periodo d’instabilità, di rivolte e di dittature. Da ricca che era, sprofonda nel caos e nell’indebitamento e necessita dell’intervento degli Stati Uniti, che occupano Haiti dal 1934 al 1957.
Haiti
Numerose Logge si aprono dal 1738/1740 sotto l’influenza inglese, e soprattutto del grande Oriente di Francia, sino alla Rivoluzione francese. Parallelamente alle vicissitudini politiche, la Massoneria conosce alti e bassi. Nel 1844, la secessione della parte spagnola dell’isola dà nascita alla Repubblica di Santo Domingo o Repubblica Dominicana. Il Grande Oriente di Haiti risale al 1824; esso annovera attualmente 40 Logge e circa 25.000 membri. È riconosciuto dalla GLUA.
Nel 1981 si è costituita a New York una corrente liberale massonica haitiana mista in esilio, che ha creato la Gran Loggia Haitiana di Saint Jean des Orients d’Outre-mer. Questa Obbedienza, riconosciuta dal GODF, ha inoltre scambiato garanti di amicizia con diverse potenze amiche, tanto negli Stati Uniti d’America quanto in molti altri paesi. Essa è membro del CLIPSAS.
Repubblica Dominicana
Un Grande Oriente vi si costituisce nel 1850 e una Gran Loggia nel 1865. Le due Obbedienze si fondono nel 1866, con un totale di 10 Logge, per formare la Gran Loggia della Repubblica Dominicana.
Attualmente essa conta 26 Logge, totalizzando 1.200 membri e intrattiene relazioni regolari con il Grande Oriente di Haiti. Le Antille dell’epoca, e Santo Domingo in particolare, hanno giocato un ruolo capitale nella costituzione e nello sviluppo del Rito di Perfezione, che avrebbe preparato l’avvento del sistema degli Alti gradi del RSAA e la creazione delle due giurisdizioni (Sud e Nord) per mezzo della rete Bordeaux – Morin in Giamaica – Londra – New York – Charleston. È là, a Charleston, che ha germinato, dal Rito di Perfezione in 25 gradi, quello che ritornerà in Europa con 33 gradi, prima di tutto in Francia nel 1804, per divenire il Rito Scozzese Antico e Accettato, ormai universalmente praticato.
Porto Rico
Logge furono costituite su quest’isola dal Grande Oriente di Francia e dalla Gran Loggia del Massachusetts già nel XVIII secolo. Essendo Porto Rico una colonia spagnola, l’attività fu rapidamente proscritta e l’interdizione rimase sino al 1859. Nel 1867 la Gran Loggia di Cuba e il Grande Oriente di Spagna installarono delle Logge, ma qualsiasi attività fu nuovamente proscritta dal governo spagnolo nel 1874. Nel 1884 fu installata una Gran Loggia provinciale cubana con 10 Logge, che si trasformò in Gran Loggia di Porto Rico nel 1885. Seguì una nuova persecuzione spagnola nel 1896, ma essa riprese le proprie attività alla fine della guerra ispano-americana del 1898.
La Gran Loggia di Porto Rico ha 72 Logge, con un numero di effettivi pari a circa 3.800 membri. Le Officine lavorano in maggioranza in lingua spagnola e al Rito Scozzese Antico e Accettato. Una minoranza di Logge lavora al Rito di York in inglese.
La Massoneria nell’America del Sud
La Massoneria esiste in sostanza in tutti i paesi dell’America del Sud. La sua evoluzione è ovviamente stata ampiamente dipendente dalla fluttuazione degli sviluppi politici in ciascun paese e dall’ostilità manifestata dai governi e in maniera non del tutto sussidiaria dal clero cattolico.
Di conseguenza, la storia e la costituzione delle Gran Logge e/o dei Grandi Orienti dei paesi dell’America del Sud non si sono svolte senza contrasti. Si spiega con ciò l’aspetto contrastato della Massoneria in questi paesi, ove essa non ha mai un carattere molto unitario.
Così, la Colombia, veramente uno dei paesi più “massonici” del sub-continente, conta non meno di sette Gran Logge, tre delle quali soltanto sono considerate “regolari” da Londra e più o meno ampiamente riconosciute. La Gran Loggia Unita d’Inghilterra intrattiene relazioni di amicizia con le Gran Logge di Barranquilla, Bogotà e Cartagena, ma la Gran Loggia d’Irlanda riconosce solo quella di Cartagena. Queste tre Gran Logge contano in tutto 35 Logge e 2.700 membri. Le loro Officine praticano il Rito Scozzese Antico e Accettato. Le altre quattro Gran Logge non contano probabilmente più di 25 o 30 Officine.
In compenso, la Bolivia possiede una Gran Loggia detta “regolare” che conta 28 Logge e circa 1.500 membri; le sue Officine lavorano in spagnolo al Rito Scozzese Antico e Accettato o al Rito di York.
Un altro esempio è quello della Gran Loggia di Uruguay, che conta circa 50 Logge e 2.000 membri. Quest’Obbedienza fu per lungo tempo considerata da Londra come irregolare. Tuttavia, nel 1982, 11 Gran Logge degli Stati Uniti d’America e quella dell’Africa del Sud avevano ristabilito rapporti di amicizia, basati sull’evidenza oggettiva che questa “irregolarità doveva essere corretta”.
I paesi che presentano il maggior numero di Logge dette “regolari” sono l’Argentina (75), il Brasile (più di 500), il Cile (151), il Perù (138) e il Venezuela (91); tali paesi possono vantare almeno un’Obbedienza riconosciuta a livello mondiale da Londra e soprattutto una storia massonica relativamente importante, spesso con legami d’origine con il Grande Oriente di Francia.
Per collocare questa Massoneria, accenneremo in questa sede alle principali caratteristiche rivelatrici dei differenti contesti massonici nazionali, individuando anche il ruolo della corrente liberale che sovente fatica a trovare la propria collocazione a causa delle regole di riconoscimento e di visite reciproche.
Argentina
La prima Loggia fu fondata nel 1795 sotto l’egida del Grande Oriente di Francia. Le prime Logge inglesi apparvero nel 1806 e la Gran Loggia di Pennsylvania ne costituì una nel 1825. Tutte le Logge furono nondimeno interdette e soppresse dal governo nel 1846. Tuttavia, dal 1853, si assiste a una rinascita dell’attività massonica. Essa permise alla Gran Loggia Unita d’Inghilterra di stilare un trattato di amicizia con la Gran Loggia di Argentina nel 1860. Come contropartita di questo riconoscimento da parte della GLUA, la Gran Loggia di Argentina permise alle Logge inglesi di rimanere nel circuito della loro Obbedienza madre. Nel 1957, essendosi la Gran Loggia di Argentina fusa con un’Obbedienza argentina non riconosciuta da Londra – il “Consiglio Federale Argentino”, struttura piramidale in rapporti con un Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato – si verificò come immediata conseguenza la perdita del riconoscimento da parte della GLUA, in vigore sino ad allora.
La Gran Loggia di Argentina somma 69 Logge (di cui 37 a Buenos Aires) e circa 2.250 aderenti. Il Rito praticato è principalmente il Rito Scozzese Antico e Accettato. Da parte sua, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra ha mantenuto sotto la propria giurisdizione le sue 22 Logge che lavorano in inglese.
Creato nel 2007, il Grand Orient Fédéral de la République d’Argentine (GOFRA), liberale e membro del CIMAS, ha la sua sede a Mendoza.
Uruguay
L’Uruguay è uno dei paesi che costituiscono il MERCOSUR, con l’Argentina, il Brasile, il Paraguay, il Venezuela e la Bolivia, il che gli conferisce un ruolo di attenzione nella regione nonostante la modestia della sua demografia. Il paese attira ogni anno numerosi Argentini che fuggono la crisi economica, così come i Brasiliani, in cerca di una vita migliore; l’attrattiva è quella di uno dei livelli di vita più alti dell’America latina e standard di istruzione tra i più elevati del mondo.
Considerato a lungo come la Svizzera dell’America del Sud, l’Uruguay è caratterizzato da una forte tradizione di laicità d’impronta francese. La tradizione garibaldina vi rimane forte e una Loggia di Montevideo, anticamente appartenuta al GODF, reca ancora il titolo distintivo in francese Les Amis de la Patrie.
La Gran Loggia di Uruguay è riconosciuta dalla GLUA e somma una cinquantina di Logge, con un effettivo cumulativo di 2.000 membri. La sua storia è abbastanza sintomatica della tradizione laica dominante in questo paese.
L’Obbedienza fu considerata da Londra come irregolare negli anni 1950, in quanto aveva rinunciato alla presenza del “Volume della Legge Sacra” – cioè la Bibbia, sull’ara dei giuramenti. Nel 1982 tuttavia, 11 Gran Logge degli Stati Uniti d’America e quella dell’Africa del Sud avevano ristabilito dei legami di amicizia, basati sulle evidenze oggettive che questa “irregolarità era stata corretta”. Il pragmatismo di fronte alle realtà culturali del paese aveva prevalso.
In realtà, si nota in questo paese un dinamismo particolarmente segnato da correnti massoniche legate al libero pensiero. Il Grande Oriente della Massoneria dell’Uruguay (GOFMU), creato nel 1998, è, nel cono sud, con il GOLA, una delle figure di punta di questa corrente massonica. Iscritto all’origine nella tradizione del RSAA, il GOFMU è misto e si apre anche agli altri riti; aderisce ai princìpi generali e alle usanze della Massoneria liberale.
Esso gioca un ruolo non trascurabile nel CLIPSAS e si afferma come una “istituzione essenzialmente scientifica, filosofica, filantropica, culturale e progressiva, iniziatica, che lavora per l’avvento della giustizia, la solidarietà e la pace nell’umanità”. Il GOFMU è fondatore della Confederation Interaméricaine de la Maçonnerie symbolique (CIMAS), che è stata fondata il 21 settembre 2003 a São Paolo; federa 17 Obbedienze del continente.
Il Supremo Consiglio del 33° del RSAA per la Repubblica Orientale dell’Uruguay, legato al GOFMU, è parimenti misto e ha ricevuto la sua Grande Patente dal Suprême Conseil, Grand Collège du REAA-GODF. Si colloca, nella storia degli Alti Gradi del RSAA in Uruguay, immediatamente dietro la Giurisdizione Sud.
Brasile
La situazione del Brasile, paese continente nel continente, è sulla scala di questa nazione federale che non conta meno di trentacinque Obbedienze massoniche, delle quali quelle degli Stati sono federate nella COMAB, Conféderation Maçonnique du Brésil. La più antica è il Grande Oriente del Brasile, che rivendica un effettivo superiore a 100.000 Massoni e 2.400 Logge. È riconosciuto da Londra, sull’esempio della maggior parte delle Gran Logge stabilite negli Stati. Infatti, dal 1920, ma soprattutto dalla seconda metà del XX secolo, sono nate ventidue Gran Logge le cui giurisdizioni territoriali corrispondono alle frontiere dei diversi Stati che costituiscono il Brasile. Una situazione paragonabile a quella che prevale negli Stati Uniti d’America e nel Messico.
Ne risulta un coacervo di reti di riconoscimenti e di relazioni di amicizia, la cui leggibilità non è sempre semplice da cogliere. Schematizzando, le Gran Logge degli Stati Uniti d’America e del Canada tendono a riconoscere le 22 Gran Logge brasiliane mentre le Gran Logge d’Inghilterra, d’Irlanda, di Scozia e dell’Europa continentale hanno piuttosto allacciato relazioni di lunga data con il Grande Oriente, riconosciuto in ogni caso dalla Gran Loggia del Brasile.
La presenza di Logge massoniche in Brasile può essere documentata già a partire dal 1797. Nel 1822, tre Logge francesi costituirono il Grande Oriente del Brasile sotto il patrocinio di Dom Pedro, l’imperatore brasiliano. Le logge non tardarono a essere chiuse da quest’ultimo, che si adombrava per la loro propensione a intervenire in campo politico. Si può peraltro osservare, dal 1831, dopo l’abdicazione dell’imperatore, una rinascita dell’attività massonica. Essa resterà caotica sino al 1883, anno in cui la maggioranza delle Logge si unì al Grande Oriente del Brasile, in una forte ostilità attiva nei confronti del clero cattolico. Questa unità durerà sino al 1927, anno in cui interviene uno scisma all’origine del quale è un conflitto di competenze tra Logge blu e uno dei due grandi Supremi Consigli del Rito Scozzese Antico e Accettato del Brasile.
Questa difficoltà permane ancora a tutt’oggi.
La GLUA nutrì relazioni di amicizia e concluse un trattato con il Grande Oriente del Brasile, accordando l’esclusività del proprio riconoscimento per il Brasile a questa Obbedienza. In cambio, essa manteneva sotto la sua giurisdizione delle Logge che sono attualmente 11 (Grande Loge Anglaise de District).
Il Grande Oriente del Brasile pratica in maggioranza il Rito Scozzese Antico e Accettato nelle sue Logge simboliche. Esso è considerato come piuttosto conservatore; le Gran Logge del Brasile sono, per la maggior parte, di tradizione piuttosto liberale. Diverse piccole Obbedienze brasiliane sono membri del CLIPSAS, del COMAB e/o del CIMAS.
La Gran Loggia Massonica Mista ha aderito al CLIPSAS e alla COMAM, così come la Gran Loggia Femminile e la Gran Loggia Unificata del Paraná.
Due piccole Giurisdizioni degli Alti Gradi del RSAA, una a Montezuma, l’altra a Curitiba, fanno parte della rete delle potenze scozzesi che partecipano ogni due anni agli Incontri Internazionali degli Alti Gradi Scozzesi. Ugualmente, come il Supremo Consiglio, Grand Collège du REAA-GODF, sono firmatarie della Dichiarazione di Ginevra di maggio 2005[27].
Cile
La prima Loggia fu fondata a Valparaiso nel 1850 sotto l’egida del GODF. La sua attività proseguì nel tempo e si concretizzò nel 1862 con la fondazione della Gran Loggia del Cile, che contava all’inizio quattro Officine. Tuttavia anche le Gran Logge di Scozia, d’Inghilterra e di Amburgo registravano Logge che lavoravano sotto la loro egida. Le Logge di lingua tedesca aderirono alla Gran Loggia del Cile poco prima della seconda guerra mondiale, dopo la soppressione della Gran Loggia di Amburgo da parte dei nazisti. Il clero cattolico romano, almeno sino alla fine della Seconda Guerra mondiale, si oppose in maniera molto violenta alla Massoneria, ingegnandosi a sradicarla con tutti i mezzi. I Massoni cileni ritennero che gli incendi che distrussero i Templi di Valparaiso e di Santiago avessero per causa quest’ ostilità. Di conseguenza, la Massoneria cilena passa per essere una delle più discrete del continente sud-americano.
La Gran Loggia del Cile, creata nel 1850, conta 206 Logge e circa 15.000 aderenti. Essa pratica il Rito Scozzese Antico e Accettato, a eccezione delle Logge di lingua tedesca che hanno adottato il Rito di Schroeder, il più comunemente praticato oltre - Reno. Esistono inoltre tre Logge che scaturiscono dalla Gran Loggia del Massachusetts, una Loggia inglese e quattro Logge scozzesi.
La corrente massonica liberale, a lungo rappresentata in esilio dal GOLA dopo il colpo di Stato del 1973[28], ha ripreso piede in Cile dopo il ritorno alla democrazia e si è diffusa in America latina così come in numerosi paesi europei. Quest’ Obbedienza è mista e membro del CLIPSAS e della COMAM. La Gran Loggia Mista del Cile, il Grande Oriente del Cile e il DH-Fédération del Cile sono altre tre potenze massoniche miste, mentre la Gran Loggia Nazionale del Cile è maschile. Esiste infine, dal 1983, una Gran Loggia Femminile del Cile.
Il Supremo Consiglio del RSAA del Cile, basato sul Grande Oriente del Cile, è membro della FASCREAA.
Perù
L’inizio della Massoneria peruviana è legata all’indipendenza di questo paese nel 1820. Una Gran Loggia fu fondata nel 1831, ma non tardò a scomparire. Tra il 1860 e il 1870 la Gran Loggia di Scozia fondò 12 Officine. La situazione rimase abbastanza caotica sino al 1822, anno in cui cinque Logge peruviane e cinque Logge scozzesi fondarono la Gran Loggia del Perù, Obbedienza che attualmente sopravvive. Nel 1892 il Gran Maestro in carica decise la soppressione del Volume della Legge Sacra sull’ara, decreto che fu abolito meno di un anno più tardi. Questo episodio provocò, pare, un certo discredito temporaneo di questa Gran Loggia presso le istituzioni massoniche internazionali “regolari”.
Malgrado uno scisma temporaneo di 2 anni, sopravvenuto nel 1945, la Gran Loggia del Perù rimase unita sino al 1966, anno in cui 4 Logge dissidenti fondarono un’Obbedienza non riconosciuta da Londra.
La Gran Loggia del Perù comprende 158 Logge e 6.240 aderenti. Le sue Officine praticano in maggioranza il Rito Scozzese Antico e Accettato, per quanto alcuni abbiano preferito il Rito di York (sotto l’influenza scozzese).
L’evoluzione del paesaggio massonico peruviano è notevole, soprattutto per quanto riguarda – sull’esempio di ciò che può essere osservato altrove nel sub-continente – la rete liberale del CIMAS che federa le Obbedienze “adogmatiche” tutte lavoranti al Rito Scozzese Antico e Accettato.
Coesistono due Supremi Consigli del RSAA, uno maschile, l’altro misto. Essi intrattengono relazioni di amicizia con un certo numero di Supremi Consigli del RSAA firmatari della Dichiarazione di Ginevra del maggio 2005 e partecipanti alle Riunioni biennali degli Alti Gradi Scozzesi.
Colombia
La Colombia figura nel novero dei paesi del sub-continente incontestabilmente i più “massonici” e ospita non meno di otto Obbedienze. È il paese di Simon Bolivar e conta non meno di sette Gran Logge. Fatto notevole, la corrente massonica liberale è particolarmente diffusa. Solo tre Obbedienze sono considerate “regolari” da Londra e sono riconosciute dalle potenze in rapporto con la GLUA. Si tratta delle tre Gran Logge di Barranquilla, Bogotà e Cartagena, ma la Gran Loggia d’Irlanda riconosce solo quella di Cartagena. Queste tre Gran Logge contano in tutto 35 Logge e non più di 2.700 membri. Le loro Officine praticano il Rito Scozzese Antico e Accettato. Gli effettivi delle altre quattro Gran Logge, tutte maschili, sono valutati in più di 6.000 membri. Esse sommano più di una trentina di Officine che hanno un dinamismo innegabile sul piano internazionale e regionale, in particolare nell’ambito del CLIPSAS, del CIMAS e della COMAM. A Bogotà, la Gran Loggia Centrale di Colombia e a Barranquilla, la Gran Loggia del Nord della Colombia sono i due principali poli massonici del paese.
Bolivia
La Bolivia, membro dell’Alliance bolivarienne pour les Amériques (ALBA) dal 2006, figura nel numero dei paesi dell’America del Sud che hanno a lungo sofferto di un deficit democratico poco propizio allo sviluppo della Massoneria.
La Gran Loggia detta “regolare”, stabilita tardivamente nel 1929, è riconosciuta dalla maggior parte delle Obbedienze iscritte nella sfera d’influenza di Londra. Essa ha 77 Logge e rivendica circa 30.000 membri; le sue Officine lavorano in spagnolo al Rito Scozzese Antico e Accettato o al Rito di York. È membro della CMI.
L’attività massonica liberale rimane assente.
Venezuela
Non è stabilito storicamente, ma è ritenuto poco probabile, che la massoneria si sia impiantata in questo paese grazie alla Spagna nel 1808. Le fonti storiche non sono molto probanti. Tuttavia, dal 1824, Logge che traevano la loro autorità dalle Gran Logge d’Inghilterra e di Scozia fecero un’apparizione documentata. La loro presenza fu breve, in quanto un decreto governativo del 1827 mise al bando l’attività di tutte le “società segrete”. Dopo l’abrogazione di questo decreto, nel 1838, una Gran Loggia e un Grande Oriente videro la luce. Si fusero nel 1865 per formare il Grande Oriente Nazionale del Venezuela.
Nel 1916 questa Obbedienza si trasformò, con la fondazione simultanea della Gran Loggia della Repubblica del Venezuela e del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato, in due strutture che mantengono sempre tra loro legami di amicizia.
La Gran Loggia della Repubblica del Venezuela conta 4.500 membri, ripartiti in 118 Officine che lavorano al Rito Scozzese Antico e Accettato[29].
CAPITOLO IV - La Massoneria in Africa Nera
Il continente africano è una delle terre d’elezione dell’Ordine massonico, con filiazioni che discendono, senza eccezione, dalla colonizzazione. Le varianti che vi si manifestano sono dunque tutte legate, sin dalle loro origini, a quelle dalle quali emanano in spazi ben delimitati - corrispondenti alle conquiste: Regno Unito, Francia, Spagna, Portogallo.
Per quanto riguarda le aree geografiche anglofone dell’Africa nera, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, senza riserve, vi ha esportato le sue regole, usanze e tradizioni. Abbiamo avuto modo di farvi riferimento nella presentazione della GLUA e non vi ritorneremo, salvo che per ricordare che la massoneria africana anglofona non differisce molto da quella di Londra.
La Spagna, per evidenti ragioni di restrizioni delle libertà, cioè di forte interdizione, che conosceva la Massoneria nella patria di Cervantes, non ha realmente stabilito delle Logge nel continente africano. In compenso l’hanno fatto i Portoghesi, anche se in misura minore rispetto ai Francesi. In questa sede, dunque, ci interesseremo della diffusione della Massoneria nell’Africa nera sub-sahariana.
È in Senegal, in uno dei “quattro comuni”[30], precisamente a Saint Louis, che fu creata il 9 maggio 1781 la prima Loggia, sotto l’egida della prima Gran Loggia di Francia, antenata del Grande Oriente di Francia. Questa Loggia aveva il titolo distintivo St Jacques des Vrais Amis Rassemblés prima di divenire St Jacques des Trois Vertus. I suoi effettivi erano all’epoca composti di militari, funzionari coloniali e commercianti espatriati. Nel 1823, il GODF istituì una seconda Loggia La Parfaite Union, alla quale apparterrà il Governatore, il barone Jacques-François Roger. Georges Odo[31] ha scritto a questo proposito: “Difensore degli africani, antischiavista… egli deve essere considerato come il precursore dell’opera di Faidherbe”. Segue la nascita di diverse Logge, sempre a Saint Louis: L’Union Sénégalaise (1874), che inizierà nel 1882 il primo Africano non mulatto, Biran Sady, commerciante; poi Mamadou Racine, capitano dei Fucilieri (1883) e un anno più tardi Mamadou Saye, impiegato del telegrafo. Due altre Logge seguiranno presto, dando testimonianza di una precoce intensa attività massonica: L’Avenir du Sénégal (1894) e L’Etoile Occidentale (1899), quest’ultima trasferitasi a Dakar nel 1902 quando questa città assunse al rango di capitale dell’Africa Occidentale Francese.
Come riferisce Joseph Badila[32], la Gran Loggia di Francia e il Grande Oriente di Francia installano delle Logge o tentano di farlo, con successi ineguali nelle diverse parti dell’impero coloniale. È la prima tappa della storia della Massoneria sub-sahariana.
La GLDF apre due Logge in Madagascar: a Tananarive nel 1890 la Loggia Imerina 310, poi nel 1900 Les Trois Frères a Majunga. Da parte sua, il GODF fa altrettanto con L’Avenir Malgache a Tamatave (1900), divenuta L’Indépendance Malgache nel 1905; seguì poi quella di Diego Suarez L’Action républicaine (1913).
Il Droit Humain si stabilì a sua volta a Tananarive nel 1911. Altre Logge si stabilirono progressivamente nel Gabon, nel 1906; in Dahomey nel 1907 (oggi Benin); in Guinea nel 1908; in Sudan (oggi Mali) lo stesso anno; poi a Conakry nel 1916; a Abidjan nel 1930 e in Camerun nel 1933.
Joseph Badila spiega che : “pioniere in Africa, generalmente in lotta con missioni religiose potenti e ostili alla Massoneria, le prime Logge africane, per quanto largamente composte da membri cattolici, denunciano regolarmente gli atteggiamenti anti repubblicani e anti laici delle scuole missionarie e di alcuni loro compatrioti…”.
La seconda tappa fu quella posteriore alle indipendenze e con un Ordine massonico reso accessibile ai cittadini, in Obbedienze africane che non tardarono a emergere. I legami con le potenze massoniche francesi, lungi dall’allentarsi, contribuirono a nuove relazioni che non ebbero l’effetto di chiudere le Logge che esistevano.
Le visite regolari e successive dei Gran Maestri del GODF, Roger Leray (luglio 1986), Ragache (1987 e 1989), così come Pozzo di Borgo (1988) testimoniano di un interesse di rue Cadet che rimase costante e particolarmente attento. Tanto e così bene che apparvero presto spazi d’incontri regolari, in una volontà condivisa con le Obbedienze nazionali d’Africa: i REHFRAM (Rencontres Humanistes et Fraternelles Africaines et Malgaches) creati nel 1992, si svolgono ogni anno in una capitale diversa e sono considerati la più importante riunione massonica in Africa. Vi si associano regolarmente il GODF e la GLDF, che contemporaneamente rivaleggiano e non hanno le medesime strategie.
Dal 1996 le potenze massoniche africane hanno inoltre costituito una confederazione interobbedienziale chiamata Conférence des Puissances Maçonniques Africaines et Malgaches (CPMAM).
La Gran Loggia Nazionale Francese ha saputo, da parte sua, far aderire progressivamente un buon numero di capi di Stato africani alla rete delle Gran Logge riconosciute dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Ha creato così, ipso facto, una rete conseguente e che le è propria, la cui influenza è lungi dall’essere trascurabile. Questo cambiamento si è evidentemente accompagnato a una perdita notevole di influenza del GODF, che mantiene peraltro, sotto la sua giurisdizione, sempre molte Logge nel continente.
La dottrina della prima e più antica Obbedienza fluttua. Con Alain Bauer, essa si caratterizzava piuttosto per un ritorno alla presenza attiva nei perimetri esterni. Una doxa che si sarebbe affermata con ancora maggiore forza in seguito, nel 2007, con il prevedibile effetto immediato di un allontanamento delle Obbedienze africane dalla potente Obbedienza francese che aveva saputo essere loro partner.
Oggi, applicando i mandati ricevuti dal Convento, l’Obbedienza privilegia una politica estera di equilibrio, dando la priorità al sostegno e al mantenimento delle Gran Logge, piuttosto che a quello della creazione di nuove Officine del GODF all’estero. Un cammino incoraggiato dall’accordo di Casablanca del 2009, in rottura con quello precedente che si avvicinava a uno sconfinamento obbedienziale al di fuori dell’Esagono e che andava contro il senso della storia. Peraltro, con calcolo sottile, le preesistenti Logge del GODF proseguono le loro attività, sforzandosi di tenersi lontane dalle interferenze delle politiche interne degli Stati africani e dei giochi locali.
La pratica di princìpi rispettosi delle sovranità non è tuttavia esente dalle tentazioni di fare perdurare pratiche di un altro tempo, quello della colonizzazione.
CAPITOLO V - Il Perimetro Islamico-Musulmano Mediterraneo
In introduzione, riporteremo una citazione che s’impone: “Non siamo che all’inizio di un’onda di fondo che durerà a lungo. Questa sollevazione democratica dei popoli e della gioventù araba conoscerà vittorie, arretramenti, impasse e sconfitte, ma toccherà più o meno profondamente tutti i regimi in carica. Più niente sarà come prima nel mondo arabo ed è con grande umiltà, di fronte all’ampiezza di questo movimento storico, che mi sono sforzato di studiare linee guida d’interpretazione e di valutazione. I reticolati provocati dallo choc dell’11 settembre e la focalizzazione su Al-Qaïda avevano, in effetti, finito per occultare la realtà delle società arabe ed è importante iniziare di nuovo con un approccio empirico, in rottura con le costruzioni ideologiche in voga nel decennio scorso”[33].
In eco a ciò, dobbiamo oggi avere il realismo di mettere in conto quanto, con gli atti barbari e mortali commessi a Parigi da Daesch in gennaio, e poi il 13 novembre 2015, evidenzia le sfide violente opposte ai valori dei Lumi, che minacciano di spegnersi se noi non reagiamo in maniera adeguata all’oscurantismo più retrogrado[34].
Thierry Zarcone ricorda nella sua opera più recente Le Croissant et le Compas, come Islam e Massoneria abbiano potuto passare “dalla fascinazione all’odio”.
Questi riferimenti al contesto attuale, e ai suoi estremi rigori, s’impongono in questa sede per una questione di realismo.
I Lumi si sono spenti già da molto tempo in Giordania, in Palestina, in Egitto, in Iran, in Siria, in Iraq e in tutti quei luoghi in cui l’Ordine massonico ha peraltro conosciuto le proprie ore di serena coabitazione e anche d’intelligente coniugazione tra la spiritualità sufi e la tradizione musulmana illuminata.
Un contesto di tolleranza che non è mai esistito né in Arabia Saudita né in alcuno degli Emirati, dove è assente e rimane inconcepibile qualsiasi traccia di Massoneria. Ma, a fianco di ciò, esistono in questo periodo nel mondo islamico-musulmano dei perimetri nei quali islam e Massoneria costituiscono spazi di resistenza e anche di uscita, che nutrono ancora la speranza. E poi c’è Israele, che è un’isola a parte nella quale il fondamentalismo ebreo integralista coesiste, suo malgrado, con Logge massoniche che in verità non sono sullo stesso pianeta.
Il Grande Oriente di Francia vi è presente, a fianco di Obbedienze israeliane “regolari”, come sono quelle riconosciute dalla GLUA. Vi si rileva anche una loggia della Gran Loggia d’Italia.
Il Marocco[35] rappresenta un’eccezione notevole che merita di essere evidenziata sotto più di un aspetto. Il regno marocchino, il cui sovrano, il Re Mohammed VI, reca anche il titolo di comandante dei credenti, è l’unico paese di religione musulmana ad ammettere le attività massoniche, anche se il potere desidera, legittimamente, che i suoi membri diano prova della discrezione necessaria per evitare inutili tensioni che comprometterebbero questo fragile spazio di libertà di coscienza.
La Massoneria è comparsa in Marocco nel 1867, la prima Loggia è installata a Tangeri da Haim Benchimol, “drogman” (interprete) della legazione (cioè dell’ambasciata) di Francia, membro fondatore dell’Alliance israélite universelle, l’Union 194, insieme a Ebrei marocchini “protetti” o naturalizzati francesi.
Nel 1890, è creato un Grande Oriente del Marocco (GODM), sotto l’impulso di due Fratelli spagnoli: Philippe Cervera de Bavière e Philippe de Bourbon. Un anno più tardi il GODM sparisce e i suoi membri raggiungono il Grand Orient Espagnol.
Nel 1912, quando si installa il protettorato, esistono solo due Logge francofone: La Nouvelle Volubilis (fondata a Tangeri nel 1891) e Le phare de la Chaouia (fondata a Casablanca nel 1907).
Nel 1918, nella speranza della fine della Grande Guerra, otto Massoni fondano il primo Capitolo del RSAA, in Marocco. La qualità di Massone di Moulay Abd al-Hafid – sultano del Marocco dal 1908 al 1912 – è riconosciuta. Dopo avere abdicato in favore di suo fratello, Moulay Youssef (padre di Mohamed V, nonno di Hassan II e bisnonno di Mohamed VI, l’attuale sovrano marocchino), viene iniziato verso la fine del 1920 a Madrid, in seno alla Loggia Union hispano américaine n° 379 del Grand Orient Espagnol. Sappiamo anche che egli fa domanda di affiliazione nel febbraio 1927, in seno alla Loggia Plus Ultra n° 452 della Gran Loggia di Francia, all’Oriente di Parigi, ed è affiliato alla Loggia Jean-Jacques Rousseau del GODF, all’Oriente di Montmorency (Val-d’Oise).
Nel 1939 il Marocco conta 29 Logge francofone, mentre le Logge ispanofone del protettorato spagnolo e di Tangeri sono state tutte vittime della dittatura di Franco e della sua impietosa legislazione antimassonica.
Sino all’indipendenza, nel 1956, questa Massoneria sarà di tipo coloniale, spagnola nel Nord, francese nel resto del Regno. Nel 1964, dopo la decolonizzazione, grazie agli sforzi della Grande Loge Suisse Alpina, essa resusciterà per dare nascita alla prima Obbedienza marocchina: la Grande Loge Atlas. Nel 1972, essa creerà la Grande Loge du Maroc che riunirà, nel suo periodo d’oro, più di 400 membri, provenienti da ogni contesto sociale. Nel 1985, la Grande Loge du Maroc si mette provvisoriamente in sonno, prima di conoscere un nuovo slancio, a partire dal 2001. Il 15 giugno 2000, l’accensione dei fuochi della Grande Loge du Royaume du Maroc, a Marrakech, posta sotto gli auspici della Gran Loggia Nazionale Francese, segna una tappa sulla via del riconoscimento internazionale dei Massoni marocchini che desideravano inscriversi nell’orbita della GLUA. Tuttavia, cinque anni più tardi, questa giovane Obbedienza conoscerà una scissione che darà vita alla Grande Loge Régulière du Royaume du Maroc, ancora attualmente in attività. Essa è riconosciuta dalla GLUA e dunque su vasta scala internazionale.
Inoltre, dagli anni 2000, hanno visto la luce diverse Obbedienze e alcune Officine indipendenti. Ma, globalmente, la Massoneria marocchina resta ancora debole numericamente, molto divisa e in perenne evoluzione.
Il paesaggio massonico marocchino sembra potersi riassumere attualmente in: Grande Loge du Maroc (GLM), maschile, multi-rito, organizzatrice del CLIPSAS nel 2012; Grande Loge régulière du Royaume du Maroc (GLRRM), riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra, che conta Logge a Rabat, Casablanca e Marrakech; essa pratica il Rito inglese di stile Emulazione; ha partecipato alla 9° conferenza mondiale delle logge massoniche “regolari”, nel 2008; Grande Loge féminine du Maroc (GLFM); Droit Humain, fédération marocaine; Grande Loge Unie du Maroc (GLUM); Grand Orient du Maroc (GODM), le cui logge possono essere miste, femminili o maschili, il Rito principale è il Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA) ma pratica anche un Rito egiziano.
La Tunisia[36], culla della primavera araba, inizia solo oggi a scoprire con la massima discrezione, dettata dalle circostanze, un risveglio molto discreto di balbettanti attività massoniche.
In Algeria ognuno comprenderà facilmente come le condizioni non siano stabili, oggi come nel passato, per intravedere una qualche ripresa di attività massoniche. Esse hanno cessato dopo l’indipendenza. Una Loggia in esilio, che reca il titolo distintivo di Belisaire, mantiene, a Marsiglia, il ricordo simbolico di un’attività che fu notevole, sino al 1962, ad Algeri e nelle principali città del paese.
In Libano[37] la Massoneria nella sua forma istituzionale si impianta a Beirut nel 1861. La Loggia Palestine n° 415 è eretta a Beirut il 6 maggio 1861, sotto costituzione della Gran Loggia di Scozia. Altre Logge sono state create alcuni anni più tardi, così la Loggia Le Liban, poi la Loggia La Chaîne d’Union nel 1869, sotto gli auspici del Grande Oriente di Francia, a Beirut.
In seguito, altre Obbedienze, tra le quali la Gran Loggia di Scozia e la Gran Loggia di Francia, crearono diverse Officine massoniche. A quell’epoca il Libano faceva parte dell’Impero ottomano e il sufismo vi esercitava una forte influenza. La Massoneria era considerata come una sorta di “sufismo occidentale”, recante una forma di “modernità” e di libertà di espressione. Queste Officine straniere costituiranno, come negli altri paesi sotto protettorato francese o britannico, lo zoccolo delle obbedienze nazionali.
All’inizio del XX secolo, le Logge si confrontarono con l’opposizione dei Gesuiti e con la ristrutturazione conseguente alla Prima Guerra mondiale.
Le Logge massoniche hanno partecipato, con altri, alla nascita di un maggiore liberalismo, il che ha potuto condurre – secondo alcuni – alla nascita del nazionalismo arabo. Dopo la Prima Guerra mondiale, le Logge siriane si spostano verso il Libano, dove sono tollerate. La Seconda Guerra mondiale indebolisce fortemente la Massoneria, dominata da Obbedienze estere. A partire dal 1945 inizia a strutturarsi una Massoneria propriamente libanese. Essa si sviluppa sino alla guerra civile del 1975, prima di conoscere gli effetti contrari delle ostilità, in particolare quelle degli Hezbollah.
Situato in una regione instabile, in prossimità della Siria e in un contesto regionale sempre particolarmente esposto, il Libano coltiva nondimeno, con molta costanza, una tradizione massonica che non si smentisce anche quando le forze religiose le sono più che mai ostili (Islam sciita, Hezbollah, cristiani maroniti), con l’eccezione dei Drusi.
A fianco della proliferazione di Obbedienze, la cui esistenza non è sempre attestata nei fatti o che possono suscitare legittimi interrogativi, altre sono in prima linea e danno prova di coraggio e perseveranza, a dispetto di un contesto nazionale e regionale spesso poco propizio alle loro attività.
La prima tra esse è attualmente la Grande Loge des Cèdres, membro dell’Unione Massonica del Mediterraneo e del CLIPSAS. Il suo Supremo Consiglio del RSAA è anche firmatario della Dichiarazione di Ginevra del 2005 e partecipa agli Incontri Internazionali degli Alti Gradi Scozzesi, così come agli Incontri Euro - mediterranei istituiti a Torino, nel maggio 2008, con le Giurisdizioni del bacino del Mediterraneo.
In Turchia[38]. una Massoneria di tipo francese s’impianta nel corso del XIX secolo, prima a Salonicco, poi a Costantinopoli. Sembra che sia arrivata per mezzo delle Logge militari nate durante la guerra di Crimea, a contatto di ufficiali massoni inglesi e francesi, e delle Logge d’intellettuali costituite attorno a professori francesi delle scuole dell’Alliance Universelle. I massoni erano all’epoca molto attivi nell’esercito, dove militari ostili all’assolutismo volevano laicizzare lo stato. Essi potevano, in effetti, riunirsi in forma discreta al riparo delle Logge e trovarvi un libero spazio di espressione, che permetteva di esprimersi e di riflettere in merito al divenire dell’impero ottomano. Il sultano era il comandante dei credenti con rango di califfo, e l’islam, religione di stato dell’Impero, ispirava la legislazione e sottometteva i non-musulmani a discriminazioni quali l’haraç (tassa supplementare) o l’impossibilità di fare carriera nell’esercito.
La rivoluzione dei Giovani Turchi, nel 1908, si svolge in buona parte con l’aiuto della massoneria turca vicina alla corrente di pensiero del Grande Oriente di Francia: essa è innanzitutto laica – pur tenendo in debito conto le realtà del paese – ed ugualitaria, prima di conoscere una colorazione nazionalista durante le Guerre balcaniche.
I primi licei moderni di Salonicco hanno dei massoni come professori e dirigenti: essi influenzeranno in parte Mustafa Kemal, il fondatore della repubblica turca, egli stesso iniziato nella Loggia Vedata, che lascerà rapidamente senza proseguire questo cammino. Incoronato con il prestigio del nome di salvatore della nazione, al termine della guerra d’indipendenza turca, otterrà sufficiente potere per deporre il Sultano, laicizzare lo stato e la legislazione, romanizzare la scrittura e rendere l’istruzione pubblica obbligatoria. Così tante riforme radicali non sarebbero mai state accettate dalla maggior parte della popolazione in tempo di pace, né con un tale ritmo.
Nel 1935 il governo turco, per ordine di Atatürk, decreta la chiusura delle Logge massoniche. Esse saranno in seguito ristabilite dal governo di Ismet Inonu nel 1948.
Attualmente, e in un contesto sempre più difficile, legato all’evoluzione politica del paese sotto controllo del partito islamico-conservatore, tre Obbedienze perpetuano la tradizione e rappresentano la punta di diamante di una laicità turca affermata: la Grande Loge régulière de Turquie; la Grande Loge libérale de Turquie, obbedienza maschile, che lavora al Rito Scozzese Antico e Accettato e che riceve le sorelle; e infine la Grande Loge Féminine de Turquie. Queste Obbedienze sono membri del CLIPSAS e partecipano al dialogo massonico internazionale e regionale, prendendovi un ruolo essenziale, così come nell’Unione Massonica del Mediterraneo.
Esistono tre Giurisdizioni del Rito Scozzese Antico e Accettato, ognuna di esse è legata con una delle tre potenze massoniche turche. Il Supremo Consiglio per la Turchia, firmatario, come quello del Libano, della Dichiarazione di Ginevra del maggio 2005, partecipa alle riunioni internazionali ed euro-mediterranee scozzesi, che accoglie e organizza a più riprese a Istanbul.
CAPITOLO VI - L’Asia
La tradizione massonica in Asia si riassume in ben poche cose e rimane legata a un passato coloniale ormai compiuto, essendo durato poco, e sporadicamente, l’Ordine massonico in una piccola parte del paese, in seno a un vastissimo continente, la cui impressionante demografia totalizza più di 4,4 miliardi di abitanti.
L’India fa ancora eccezione, con circa 15.000 massoni, ma si tratta di una sopravvivenza della GLUA.
La Grande Loge des Philippines è l’altro grande polo regionale con degli effettivi equivalenti.
In Cina la Massoneria rimane vietata, come è regola nei paesi comunisti e in quelli che conoscono regimi totalitari. Non esistono dunque potenze massoniche né nella Repubblica popolare di Cina, né a Hong Kong, né a Macao. Si deve tuttavia notare la presenza, a Singapore, Hong Kong, Macao e nello Sri Lanka, di Logge non costituite in Obbedienze autonome e appartenenti a Obbedienze americane, inglesi, francesi e portoghesi. A queste si aggiungono diverse Logge nel perimetro diplomatico, di tipo inter-obbedienziale misto, ma senza vocazione di affiliazione.
Al di fuori di Taiwan, dove la Gran Loggia di Cina si è stabilita nel 1949, non esistono assolutamente veri impianti massonici significativi nei paesi della regione, a parte l’India, già citata, e le Filippine.
In Cambogia si deve tuttavia menzionare una Loggia non costituita in Obbedienza autonoma e appartenente a un’Obbedienza francese (GLDF); mentre, al GODF, una Loggia in esilio lavora a Parigi sotto il titolo distintivo La Lumière du Vietnam.
In Tailandia, un’Obbedienza di origine francese, il Grande Oriente di Tailandia, (GODT), di creazione molto recente, a Bangkok, si appoggia su espatriati con l’ambizione, nel tempo, di iniziare dei cittadini. Si trovano parimenti nella regione numerose Logge che appartengono a differenti Obbedienze di altri paesi: Inghilterra, Irlanda, Scozia, Paesi Bassi e Francia.
Il Grande Oriente di Francia, ha da parte sua creato recentemente una Loggia, Samarcande, il cui titolo distintivo evocatore annuncia l’ambizione di sostenere la creazione di Logge in spazi vergini o nei quali Francesi espatriati, membri di quest’ Obbedienza, possano trovare uno spazio di incontro e di attività. È questa Loggia che, nel 2015, è stata come si sa all’origine della creazione di una Loggia a Pondichéry.
GIAPPONE. Come in un buon numero di paesi, la Massoneria fu importata in Giappone con la creazione delle Logge militari straniere.
La prima discendeva dalla Gran Loggia d’Irlanda, la Sphinx Lodge No. 263, collegata al 20° Reggimento di fanteria (Lancashire Fusiliers). I suoi fuochi furono accesi nel 1864 a Yokohama. Dopo avere iniziato residenti espatriati e molti Giapponesi, essa sollecitò una patente dalla GLUA e la ottenne nel 1865, sotto il titolo distintivo di Yokohama Lodge No. 1092. La sua istallazione ufficiale ebbe luogo il 26 giugno 1866, segnando così il punto di partenza di altre creazioni prima della Seconda Guerra mondiale. Quando questa scoppiò, si contavano in totale nell’arcipelago sei Logge simboliche, discendenti da una Gran Loggia Provinciale, posta sotto la giurisdizione della United Grand Lodge of England (GLUA), alle quali si aggiungevano tre Logge simboliche che discendevano dalla Gran Loggia di Scozia.
Infine, un numero indeterminato della Marque e dei Capitoli dell’Arco Reale, così come Officine degli Alti Gradi del RSAA, rappresentava il resto di un paesaggio massonico piuttosto esogeno e anglo-sassone.
Dal 1941 al 1945 ogni attività massonica fu proscritta e le Logge furono chiuse. I lavori massonici ripresero alcuni mesi dopo la fine della guerra e rimasero limitati a un’unica Loggia militare che lavorava in inglese al Rito di Emulazione, e ad altre due che praticavano il RSAA.
È al generale americano Douglas MacArthur, comandante supremo delle forze alleate nel Pacifico, che si deve, dopo la resa giapponese del 2 settembre 1945, l’iniziativa di un rilancio dell’attività massonica in Giappone e a Okinawa. Essa sarà posta sotto la giurisdizione della Gran Loggia delle Filippine.
Si dovrà attendere il 1957 per la creazione della Gran Loggia del Giappone, che non eserciterà la sua autorità sulle Logge militari americane istallate nell’Honshu dal 1946[39]. Attualmente le Logge giapponesi lavorano in generale al Rito di York o al RSAA e nella loro lingua. Se ne contano al momento undici, alle quali vanno aggiunte cinque Officine che nascono da potenze massoniche straniere, e lavorano, per quanto le riguarda, in inglese – raggruppando essenzialmente dei residenti stranieri, tra i quali francesi espatriati.
Nel 1990 è stata creata una Loggia inter-obbedienziale mista, La Fraternelle francophone à l’Orient de Tokyo. Essa è sfociata, nel 2008, nella creazione di una Loggia in pieno esercizio del Droit Humain, la Soleil levant all’Oriente di Tokyo.
CONCLUSIONE - L’Universale: il RSAA e la sua espansione nel mondo, frutto di una plasticità singolare e cosmopolita
Come un filo conduttore, abbiamo potuto constatare che sotto tutte le latitudini ritroviamo la pratica del RSAA, questo rito universale che ha saputo creare legami. Su queste riflessioni desideriamo concludere il panorama mondiale.
Il Rito in 33 gradi, il più praticato sulla superficie del globo, e ovunque dove la Massoneria sia presente, è stato spesso oggetto di riflessioni in merito alle ragioni di questa espansione universale.
Alcuni si sono interrogati sulla questione di una cultura scozzese, definita come incomparabile ausilio dell’emancipazione intellettuale, coniugante riti di ragione, di riflessione e di liberazione.
Jean-Pierre Martinon cita il soggetto cultura nell’Encyclopédie Universalis, proponendone una “definizione ristretta, anche restrittiva, che utilizza il termine cultura per descrivere l’organizzazione simbolica di un gruppo, e il trasferimento di questa organizzazione all’insieme dei valori che sostengono la rappresentazione che il gruppo fa di se stesso, dei suoi rapporti con gli altri gruppi e dei suoi rapporti con l’universo naturale”.
Si tratta di una definizione pertinente del RSAA, che occorre completare aggiungendovi l’estrema malleabilità, l’adattabilità e la capacità di evolversi, in breve tutto ciò che si potrebbe definire, con una parola sola, come la plasticità di questo Rito, capace di superare i dibattiti partigiani dando la parola all’erudizione massonica[40].
In conclusione, anche se sarebbe presuntuoso pronunciarsi a lungo termine sulle prospettive dell’Ordine iniziatico massonico, e qui più specificatamente del RSAA, vero motore di energia dell’Ordine, i fondamentali dello Scozzesismo sembrano essere sufficientemente affermati e perpetuati un po’ ovunque nei diversi continenti, per dare vita a reali speranze di vedere ancora a lungo e sotto tutte le latitudini perdurare questa filosofia inalterabile dell’Ordo ab Chao, metodo di sintesi universale e di riconciliazione tra correnti di pensiero.
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· La Franc-maçonnerie américaine entre déclin et révolution, sotto la direzione di Alain de Keghel, La Chaîne d’Union N°16, printemps 2001, Paris.
· Le message universel du REAA, Alain de Keghel, La Chaîne d’Union N° 30, automne 2004, Paris.
· Franc-maçonnerie et dialogue franco-allemand, Alain de Keghel, La Chaîne d’Union N°46, Octobre 2008, Paris.
· La Franc-maçonnerie dans le monde, Humanisme, hors série, Collectif, GODF, sept. 2014, Paris.
· La longue marche de nos Frères et Sœurs turcs, Dossier par Hüseyin Özgen, La Chaîne d’Union, N°52, Avril 2010, Paris.
· Dialogue entre penseurs et Franc-maçons en Allemagne, Dossier, La Chaîne d’Union N°53, juillet 2010, Paris.
· Les Franc-maçons arabes et la révolution, La Chaîne d’Union, N° 58, Octobre 2011, Paris.
· Regards sur la Franc-maçonnerie aux Etats-Unis, Dossier collectif, La Chaîne d’Union, N°62, octobre 2012, Paris.
· HEREDOM, volumes 1 à 23, Juridiction Sud du Rite Ecossais Ancien Accepté, (de 1992 à 2015), Washington, DC.
· Freemason’s Royal Secret, The Jamaïcan «Francken Manuscript» of the High Degrees, The Scottish Rite Research Society, 2014, Washington, DC.
· El Gran Oriente de Francia, Revista de Franmasoneria Cultura Masonica, Collectif, Masonica.es, Madrid.
· Para que reflorecezca la Acacia, Numero spécial collectif, La Cadena de Union (La Chaîne d’Union, GODF) 2004, Paris.
· El Corazon civico y symbolico del Rito Escocés, Revista de Franmasoneria Cultura Masonica N° 20, Masonica.es, janvier 2015, Madrid.
· Regards sur la Franc-maçonnerie au Japon, Alain de Keghel e Erika Peschard-Erlih, KILWINNING N°8, revue de la S.EU.RE, 2016, Bruxelles.
ALLEGATI
1. PRINCIPALI ACRONIMI
AME Association Maçonnique Européenne
AMI Association Maçonnique Internationale
BnF Bibliothèque nationale Française
CIMAS Confederación Interamericana de Masonería Simbólica
CLIMAF Centre de Liaison International de la Maçonnerie Féminine (1982)
CLIPSAS Centre de Liaison et d’Information des Puissances maçonniques Signataires de l’Appel de Strasbourg (1961)
CMC Confederación Masónica Colombiana
CMI Conferencia Interamericana Masónica, créée en 1947
COMAB Confédération maçonnique du Brésil
CONAM Confederation d’obédiences d’Amérique
COMALACE Contribution des Obédiences Maçonniques Libérales et Adogmatiques à la Construction Européenne
DH Droit Humain
FASCREAA Federación Americana de Supremos Consejos del REAA ( la sede è a Barranquilla, Colombia)
GADLU Grand Architecte de l’Univers
GFEQA Groupe Fraternel d’Etude des Questions Africaines
GL-AMF Grande Loge de l’Alliance Maçonnique Française
GLB Grande Loge de Belgique
GLDF Grande Loge de France
GLDI Grande Loge d’Italie
GLFB Grande Loge Féminine de Belgique
GLFF Grande Loge Féminine de France
GLNF Grande Loge Nationale Française
GLUA Grande Loge Unie d’Angleterre
GLLT Grande Loge Libérale de Turquie
GOB Grand Orient de Belgique
GOBT Grand Orient de Thaïlande
GODF Grand Orient de France
GODL Grand Orient du Luxembourg
GOH Grand Orient de Hongrie
GOL Grand Orient Lusitanien
REAA Rite Ecossais Ancien et Accepté
REHFRAM Rencontres Humanistes et Fraternelles Africaines et Malgaches
R.I.H.G.E. Rencontres Internationales des Hauts Grades Ecossais
S.EU.RE Société Européenne d’Etudes et de Recherches Ecossaises
2. ELENCO DELLE POTENZE MASSONICHE PER NAZIONE
(Dati numerici statistici aggiornati al 10 febbraio 2016*)
(*Legenda: H obbedienze maschili, F, obbedienze femminili, M obbedienze miste)
Africa
Africa del Sud
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grand Lodge of South Africa |
1961 |
95 |
3 300 H |
GLUA |
www.grandlodge.co.za |
DH South Africa |
1912 |
4 |
M |
CLIPSAS |
www.droit-humain.org/southafrica |
Bénin
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres H |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grand Bénin de la République du Bénin |
1907 (1967) |
|
H |
CLIPSAS |
|
Grande Loge du Bénin (Ex GLNF au Bénin) |
|
|
H |
GLUA |
|
Camerun
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge unie du Cameroun (GLUC) |
1962 |
10 |
500 environ |
CLIPSAS |
www.glucam.org |
Grande Loge nationale du Cameroun (Ex GLNF au Cameroun) |
|
|
|
GLUA |
|
Congo, repubblica del
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grands Orient & Loge associés du Congo (GOLAC) |
|
|
|
CLIPSAS |
|
Grands Orient du Congo-Brazzaville (GOCB) |
|
|
|
|
|
Grande Loge de France (GLDF) |
|
|
|
|
|
Le Droit Humain International (DH) |
|
|
|
CLIPSAS |
|
Grande Loge traditionnelle et Symbolique d'Afrique (GLTSA) |
|
|
|
CLIPSAS |
|
Grande Loge Symbolique et Masculine d'Afrique (GLSYMA) |
|
|
|
CLIPSAS |
|
Grande Loge Unie de Memphis-Misraïm (GLUMM) |
|
|
|
|
|
Grande Loge du Congo (GLC) |
|
|
|
GLNF |
|
Congo, repubblica democratica del
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grand Orient du Congo |
|
|
|
CLIPSAS |
|
Grande Loge du Congo (Kinshasa) |
|
|
|
GLUA,GLDF |
|
Grande Loge nationale du Congo du Rite ancien et primitif de Memphis-Misraïm "GLNC" |
1990 |
3 |
55 |
CPMAM,GLM, GOLAC,GOCB,GOC |
|
Costa d’Avorio
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge de Côte d'Ivoire |
18 février 1989 |
|
|
GLUA |
glci-ci.org |
Grand Loge unie de Côte d'Ivoire |
|
|
|
GLUA |
|
DH Côte d'Ivoire |
|
|
|
CLIPSAS |
|
Grande Loge symbolique ivoirienne de Memphis Misraïm |
2008 |
|
|
GLSYMA, GLSB, GLNUR |
www.glsi-ci.org |
Gabon
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge du Gabon |
1983 |
25 |
|
GLUA, GLNF |
|
Grande Loge Symbolique (ex Grand Rite équatorial) |
1975 |
14 |
|
GODF, GLUA |
|
Grande Loge féminine du Gabon |
|
|
F |
GLFF |
|
Guinea
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
DH Guinée Conackry |
|
|
|
CLIPSAS |
|
Madagascar
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge traditionnelle et symbolique de Madagascar (GLTSM) |
1997 |
21 |
|
|
www.gltsm.org |
DH Madagascar |
|
|
|
CLIPSAS |
|
Grande Loge nationale de Madagascar (ex GLNF à Madagascar) |
|
|
|
GLUA |
|
Mali
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
DH Mali |
|
1 |
46 |
CLIPSAS |
/www.droit-humain.org/mali |
Grande Loge nationale malienne (Ex GLNF au Mali) |
|
|
|
GLUA[4] |
|
Marocco
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge du Maroc |
Février 1964 |
10 |
250 |
CLIPSAS CPMAM UMM |
GLM |
Grande Loge unie du Maroc |
Mars 2005 |
moins d'une dizaine |
moins d'une centaine |
GLDF et Grandes Loges Unies d'Europe |
GLUM |
Grande Loge féminine du Maroc |
2008 |
3 |
54 |
CPMAM |
|
Grand Orient du Maroc (G.O.D.M.) |
2009 |
moins d'une dizaine |
Une centaine (masculin, féminin, mixte) |
|
www.grand-orient-du-maroc.com |
Grande Loge régulière du Royaume du Maroc |
2000 |
moins d'une dizaine |
moins d'une centaine |
GLUA - GLNF - GLRB |
|
Isole Mauritius
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge de Maurice (ex GLNF à Maurice) |
2005 |
16 |
|
GLUA |
http://glmasonica.com |
DH Île Maurice |
|
2 |
M |
CLIPSAS |
|
Grande Loge mixte de Maurice |
2009 |
1 |
M |
|
|
Grande Loge de l’océan Indien des rites ésotériques |
2013 |
8 |
90 M |
OMDM |
|
Esistono alle Mauritius 4 logge non costituite in obbedienze autonome e appartenenti alla Grande Loge de France e anche logge del Grand Orient de France e della Grande Loge d'Irlande.
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge du Sénégal (ex GLNF) |
élément |
élément |
élément |
élément |
élément |
DH Senegal |
|
|
|
CLIPSAS |
|
Grande Loge féminine du Sénégal |
|
|
F |
GLFF |
|
N.B. Esistono numerose logge del GODF a Dakar e a Rufisque
Togo
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge nationale du Togo |
1972 |
41 |
1000 |
GLUA |
www.glnt.org |
Grand Orient du Togo |
|
|
|
|
|
DH Togo |
|
|
|
CLIPSAS |
|
Zimbabwe
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Provinciale Grootloge Zimbabwe |
1927 |
6 |
H |
Groot Oosten der Nederlanden, GLUA |
|
America
Argentina
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge d'Argentine |
|
|
|
GLUA, GLBrésil |
www.masoneria-argentina.org.ar |
Grande Loge féminine d'Argentine |
|
|
|
CLIPSAS |
|
Brasile
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge d'Amazonie |
1904 |
40 |
6500 |
- |
|
Grande Loge de Bahia |
1927 |
129 |
6000 |
- |
|
Grand Orient du Brésil |
1822 |
2400 |
100000 |
GLUA, GLB |
www.gob.org.br |
Grande Loge du Ceara |
1828 |
117 |
11000 |
- |
|
Grande Loge de l'État du Mato Grosso do Sul |
1962 |
56 |
2200 |
GLUA |
|
Grande Loge du Minas Gerais |
1927 |
250 |
7500 |
- |
|
Grande Oriente do Paraná |
1952 |
92 |
2800 |
COMAB, GLB |
www.gop.org.br/ |
Grande Loge de l'État du Rio Grande du Nord |
1974 |
18 |
500 |
- |
|
Grande Loge de l'État du Rio Grande du Sud |
1928 |
105 |
3500 |
COMAB, GLB |
|
Grande Loge de l'État de Rio De Janeiro |
1944 |
134 |
8500 |
GLUA |
|
Grande Lodge de São Paulo |
1927 |
434 |
15000 |
GLUA |
www.glesp.com.br |
Grande Loja Maçonica Mixta do Brasil |
|
|
|
CLIPSAS/COMAM |
|
Grande Loja Feminina do Brasil |
|
|
|
CLIPSAS/COMAM |
|
Grande Loja Unida do Paraná |
1981 |
|
|
CLIPSAS/COMAM |
www.maconaria.org |
Grande Loja Unida de Santa Catarina |
2010 |
|
|
COMAM |
|
Grande Oriente Maçônico Panamericano |
|
|
|
COMAM |
|
Bolivia
Nom |
Dates de fondation /restructuration |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge de Bolivie |
1929 |
77 |
30000 |
GLUA, GLB CMI, CMB, World Conference of Grand Lodges |
www.granlogiadebolivia.bo |
Canada
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
||||||||
Grande Loge ANI du Canada |
2009 |
3 |
|
COMAM |
GLANI |
||||||||
Grande Loge d'Alberta |
1905 |
141 |
7 732 |
GLUA |
GLA |
||||||||
Grande Loge de Colombie-Britannique et Yukon |
1871 |
164 |
11 251 |
GLUA |
GLCB |
||||||||
Grande Loge de l'Ontario |
1855 |
641 |
55 072 |
GLUA |
GLO |
||||||||
Grande Loge du Manitoba |
1875 |
72 |
3 121 |
GLUA |
GLM |
||||||||
Grande Loge du Québec |
1869 |
94 |
4 582 |
GLUA |
GLQ |
||||||||
Grande Loge de Terreneuve et du Labrador |
1997 |
32 |
2 191 |
GLUA |
GLTL |
||||||||
Grande Loge du Nouveau-Brunswick |
1867 |
51 |
4 038 |
GLUA |
GLNB |
||||||||
Grande Loge de Nouvelle-Écosse |
1866 |
114 |
5 802 |
GLUA |
GLNE |
||||||||
Grande Loge de Prince Edward |
1875 |
16 |
845 |
GLUA |
GLPE |
||||||||
Grande Loge de Saskatchewan |
1906 |
94 |
3 784 |
GLUA |
GLS |
||||||||
Grande Loge de Prince Hall de l'Ontario |
1852 |
11 |
|
GLUA |
GLPHO |
||||||||
District de Terre-Neuve-et-Labrador de la Grande Loge d'Écosse |
|
11 |
|
GLUA |
GLÉ-TN |
||||||||
Fédération Canadienne du Droit Humain |
1976(80) |
7 |
150 |
|
DH-C |
||||||||
Grande Loge mixte du Québec |
1979 |
10 |
M |
|
GLMdQ |
||||||||
Grande Loge nationale du Canada |
1985 |
15 |
H |
CLIPSAS/COMAM |
GLNC |
||||||||
Grande Loge symbolique du Canada |
1973 |
3 |
H |
|
GLSC |
||||||||
Gran Logia de Lengua Española de Canada |
2005 |
5 |
H |
|
GLDLES |
||||||||
Gran Logia Equinoccial del Ecuador |
1979 |
|
H |
|
|
||||||||
Gran Logia Mixta de los Andes Ecuatoriales |
2011 |
12 |
240 M |
UMURM, SCRME, SCRM Brésil |
SCRME - GLMAE |
||||||||
Cile
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Gran Logia Femenina de Chile |
1983 |
|
F |
CLIPSAS/COMAM |
|
Gran Logia Mixta de Chile |
1954 |
5 |
300 M |
CLIPSAS/COMAM |
GLMC |
Gran Logia Nacional de Chile |
2010 |
3 |
90 M |
SOGLIA |
GLNChile |
Gran Oriente de Chile (es) |
1961 |
|
|
CLIPSAS/COMAM |
GOMCh |
Grande Logia de Chile (es) |
1850 |
206 |
15000 |
GLUA |
GLC |
Grand Orient latino-américain |
1973 |
4 |
M/F |
CLIPSAS/COMAM |
GOLA |
Juridiction chilienne du Droit Humain |
1927 |
4 |
90 M |
|
DH-Chili |
Colombia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge des Andes |
1972 |
11 |
250 |
- |
|
Grande Loge de Colombie à Barranquilla |
1918 |
8 |
300 |
GLUA[4] |
|
Grande Loge de Colombie à Bogota |
1922 |
28 |
700 |
GLUA |
|
Grande Loge occidentale de Colombie (Cali) |
1935 |
13 |
850 |
GLUA |
|
Grande Lodge de Colombie à Cartagène |
1920 |
13 |
840 |
GLUA |
|
Grande Lodge de Colombie à Santander |
1945 |
8 |
770 |
- |
|
Gran Logia del Norte de Colombia |
|
|
2300 |
CLIPSAS/COMAM |
|
Gran Logia Central de Colombia |
1985 |
5 |
800 |
CLIPSAS |
GLCC |
Cuba
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Orient de Cuba |
1859 |
314 |
24 000 H |
GLB |
|
Grande Loge de Cuba |
1881 |
365 |
35 000 H |
GLUA |
Grand Logia de Cuba |
Ecuador
|
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
||||||
|
Gran Logia Equinoccial del Ecuador |
1979 |
|
H |
|
|
||||||
|
Gran Logia Mixta de los Andes Ecuatoriales |
2011 |
12 |
240 M |
UMURM, SCRME, SCRM Brésil |
SCRME - GLMAE |
||||||
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
|
||||||
Stati Uniti
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres] |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
||||
Grand Lodge of Alabama |
1821 |
|
32297 |
GLUA |
GL-AL |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Alabama |
|
593 |
30822 |
- |
|
||||
Grand Lodge of Alaska |
1981 |
20 |
2145 |
GLUA |
|
||||
Prince Hall Grand Lodge of Alaska |
|
5 |
170 |
- |
|
||||
Grand Lodge of Arizona |
1882 |
62 |
10000 |
GLUA |
GL-AZ |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Arizona |
|
9 |
313 |
GLUA |
GLPH-AZ |
||||
Grand Lodge of Arkansas |
1820 |
|
17699 |
GLUA |
GL-AR |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Arkansas |
|
118 |
3200 |
- |
GLUA |
||||
Grand Lodge of California |
1850 |
350 |
75000 |
GLUA |
GL-CA |
||||
Prince Hall Grand Lodge of California |
|
87 |
5650 |
GLUA |
|
||||
Grand Lodge of Colorado |
1861 |
133 |
13737 |
GLUA |
GL-CO |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Colorado |
|
17 |
833 |
GLUA |
|
||||
Grand Lodge of Connecticut |
1787 |
93 |
15126 |
GLUA |
GL-CT |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Connecticut |
1873 |
13 |
1500 |
GLUA |
GLPH-CT |
||||
Grand Lodge of Delaware |
1806 |
29 |
5302 |
GLUA |
GL-DE |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Delaware |
|
17 |
800 |
- |
|
||||
Grand Lodge of District of Columbia (Washington DC) |
1811 |
36 |
4000 |
GLUA |
GL-DC |
||||
Prince Hall Grand Lodge of District of Columbia (Washington DC) |
1848 |
25 |
5100 |
GLUA |
GLPH-DC |
||||
Grand Lodge of Florida |
1830 |
|
51973 |
GLUA |
GL-FL |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Florida |
|
|
6500 |
- |
|
||||
Grand Lodge of Georgia |
1786 |
428 |
49341 |
GLUA |
GL-GA |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Georgia |
|
|
10107 |
GLDF |
GLPH Georgia |
||||
Grand Lodge of Hawaii |
1989 |
11 |
1745 |
GLUA |
GL-HI |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Hawaii |
|
4 |
|
GLUA |
GLPH-HI |
||||
Grand Lodge of Idaho |
1867 |
55 |
4688 |
GLUA |
GL-ID |
||||
Grand Lodge of Illinois |
1840 |
|
72793 |
GLUA |
GL-IL |
||||
Prince Hall Grand Lodge of the State of Illinois |
|
|
|
GLUA |
GLPH-IL |
||||
Grand Lodge of Indiana |
1818 |
|
73380 |
GLUA |
GL-IN |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Indiana |
|
37 |
2100 |
GLUA |
|
||||
Grand Lodge of Iowa |
1844 |
284 |
25697 |
GLUA |
GL-IA |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Iowa |
|
7 |
|
GLUA |
- |
||||
Grand Lodge of Kansas |
1856 |
263 |
28863 |
GLUA |
GL-KS |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Kansas |
|
|
1392 |
GLUA |
- |
||||
Grand Lodge of Kentucky |
1800 |
|
51437 |
GLUA |
GL-KY |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Kentucky |
|
67 |
2400 |
- |
|
||||
Grand Lodge of Louisiana |
1812 |
|
23666 |
GLUA |
GL-LA |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Louisiana |
|
|
7823 |
- |
|
||||
Grand Lodge of Maine |
1820 |
|
22849 |
GLUA |
GL-ME |
||||
Grand Lodge of Maryland |
1787 |
|
1877 |
GLUA |
|
||||
Prince Hall Grand Lodge of Maryland |
|
98 |
4762 |
GLUA |
GLPH-MD |
||||
Grand Lodge of Massachusetts |
1792 |
|
39209 |
GLUA |
GL-MA |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Massachusetts |
285 |
27 |
1287 |
GLUA |
GLPH-MA |
||||
Grand Lodge of Michigan |
1844 |
265 |
4578 |
GLUA |
GL-MI |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Michigan |
|
47 |
2900 |
GLUA |
- |
||||
Grand Lodge of Minnesota |
1853 |
|
1735 |
GLUA |
GL-MN |
||||
Prince Hall Grand Lodge, Jurisdiction of Minnesota |
|
14 |
400 |
GLUA |
- |
||||
Grand Lodge of Mississippi |
1818 |
|
22418 |
GLUA |
GL-MS |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Mississippi |
|
|
1791 |
- |
|
||||
Grand Lodge of Missouri |
1821 |
|
51873 |
GLUA |
GL-MO |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Missouri |
|
64 |
2549 |
- |
|
||||
Grand Lodge of Montana |
1866 |
|
7474 |
GLUA |
GL-MT |
||||
Grand Lodge of Nebraska |
1857 |
|
14840 |
GLUA |
GL-NE |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Nebraska |
|
8 |
286 |
GLUA |
- |
||||
Grand Lodge of Nevada |
1865 |
|
4862 |
GLUA |
GL-NV |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Nevada |
|
6 |
165 |
- |
|
||||
Grand Lodge of New Hampshire |
1790 |
|
7660 |
GLUA |
GL-NH |
||||
Grand Lodge of New Jersey |
1786 |
|
31169 |
GLUA |
GL-NJ |
||||
Prince Hall Grand Lodge of New Jersey |
|
|
3145 |
GLUA |
GLPH-NJ |
||||
Grand Lodge of New Mexico |
187 |
|
6085 |
GLUA |
GL-NM |
||||
Prince Hall Grand Lodge of New Mexico |
|
|
|
GLUA |
|
||||
Grand Lodge of the State of New York |
1787 |
|
52997 |
GLUA |
GL-NY |
||||
Prince Hall Grand Lodge of New York |
|
77 |
6500 |
GLUA |
- |
||||
Grand Lodge of North Carolina |
1787 |
|
48092 |
GLUA |
GL-NC |
||||
Prince Hall Grand Lodge of North Carolina |
|
|
18000 |
- |
|
||||
Grand Lodge of North Dakota |
1889 |
|
3560 |
GLUA |
GL-ND |
||||
Grand Lodge of Ohio |
1808 |
|
120615 |
GLUA |
GL-OH |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Ohio |
|
62 |
4904 |
GLUA |
GLPH-OH |
||||
Grand Lodge of Oklahoma |
|
|
30735 |
GLUA |
GL-OK |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Oklahoma |
|
|
6000 |
- |
|
||||
Grand Lodge of Oregon |
1851 |
|
11559 |
GLUA |
GL-OR |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Oregon |
|
8 |
143 |
GLUA |
- |
||||
Grand Lodge of Pennsylvania |
1786 |
|
109711 |
GLUA |
GL-PA |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Pennsylvania |
|
|
7600 |
GLUA |
GLPH-PA |
||||
Grand Lodge of Rhode Island & Providence Plantations |
1791 |
|
4744 |
GLUA |
GL-RI |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Rhode Island |
|
5 |
280 |
GLUA |
- |
||||
Grand Lodge of South Carolina |
1783 |
|
44278 |
GLUA |
GL-SC |
||||
Prince Hall Grand Lodge of South Carolina |
|
|
16000 |
- |
[5] |
||||
Grand Lodge of South Dakota |
1875 |
|
6796 |
GLUA |
GL-SD |
||||
Grand Lodge of Tennessee |
1813 |
|
54143 |
GLUA |
GL-TN |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Tennessee |
|
|
6500 |
- |
|
||||
Grand Lodge of Texas |
1837 |
|
105434 |
GLUA |
GL-TX |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Texas |
|
|
10400 |
- |
|
||||
Grand Lodge of Utah |
1872 |
|
2070 |
GLUA |
GL-UT |
||||
Grand Lodge of Vermont |
1794 |
|
7342 |
GLUA |
GL-VT |
||||
Grand Lodge of Virginia |
1778 |
|
41351 |
GLUA |
GL-VA |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Virginia |
|
|
10865 |
GLUA |
- |
||||
Grand Lodge of Washington |
1858 |
184 |
18999 |
GLUA |
GL-WA |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Washington |
|
60 |
2958 |
GLUA |
GLPH-WA |
||||
Grand Lodge of West Virginia |
1865 |
|
24047 |
GLUA |
GL-WV |
||||
Prince Hall Grand Lodge of West Virginia |
|
25 |
592 |
- |
|
||||
Grand Lodge of Wisconsin |
1843 |
|
15736 |
GLUA |
GL-WI |
||||
Prince Hall Grand Lodge of Wisconsin |
|
11 |
650 |
GLUA |
- |
||||
Grand Lodge of Wyoming |
1874 |
|
4684 |
GLUA |
GL-WY |
||||
Serenísima Gran Logia de Lengua Española Para Los E.U.A. |
|
|
|
CLIPSAS/COMAM |
|
||||
Obbedienze non-collegate a un particolare Stato. (Le quattro logge del GODF non sono qui messe a repertorio)
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Fédération américaine du Droit Humain |
1903 |
|
|
M |
DH-USA |
Eastern Order of International Co-Freemasonry |
2001 |
|
|
F |
EOICM |
Honorable Order of American Co-Masonry |
1909/1994 |
|
|
H |
HOACM |
George Washington Union |
1976/1996 |
5 |
250 M |
CLIPSAS, SIMPA |
GWU |
Grand Orient of the United States of America |
2007[41] (P.m.) |
0 |
0 |
0 |
GOUSA |
Grand Lodge of the Modern Rite in North America |
2013 |
|
M |
UMURM |
GLMR |
Haïti
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grand Orient d'Haïti |
1824 |
40 |
25 000 H |
GLUA |
|
Messico
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge Unida Mexicana |
1883 |
100 |
2500 H |
GLUA CGLREU |
|
Grande Loge de la Vallée du Mexique |
1862 |
229 |
12 000 H |
- |
|
Gran Logia del Estado de Baja California |
1933 |
26 |
H |
GLUA CGLREU |
GLEBC |
Gran Logia Benito Juarez Del Estado de Coahuila |
|
|
H |
GLUA CGLREU |
GLBJEC |
Gran Logia Del Estado de Chiapas |
|
|
H |
GLUA CGLREU |
|
Gran Logia Cosmos Del Estado de Chihuahua |
|
6 |
H |
GLUA CGLREU |
|
Grande Loge Guadalupe Victoria De l'État de Durango |
1923 |
11 |
400 H |
GLUA CGLREU |
GLED |
Gran Logia Del Pacifico |
|
|
H |
GLUA CGLREU |
|
Gran Logia El Potosi |
|
|
? H |
GLUA CGLREU |
|
Gran Logia Del Estado de Nuevo Leon |
|
|
H |
GLUA CGLREU |
|
Gran Logia Occidental Mexicana |
|
|
H |
GLUA CGLREU |
GLOM |
Gran Logia Tamaulipas |
|
|
H |
GLUA CGLREU |
|
Gran Logia Valle de Mexico http://www.mrglvm.org/ |
|
330 |
H |
GLUA GODF CGLREU |
GLVDM |
Gran Oriente de México |
|
|
|
CLIPSAS/ GODF |
|
Grande Loge du Mexique au Rite d'York |
1862 |
13 |
250 H |
GLUA CGLREU |
GLMY |
Gran Logia Humana |
|
|
200 |
|
|
Gran Logia FRATERNIDA NAWAT N°2 |
|
|
150 |
|
|
GL UNIDA DE MEXICO |
|
|
100 |
|
|
Paraguay
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Oriente del Paraguay |
|
|
H |
|
|
Grande Logia Gran Logia de Libres y Aceptados Masones de la Republica del Paraguay |
|
|
H |
|
|
Gran Logia Regular Multiritualística del Paraguay |
|
|
H |
|
|
Gran Logia Simbolica del Paraguay |
|
|
H |
|
|
Perù
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge du Pérou |
1882 |
147 |
H |
GLUA |
GLP |
Gran Logia Constitucional del Perú |
2005 |
13 |
360 H |
GOdF |
GCLP |
Suriname
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Provinciale Grootloge Suriname |
1761 |
3 |
H |
Groot Oosten der Nerderlanden, GLUA |
|
Uruguay
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge d'Uruguay |
1855 |
|
H |
GLUA |
GLd'U |
Grand Orient d'Uruguay |
1990 |
|
H |
|
|
Grand Orient de la Franc-maçonnerie de l'Uruguay - GOFMU |
1998 |
|
M |
GODF – CLIPSAS - CIMAS |
GOFMU |
Grand Orient latino-américain |
1992 |
|
|
|
GOLA |
Juridiction du Droit humain |
|
1 |
|
|
|
Grande Loge féminine d'Uruguay |
2007 |
3 |
|
|
|
Venezuela
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Gran Logia Soberana de Libres y Aceptados Masones de Venezuela |
1918 |
|
|
CLIPSAS |
- |
Gran Logia de la República Bolivariana de Venezuela |
1956 |
24 |
|
|
GLRBV |
Gran Logia de la Republica de Venezuela |
1824 |
130 |
H |
GLUA, CMI, CMB |
GLRV |
Asia
Cambogia
Nessuna obbedienza nazionale in Cambogia. Esiste tuttavia una loggia non costituita in obbedienza autonoma e appartenente a un’obbedienza francese.
Cina
Nessuna obbedienza costituita ma numerose logge sul suolo diplomatico, di tipo inter obbedienziale misto.
Hong Kong
Nessuna obbedienza nella Repubblica popolare di Cina e a Hong Kong. Esistono a Hong Kong logge non costituite in obbedienze autonome e appartenenti a obbedienze americane, inglesi o francesi.
India
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grand Lodge of India[3] |
1961 |
315 |
14 900 H |
GLUA |
GLI |
Grandes Loges unies de l'Inde |
2001 |
|
H |
GLB |
GLUI, GLDF |
Israele
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge de l'État d'Israël |
1953 |
56 |
2000 H |
GLUA |
GLSI |
Juridiction israélienne du Droit Humain |
1989 |
1 |
25 M |
|
DH-Israel |
Grande Loge féminine de France internationale |
2004 |
1 |
60 F |
|
|
Esistono in Israele quattro logge appartenenti a obbedienze straniere.
Giappone
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grand Lodge of Japan |
1957 |
18 |
2 500 H |
GLUA |
The Grand Lodge of Japan |
DH International |
2008 |
1 |
30 M |
CLIPSAS |
Soleil levant Lodge |
NB : La Loge pionnière Soleil levant (D.H.) résulte de la création précédente, en 1990, de l’ancienne Fraternelle à l’Orient de Tokyo (inter obédientielle/ GODF) |
1990 |
1 |
|
Eteinte (ex GODF) |
|
Libano
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Le Grand Orient du Liban |
Le 22 juin 1934 |
9 |
|
|
Grand Orient Du Liban |
Grande Loge Bet-El |
1998 |
3 |
|
CLIPSAS |
GL Bet-El |
Grande Loge des Cèdres |
|
|
|
CLIPSAS |
GL des Cèdres |
Grande Loge centrale du Liban |
1982 |
3 |
126 |
CLIPSAS |
|
Grand Orient arabe œcuménique |
1950 |
|
300 H |
|
Grand Orient Arabe |
Anche logge collegate a obbedienze estere.
Filippine
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grand Lodge of Philippines |
1917 |
278 |
16 500 H |
GLUA |
GLP |
Singapore
Nessuna obbedienza nazionale a Singapore.
Esistono a Singapore logge non costituite in obbedienze autonome e appartenenti a obbedienze inglesi o francesi.
Sri Lanka
Nessuna obbedienza nazionale nello Sri Lanka.
Esistono nello Sri Lanka logge non costituite in obbedienze autonome e appartenenti a una obbedienza inglese.
Taiwan
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grand Lodge of China (Taïwan) |
1949 |
13 |
748 H |
GLUA |
|
Thailandia
Una obbedienza di origine francese è stata creata recentemente, il Grand Orient de Thaïlande (GODT), costituita ancora essenzialmente da espatriati.
Si trovano anche numerose logge appartenenti a differenti obbedienze di altri paesi: Inghilterra, Irlanda, Scozia, Paesi Bassi e Francia.
Vietnam
Non esiste un’obbedienza nazionale.
Esistono in Vietnam logge non costituite in obbedienze autonome e appartenenti a una obbedienza francese (GLDF). Presso il GODF esiste a Parigi una loggia in esilio «Lumière du Viêt-Nam».
Europa
Comunità Europea
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge d'Europe fédérale |
2012 |
25 |
500 F |
|
www.glef.eu |
Germania
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge féminine d'Allemagne |
1949 |
15 |
400 F |
CLIMAF |
FGLvD |
Grandes Loges unies d'Allemagne |
1949 |
470 |
14000 H |
GLUA |
VGLvD |
Humanitas Grande Loge mixte d'Allemagne |
1959 |
10 |
160 M |
CATENA, CLIPSAS |
Humanitas |
Souverain Grand Orient d'Allemagne |
2002 (existence incertaine) |
6 |
50 M |
GLB |
SGOvD |
Fédération allemande du Droit Humain. |
|
1 |
30 M |
|
Deutsche Jurisdiktion DH |
Memphis-Misraïm |
|
4 |
120 M |
|
|
Austria
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge d'Autriche |
1918 |
73 |
3258 |
|
GLO |
Grande Loge du Rite Ecossais Ancien et Accepté de l'Autriche |
2011 |
8 |
360 H |
GLUA |
GLSO |
Grand Orient d'Autriche |
1961 |
7 |
125 M |
CLIPSAS |
GOvO |
Obédience mixte "Humanitas" |
1959 |
8 |
250 M |
CATENA |
|
Fédération autrichienne du Droit Humain |
|
7 |
150 M |
DH |
DH-Autriche |
Belgio
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Fédération belge du "Droit Humain" |
1928 |
85 |
7000 M |
SIMPA |
FB - DH |
Grande Loge de Belgique |
1959 |
75 |
4000 H |
GLB, CLIPSAS |
GLB |
Grande Loge belge de Memphis et Misraïm |
2006 |
4 |
70 |
- |
GLBMM |
Grande Loge féminine de Belgique-Vrouwengrootloge van België |
1981 |
46 |
2200 |
CLIPSAS, CLIMAF |
GLFB |
Lithos - Confédération de loges |
2006 |
27 |
1100 H/F/M |
GOB, GLB, GLFB, GOL, CLIPSAS |
Lithos-CL |
Grande Loge régulière de Belgique |
1979 |
52 |
1600 H |
GLUA |
GLRB |
Grand Orient latino-américain |
2004 |
2 |
40 M |
CLIPSAS |
|
Grand Orient de Belgique |
1833 |
112 |
10 123 H |
AMIL, GLB, CLIPSAS |
GOB |
Grande Loge de district des maîtres maçons de marque de Belgique |
1996 |
8 Marques 6 Mariniers |
H |
GLRB, GLMMM d'Angleterre et du Pays de Galles et de ses districts et loges d'Outre-Mer |
|
Cipro
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
District Grand Lodge of Cyprus |
1980 |
17 |
M |
GLUA |
DGLC |
Grand Lodge of Cyprus |
2006 |
13 |
520 M |
GLUA fondée par: Grand Lodge of Greece, Grand Lodge of Austria, Grand Lodge of Pennsylvania |
GLC |
Danimarca
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Fédération DH |
|
3 |
M |
|
|
Grande Loge féminine du Danemark |
|
1 |
F |
GLFB |
|
Spagna
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Federación española Droit Humain |
1921 (1979) |
8 |
110 M |
|
Esp. DH |
Gran Priorato Rectificado De Hispania |
2010 |
7 |
H |
DNRF-GDDG |
Esp. GPRDH |
Gran Logia de Canarias |
1996 |
8 |
|
GLUA |
Esp. GLdC |
Gran Logia de Catalunya |
1933 |
7 |
100 M |
|
Esp. GLC |
Gran Logia Confederada de España |
2006 |
|
|
GLUE |
|
Gran Logia de España |
1982 |
140 |
2500 H |
GLUA |
Esp. GLE |
Gran Logia Femenina de España |
2005 |
7 |
100 F |
CLIMAF |
Esp. GLFE |
Gran Logia Ibérica Unida |
2007 |
|
H |
GLIU |
|
Gran Logia Simbólica Española |
1973 |
30 |
400 M |
CLIPSAS |
Esp. GLSE |
Gran Orient de Catalunya |
1989 |
12 |
190 M |
CLIPSAS, FOCIR |
Esp. GOC |
Gran Oriente De Francia GODF |
1738 / 1773 |
9 |
210 H |
|
Esp. GODF |
Grande Oriente Ibérico |
2001 |
14 |
360 M |
GOB |
Esp. GOI |
Gran Priorato de Hispania |
2003 |
7 |
80 H |
GPDG |
Esp. GPDH |
Gran Logia Simbolica de Espana e Iberia |
2009 |
8 |
100 H |
|
[11] |
In Spagna esistono anche logge non costituite in obbedienze autonome e appartenenti a obbedienze francesi.
Finlandia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
FED. DH |
|
3 |
M |
|
|
Francia
Esiste la possibilità dell’esistenza di altre obbedienze.Se ne enumerano qui 130, senza conoscerne sempre la consistenza.
Questo elenco riguarda obbedienze che contano probabilmente più di 100 membri.
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
|||||
Alliances des Loges symboliques |
2011 |
15 |
200 membres H et F |
- |
ALS |
|||||
Directoire National Rectifié de France-Grand Directoire des Gaules |
2012 |
21 |
200 |
- |
DNRF-GDDG |
|||||
Fédération française du « Droit Humain » de l'Ordre maçonnique mixte international « le Droit Humain » |
1893 |
518 |
17000 M |
CLIPSAS MF |
FF-DH |
|||||
Grande Loge universelle de France |
2006 |
15 |
160 M |
- |
GLUDF |
|||||
Grande Loge de l'Alliance maçonnique française |
2012 |
680 |
14 680 H |
- |
GL-AMF |
|||||
Grande Loge des cultures et de la spiritualité |
2003 |
8 |
350 |
- |
GLCS |
|||||
Grande loge écossaise réformée et rectifiée d'Occitanie |
1995 |
13 |
170 H |
- |
GLERRO |
|||||
Grande Loge égyptienne de France |
2008 |
33 |
250 |
C.L.I.O.M.E. |
GLEDF |
|||||
Grande Loge de France |
1894 |
850 |
34 000 H |
GLUEA |
GLDF |
|||||
Grande Loge féminine de France |
1952 |
370 |
14 000 F |
CLIMAF |
GLFF |
|||||
Grande Loge féminine de Memphis-Misraïm |
1965 |
|
1000 F |
CLIPSAS |
GLF-MM |
|||||
Grande Loge française de Memphis-Misraïm |
1960 |
21 |
300 |
CLIPSAS |
GLFMM |
|||||
Grande Loge française de Misraïm |
1998 |
21 |
400 H |
- |
GLFM |
|||||
Grande Loge indépendante et souveraine des rites unis |
1973 |
25 |
300 membres |
CLIPSAS |
GLISRU |
|||||
Grande Loge indépendante de France |
2013 |
25 |
230 membres |
|
GLIF |
|||||
Grande Loge mixte de France |
1982 |
188 |
4500 M |
CLIPSAS |
GLMF |
|||||
Grande Loge maçonnique française de tradition |
2009 |
19 |
258 |
FLA WTMU CM |
GLMFT |
|||||
Grande Loge mixte de Memphis-Misraïm |
2000 |
38 |
500 M |
CLIPSAS |
GLMMM |
|||||
Grande Loge mixte universelle |
1973 |
70 |
2000 M |
|
GLMU |
|||||
Grande Loge mondiale de Misraïm |
2004 |
14 |
320 H |
- |
GLMM |
|||||
Grande Loge nationale française |
1913 |
600 |
26 000 H |
GLUA |
GLNF |
|||||
Grande Loge régulière française |
1990 |
50 |
800 H |
|
GLRF |
|||||
Grande Loge symbolique de France |
1998 |
35 |
500 H |
|
GLSF |
|||||
Grande Loge Unie de Memphis-Misraïm |
2009 |
19 |
210 M |
|
http://www.memphis-misraim-glumm.fr |
|||||
Grande Loge traditionnelle de France |
2012 |
60 |
1050 H |
|
GLTF |
|||||
Grande Loge traditionnelle et moderne de France |
2003 |
12 |
500 |
- |
www.gltmf.fr |
|||||
Grande Loge traditionnelle et symbolique Opéra |
1958 |
250 |
|
GLUE MF |
GLTSO |
|||||
Grande Loge unie de France |
1994 |
12 |
150 |
- |
GLUF |
|||||
Grand Orient de France |
1773 |
1247 |
51 765 (dont 1700 F) |
CLIPSAS/SIMPA |
GODF |
|||||
Grand Orient traditionnel de Méditerranée |
2003 |
11 |
300 H |
- |
GOTM |
|||||
Grand Prieuré des Gaules |
1946 |
50 env. |
1000 |
- |
GPDG |
|||||
Loge nationale française |
1968 |
25 |
300 H |
MF |
LNF |
|||||
Ordre initiatique et traditionnel de l'art royal |
1974 |
59 |
900 M[ |
- |
OITAR |
|||||
Esistono in Francia anche logge che appartengono a un’obbedienza svizzera.
Gran Bretagna
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Fédération britannique du Droit Humain |
1902 |
14 |
1000 Mixte |
DH / CLIPSAS |
DH-UK |
Grande Loge d’Écosse |
1736 |
1800 |
H |
GLUA[4] |
GMLS |
Grand Lodge of Freemasonry for Men and Women Great Britain |
2001 |
12 |
M |
Honorable Order of American Co-Masonry & Eastern Order of International Co-Freemasonry |
GLF4MW |
Grande Loge unie d'Angleterre |
1717 / 1813 |
8322 |
270 000 H |
GLUA |
UGLE |
Honorable Fraternity of Ancient Masonry |
1913 |
44 |
F |
- |
HFAF |
Honorable Fraternity of Antient Masonry, Order of Women Freemasons |
1908 |
|
6000 F |
- |
OWF |
The Order of Ancient Free and Accepted Masonry |
1925 |
|
M |
|
|
The Order of Ancient Free Masonry for Men and Women |
1982 |
15 |
M |
|
|
Regular Grand Lodge of England |
2005 |
|
H |
|
RGLE |
Esistono anche in Gran Bretagna logge indipendenti o appartenenti a obbedienze di altri paesi, in particolare Francia e Italia.
Grecia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge du Rite Ecossais Ancien et Accepté de la Grèce |
1924 |
12 |
455 H |
GLUA |
GLAASRG |
Grand Orient Mixte de Grèce |
1996 |
8 |
300 M |
CLIPSAS |
|
Sérénissime Grand Orient de Grèce |
|
|
H |
CLIPSAS |
|
Ordre maçonnique international Delphi |
1926 (1996) |
28 |
800 M |
CLIPSAS |
OMI "DELPHI" |
Grande Loge de Grèce |
|
|
H |
GLUA |
GLG |
Fédération Le Droit Humain |
1926 |
3 |
90 M |
|
|
Grande Loge féminine de Grèce |
|
|
F |
|
|
Ungheria
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge du Rite Ecossais Ancien et Accepté de la Hongrie |
1871/2005 |
12 |
420 H |
GLUA |
OESR |
Symbolique Grande Loge de Hongrie |
1870/1989 |
14 |
450 H |
GLUA |
Magyarországi Symbolikus Nagypáholy |
Grand Orient de Hongrie |
1871/1992 |
9 |
300 H |
GLDF, GODF, GLB, GOB, CLIPSAS |
Magyarországi Nagyoriens |
Grande Loge féminine de France/Hongrie |
1992 |
1 |
35 F |
GLFF |
|
Le Droit humain Fédération belge/Hongrie |
1991 |
1 |
35 M |
DH |
Tolerancia és Testvériség |
Irlanda
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge d'Irlande |
1725 |
626 |
27 000 |
GLUA |
GLI |
Esistono in Irlanda del Nord logge di una obbedienza inglese.
Islanda
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Fédération DH |
|
1 |
M |
|
|
Italia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Gran Loggia Tradizionale d'Italia |
2011 |
7 |
81 |
|
GLTI |
Fédération italienne du Droit Humain |
1905 |
3 |
M |
DH |
|
Grand Orient d'Italie |
1859 |
826 |
22000 H |
GLB, GLQ |
GOdI |
Grande Loge d'Italie |
1908 |
420 |
9000 M |
CLIPSAS |
GLdI degli Alam |
Grande Loge féminine d'Italie |
1990 |
11 |
185 F |
CLIPSAS, CLIMAF |
GLFdI |
Grande Loge régulière d'Italie |
1993 |
210 |
3500 H |
GLUA |
GLRdI |
Grande Loge italienne Ordre d'Ancient Observance |
2007 |
31 |
420 H |
GLDF |
GLI |
Gran Loggia Ausonia |
|
|
H |
|
|
Rito Simbolico Italiano |
|
|
H |
|
SGLRSI |
Gran Loggia Nazionale dei Liberi Muratori D'Italia |
|
|
H |
|
GLNdI |
Gran Loggia Madre C.A.M.E.A. |
1958 |
|
H |
CLIPSAS |
|
Lettonia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge de Lettonie[36] |
|
|
H |
GLUA |
|
Esistono in Lettonia logge maschili appartenenti a un’obbedienza francese.
Lituania
Non esiste un’obbedienza nazionale in Lituania.
Lussemburgo
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge de Luxembourg |
1926 |
|
H |
GLUA |
- |
Grand Orient de Luxembourg |
1959 ( 1982) |
10 |
459 M |
CLIPSAS |
GOL |
Grand Orient de Belgique |
1833 |
1 |
39 H |
CLIPSAS, SIMPA |
GOB |
Fédération Droit Humain |
1982 |
2 |
M |
DH |
|
Monaco
Nom |
Date de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge nationale régulière de la Principauté de Monaco |
30 janvier 2009 |
7 |
M |
GLUA, ACGL, VGLD |
GLNRPM |
Norvegia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Fédération DH |
|
2 |
M |
|
|
Ordre norvégien des francs-maçons |
1891 |
94 |
20 000 |
GLUA |
Ordre norvégien des francs-maçons |
Paesi Bassi
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge mixte des Pays-Bas |
1960 |
9 |
450 M |
|
|
Grand Orient des Pays-Bas |
1756 |
144 |
6500 H |
GLUA |
[12] |
Fédération DH |
1905 |
20 |
400 M |
|
|
Polonia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grand Orient de Pologne |
1997 |
|
H |
GODF |
|
Grande Loge nationale de Pologne |
|
8 |
H |
GLUA |
Pol. GLNP |
Grande Loge féminine de Pologne |
|
|
F |
GLFF |
|
Fédération polonaise du Droit Humain |
1933 |
2 |
40M |
DH |
|
Portogallo
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Fédération portugaise du Droit Humain |
1923 |
6 |
M |
|
|
Grande Loge nationale portugaise |
2000 |
22 |
H |
GLUE |
|
Grande Loge régulière du Portugal |
1991 |
64 |
H |
GLUA |
|
Grande Oriente Lusitano |
1802 |
|
2800 M |
GOdF - CLIPSAS |
GOLusitano |
Grande Loge féminine du Portugal |
1997 |
12 |
330 F |
CLIMAF |
|
Grande Loja Legal de Portugal |
1996 (ex-GLRP) |
62 |
H |
GLNF |
GLLP |
Grande Loja Tradicional de Portugal |
2006 |
4 |
150 M |
|
GLTP |
Romania
Questa sezione è un allegato dell'articolo: Franc-maçonnerie en Roumanie.
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge féminine de Roumanie |
1922 |
14 |
550 F |
CLIPSAS |
www.mlfr.org.ro |
Grande Loge nationale unie de Roumanie |
1880 |
17 |
850 H |
|
MLNUR |
Grande Loge nationale de Roumanie |
|
|
H |
GLUA |
MLNaR |
Grande Loge nationale en Roumanie |
1993 |
200 |
5500 H |
GLUA |
MLNR |
Grande Loge nationale de la Roumanie |
2003 |
16 |
H |
|
MLaR |
Grand Orient de Roumanie |
1879 |
21 |
450 M |
CLIPSAS |
MOAR |
Grande Loge mixte de Roumanie |
2009 |
|
150 M |
|
|
Droit Humain en Roumanie |
2006 |
3 |
65 M |
OMMIDH |
Site de l'Ordre maçonnique mixte international "Le Droit Humain" |
Grande Loge Nationale Roumaine 1880 |
1880/1993/2010 |
32 |
550 |
Union Mondiale Maçonnique Traditionnelle (U.M.M.T.) Alliance Mondiale Maçonnique Chrétienne (A.M.M.C.) |
www.mlnr1880.eu www.ummt.ro www.wmca.eu |
Russia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge de Russie |
1995 |
33 |
800 H |
GLUA |
GLR |
Grande Loge unie de Russie[38] |
2008 |
6 |
100 H |
GLDF |
GLUR |
Grand Orient de France |
1991 |
2 |
30 |
GODF |
[13][14] |
Grande Loge de France |
1991/2012 |
1 |
20 |
GLDF |
[15] |
Ordre maçonnique mixte international «le Droit Humain» |
|
1 |
10 |
DH |
[16] |
Serbia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge nationale de Serbie |
|
12 |
300 H |
GLUA |
Grande Loge Nationale de Serbie |
Grandes Loges unie de Serbie |
2006 |
15 H |
|
|
Grandes Loges unie de Serbie |
Grande Loge féminine de Serbie |
|
2 |
70 F |
GLFF |
|
Svezia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Directoire rectifié de Suède |
|
8 |
M |
|
|
Grande Loge de Suède |
|
43 |
M |
GLUA |
GLS |
Juridiction DH Et Fédération de Suède |
|
1 |
M |
CLIPSAS |
DH en Suède |
Grand Orient latino-américain |
|
3 |
M |
CLIPSAS |
|
United Grand Lodge of Free and Accepted Masons of Scandinavia U.G.L.S. |
2011 |
7 |
M |
GLI, SC of AASR others pending |
UGLS |
Svizzera
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge suisse Alpina |
1844 |
86 |
5000 H |
GLUA |
GLSA |
Fédération suisse du Droit Humain |
1896 |
|
150 M |
|
FS-DH |
Grand Orient de Suisse |
1959 |
17 |
|
CLIPSAS |
GOS |
Grande Loge féminine de Suisse |
1976 |
17 |
350 F |
CLIMAF |
GLFS |
Grande Loge mixte de Suisse |
1999 |
8 |
145 |
|
GLMS |
Grande Loge symbolique helvétique |
1961 |
7 |
250 M |
CLIPSAS |
GLSH |
Esistono in Svizzera logge non costituite in obbedienze autonome e appartenenti a una obbedienza francese (GODF) e a una belga (Lithos - Confédération de loges).
Turchia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge de Turquie |
1909 |
270 |
11000 H |
GLUA |
Tur. GLDT |
Grande Loge libérale de Turquie |
1966 |
52 |
3000 H |
CLIPSAS |
Tur. GLLDT |
Grande Loge féminine de Turquie |
1991 |
12 |
600 F |
|
|
Oceania
Australia
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grand Lodge of Western Australia |
1900 |
175 |
6 000 H |
GLUA |
|
Grand Lodge of South Australia |
1884 |
149 |
6 000 H |
GLUA |
GLoSA |
Grand Lodge of Queensland |
192 |
379 |
16 000 H |
GLUA |
GLoQ |
Grand Lodge of Tasmania |
1890 |
58 |
H |
GLUA |
GLoT |
Grand Lodge of Victoria |
1889 |
481 |
24 000 H |
GLUA |
GLoV |
Grand Lodge of New South Wales |
1888 |
488 |
28 000 H |
GLUA |
GLoNSW |
Fédération australienne du Droit Humain |
1911 |
6 |
150 M |
CLIPSAS |
|
Nuova Zelanda
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grand Lodge of New Zealand |
1890 |
175 |
6 000 H |
GLUA |
GLoNZ |
Tahiti
Nom |
Dates de fondation |
Loges |
Membres |
Groupes de reconnaissance |
Site Web |
Grande Loge régulière de Tahiti et des archipels |
2011 |
5 |
120 |
|
|
Note e riferimenti: Fonti Paul Bessel / Listes officielles GLUA / Masonic Service Association of North America / Wikipedia / sites des Obédiences.
[1] Autore dell’opera Morals and Dogma.
[2] Redattore delle Costituzioni massoniche del 1723.
[3] Il suo famoso Discours del 1737 auspicava una collaborazione internazionale delle Logge e proclamava l’ambizione di una Repubblica universale.
[4] Willermoz e Cagliostro erano ambedue, ma in modo diverso, sostenitori di correnti irrazionali vicine a quelle degli Illuminati.
[5] Citazione del Deputato Gran Maestro della GLUA, il 14 settembre 2011, nella sua allocuzione in Tornata trimestrale della Gran Loggia.
[6] Quatuor Coronati, atti 2001, vol. 113.
[7] Come il penultimo Pro Gran Maestro (2000-2008), Spencer D. Compton, 7° marchese di Northampton, pari d’Inghilterra, 701° patrimonio del regno, buddista “praticante”, cinque volte sposato, quattro volte divorziato.
[8] Roger Dachez, Histoire de la Franc-maçonnerie française, Que sais-je, PUF, 2003, Paris.
[9] Mollier, Pierre in Revue d’études maçonniques et symboliques, Renaissance Traditionnelle N° 147-14, “Malte, les chevaliers et la franc-maçonnerie”, juillet-octobre, 2006, Paris.
[10] Chevallier, Pierre, Histoire de la Franc-maçonnerie française, Vol.1, La Maçonnerie: Ecole de l’Egalité (1725-1799), Fayard, 1992, Paris.
[11] Infatti, questa modifica fu conseguente ai voti del convento sopraggiunti per due volte, nel 2010 e nel 2011, in condizioni che erano contestabili (numero dei votanti, circostanze nelle quali le votazioni hanno avuto luogo e modalità non rispettate dei regolamenti di consultazione preventiva delle Logge …) e si fece ricorso a un artificio giuridico per far passare con la forza quanto era, con evidenza, un progetto politico. Fu dunque chiesto alla Camera Suprema di Giustizia Massonica di istituire un “consiglio costituzionale” dell’Obbedienza per dirimere la questione, ciò che non è mai stato di sua competenza. Il tutto si è alla fine svolto in un’assenza evidente di non separazione dei poteri, che ha lasciato allibiti.
[12] Sarà qui utile rifarsi all’analisi lucida di Alain Bauer, già Gran Maestro, nella sua intervista con Denis Lafay, nel giornale La Tribune del 10/02/2008: De féroces luttes de pouvoir.
[13] La COMALACE (Contribution des Obédiences Maçonniques Libérales et Adogmatiques à la Construction Européenne).
[14] Pavlov, Franck, Matin brun, nouvelle et apologue, Cheyne Editions, 1998, Paris.
[15] Ci vuole del coraggio o un acuto senso di umorismo graffiante per scegliere questo aggettivo, quando si sa che le libertà non ebbero mai alcuno spazio, sotto questo regime comunista dall’ortodossia particolarmente dura.
[16] Münzberg, Gunter, intervista con René Le Moal in La Chaîne d’Union N°43, p.16-23, gennaio 2008.
[17] Historia del Supremo Consejo del Grado 33° para España y sus Dependencias y de la Masonería Española, 2006, Barcellona.
[18] La Commissione Trilaterale, organizzazione privata opaca, fondata nel 1973 da alcuni dirigenti del gruppo Bilderberg, la cui figura di spicco fu David Rockefeller, segna il punto di partenza di una guerra ideologica moderna.
[19] Ciò avverrà tanto nell’ambito del Bureau International pour les Relations Maçonniques, ricordato altrove, quanto nell’Association Maçonnique Internationale che raggrupperà fino a ventotto Obbedienze, a eccezione dei notabili Tedeschi e Anglosassoni.
[20] L’autore ha fatto, egli stesso, l’esperienza molto emozionante di partecipare a lavori rituali clandestini, celebrati da Massoni ungheresi all’inizio degli anni 1960 a Budapest.
[21] Cfr. Le défi maçonnique américain, Alain de Keghel, Dervy, Paris, 2015. La sfida massonica americana. Tradizione e cambiamenti a confronto, ETICA A.C., Torino, 2016. Traduzione dal francese a cura di Barbara de Munari.
[22] Leggere a questo proposito Noirs et Franc-maçons, Cécile Révauger, Dervy, Paris, 2015. Neri e Massoni. Alle origini della discriminazione razziale tra i fratelli americani, ETICA A.C., Torino, 2015. Traduzione dal francese a cura di Barbara de Munari.
[23] Cfr. Le défi maçonnique américain, Alain de Keghel, Dervy, Paris, 2015. La sfida massonica americana. Tradizione e cambiamenti a confronto, ETICA A.C., Torino, 2016. Traduzione dal francese a cura di Barbara de Munari.
[24] Essa succedeva già alla Loggia Le Maillon Laurentien, sciolta poco tempo prima.
[25] Carrière, Jean-Claude, Dictionnaire amoureux du Mexique, Plon, Paris, 2009.
[26] Il CIMAS, creato il 21 settembre 2002, si federa in 10 Obbedienze liberali dell’America del Sud; la sua sede è a Montevideo (Uruguay).
[27] Alain de Keghel, L’Europe des Franc-Maçons en marche, Vega, Paris, 2009. La Massoneria in Europa. Un’analisi geopolitica, Atanor, Roma, Traduzione dal francese a cura di Barbara de Munari, 2010.
[28] A seguito del colpo di Stato del 11 settembre 1973 in Cile, i Massoni rifugiati politici in Europa hanno beneficiato del sostegno di diverse Obbedienze francesi e belghe, che li hanno accolti nelle loro Logge, prima che fosse creato un Grande Oriente del Cile in esilio (primo nome del GOLA, Obbedienza nata nel 1984), il quale accoglieva Massoni in esilio nei diversi paesi europei e appartenenti a Obbedienze, Orienti e Riti diversi. Attualmente il GOLA, membro del CLIPSAS dal 1987, comprende in totale 20 Logge: due in Guatemala, tre in Ecuador, quattro in Uruguay, due in Argentina, una in Brasile, sei in Cile, due in Belgio, quattro in Francia, una in Spagna, quattro in Svezia.
[29] Fonte GLSA.
[30] I quattro comuni sono Saint Louis, Gorée, Dakar e Rufisque. La particolarità di questi quattro comuni del Senegal (quattro città) è che i suoi abitanti sono stati cittadini francesi e hanno inviato un deputato all’Assemblea Nazionale (Francia) della Repubblica Francese sino all’indipendenza del Senegal. Blaise Diagne, assimilazionista e uomo politico francese, li definiva “Culla della Francia Africana”. Gli indigeni dell’Île Saint-Louis e dell’Île de Gorée si videro accordata la cittadinanza francese dall’Assemblea nazionale legislativa della Prima Repubblica Francese il 4 aprile 1792, cioè quando il concetto di cittadinanza francese vide la luce; essi sono dunque tra i primi cittadini francesi.
[31] Odo, Georges, La Franc-Maçonnerie dans les colonies, 1738-1960, EDIMAF, Paris, 2001 e La Franc-Maçonnerie en Afrique, EDIMAF, Paris, 2000.
[32] Badila, Joseph, La Franc-Maçonnerie en Afrique Noire, Detrad, Paris, 2004.
[33] Filiu, Jean-Pierre, in Entretien d’Europe N°62, Fondation Schuman, 14 nov. 2011, Paris.
[34] Estratto dal sito: http://www.sounnadourous.com/article-31702148.html: Fatwa riguardante l’appartenenza al movimento massonico, da parte del comitato dei grandi saggi (21 maggio 2009). “Sulla base di tutto ciò che è stato detto e su altri fatti concernenti l’attività della massoneria, il suo grande pericolo e i suoi obiettivi viziosi, l’Assemblea di giurisprudenza ha determinato che la massoneria fa parte delle organizzazioni le più pericolose e le più distruttrici per l’islam e i musulmani. Inoltre, chi aderisce a questa organizzazione conoscendone la realtà e gli obiettivi, è considerato un miscredente e non un musulmano. È Allah che lo dice… Fatwa islamica, collegio dei saggi: Il Presidente: Abdullah ibn Humayd, Presidente del consiglio dell’alta magistratura del Regno di Arabia Saudita”.
[35] Odo, Georges, Les Franc-maçons au Maroc sous la III République, Editions maçonniques de France, 1999, Paris.
[36] La Tunisia ha abolito la schiavitù dieci anni prima della Francia e si è dotata dal 1861 di una costituzione che separa l’ambito politico da quello religioso. Uno slancio spezzato dall’espansione coloniale. Questo primo Rinascimento è stato alla fine sotterrato con la confisca delle indipendenze da parte di regimi autoritari, oggi in crisi in tutta la regione. (In Filiu, Jean-Pierre, La Révolution arabe, dix leçons sur le soulèvement démocratique, Fayard, Paris, 2011).
[37] Zarcone, Thierry, Le Croissant et le Compas, Dervy, Paris, 2015 e WIKIPEDIA (consultazione dicembre 2015).
[38] Fonti: WIKIPEDIA (dicembre 2015) e Zarcone, Thierry, op.cit..
[39] Regards sur la Franc-maçonnerie japonaise avant et depuis la Deuxième Guerre mondiale, KILWINNING, revue annuelle de la S.EU.RE, Volume N°8-2016, Bruxelles.
[40] Cfr. il volume speciale e prestigioso della pubblicazione “L’Ecossais”, N° 18-19, interamente dedicato a: “2015 – Année de l’Ecossisme”, in vendita presso AMHG, 16 rue Cadet, 75009 Paris.
[41] Fondato dal GODF, ha avuto un’esistenza effimera e si è visto ritirare la patente.
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- Scritto da Barbara de Munari
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Da qualche giorno mi torna costantemente alla mente un ricordo, un aneddoto di qualche anno fa a Gerusalemme. Ero stata invitata dall'Università Ebraica a parlare davanti agli studenti, un pubblico di giovani Israeliani che avevano coscienziosamente preparato una serie di domande.
Uno di loro alzò la mano e mi chiese: «Come pensi che si possa essere un rappresentante religioso e difendere la laicità?». Un altro proseguì e mi chiese: «Come puoi essere sia un rabbino sia una femminista?». Poi un terzo studente pose una domanda abbastanza tradizionale: «Pensi che Israele possa essere sia uno Stato ebraico sia uno Stato democratico?».
È qui che interruppi la raffica di domande per farne una a mia volta, e invitare i miei interlocutori all'introspezione. Feci notare loro che continuavano, ognuno a modo proprio, a formulare la stessa domanda, che si potrebbe riassumere così: si può essere sia questo sia quello? Possiamo abitare contemporaneamente in un mondo e in un altro?
O, per dirla in altro modo: i termini delle nostre equazioni ideologiche sono condannati a confrontarsi in modo così semplicistico? C'è, al contrario, una possibilità di introdurre un po' di complessità nei nostri dibattiti, di sfuggire alle letture impoverite delle nostre identità, della nostra laicità, del nostro femminismo o del nostro ebraismo, per fornirne espressioni meno caricaturali?
So perché questo ricordo mi ossessiona oggi: ne sento l'eco permanente nell'analisi degli eventi in corso in Israele. Continuo a leggere, dalla penna di molti commentatori, che lo Stato ebraico avrebbe sconfitto lo Stato democratico, che Israele avrebbe scelto l'ebraismo contro i valori liberali, la Bibbia e il Talmud contro l'illuminismo e la modernità... E ho voglia di urlare.
Non che io non veda il pericolo in corso per la democrazia israeliana. Bisognerebbe essere molto ingenui per non riconoscere il fenomeno in atto, come uno specchio abbastanza preciso di ciò che colpisce altri paesi: l'ascesa del nazionalismo e del populismo, le ossessioni identitarie, l'attacco alle istituzioni democratiche, i media, l'indipendenza della magistratura, i diritti delle minoranze o i valori progressisti; l’ossessione nazionalista o religiosa per le identità «pure» o «autentiche»; la figura del leader intoccabile che parla in nome del popolo per rafforzare meglio il proprio potere o la propria protezione personale... Tutto ciò non è nuovo, e piace a chi assapora la demonizzazione di Israele, a chi ama descriverne gli errori o i suoi difetti, più terribili di quelli del resto del mondo.
Non c'è bisogno di perdere tempo a cercare di convincere questi ossessivi di qualcos'altro: faranno sempre di Israele il principale colpevole, un attore più immorale o contaminato degli altri, a pari colpa. Spiace per loro, ma la deriva nazionalista e antiliberale di Israele non è più immorale e pericolosa di quella che si manifesta altrove… O meglio, lo è altrettanto.
Resta l'altra catastrofe, a mio avviso più perniciosa, che consiste nel suggerire che la forza attiva dietro questa impresa di instabilità democratica abbia un nome: ebraismo. Ed è lì che io tremo. Mi infuria vedere questo nuovo governo alimentare una tale aberrazione, fare gargarismi sul rispetto dei valori ebraici «veri e ancestrali», ergersi a garante della purezza dell'identità e istituire ministeri a suo nome, delegittimare le voci plurali del mondo ebraico mondiale per "kosherizzare" solo una ricetta ortodossa e messianico - nazionale, per lottare contro l'uguaglianza tra uomini e donne, contro l'omosessualità, o per la supremazia etnica dei «valori ebraici».
Quindi no, lo Stato ebraico non ha vinto contro lo Stato democratico... per la semplice e buona ragione che entrambi sono i grandi sconfitti dell'attuale cambiamento. L'ebraismo è oggi l’oggetto di un sequestro ideologico, in nome di certezze messianico - nazionaliste che lo amputano di una parte di sé, di quello che potrebbe essere e di quello che potrebbe ancora essere.
Lo afferma il profeta Isaia nella forma di una famosa massima biblica: «Per Sion, io non tacerò» e la sua voce risuona oggi, per molti di noi, come una sacra ingiunzione. Per amore di Sion, dobbiamo parlare.
Certo, so meglio di altri cosa rende complesso questo discorso, cosa a volte lo censura. L'odio antisemita, mentre fantastica sull'immancabile solidarietà ebraica, si diletta sempre delle dispute interne al popolo ebraico. L'ossessione antisionista, alla ricerca di tutto ciò che possa ledere ulteriormente il diritto di Israele a esistere, strumentalizza ogni critica, soprattutto quando è espressa da una «voce ebraica».
Tuttavia, oggi voglio unire la mia voce a quella di tutti quegli amanti di Israele che si sentono traditi e che sanno benissimo che domani saranno accusati di essere i nemici del progetto che tanto hanno amato o nutrito.
Essendo accusata di tradimento o d’illegittimità, ho una certa abitudine in materia, e un bel po' di allenamento nell'esercizio. Negli ultimi anni ho così spesso sentito dire che non ero altro che un’imbrogliona, che il mio ebraismo non era abbastanza «barbuto» o dogmatico per essere autentico, che non esisteva una donna rabbino, che il mio sionismo di sinistra, la mia denuncia degli effetti della colonizzazione o la mia preoccupazione per la sofferenza palestinese mi hanno reso una traditrice, una ingenua o una irresponsabile.
E ho dovuto sperimentare così spesso scontri con voci conservatrici che ho finito per capire cosa ci distingueva davvero: non è, in fondo, né il nostro credo, né la nostra pratica, né il nostro attaccamento alla tradizione, né la nostra preoccupazione per il futuro del popolo ebraico. No, è qualcosa di più fondamentale: è il nostro rapporto con l'autenticità.
Molto spesso ho davanti a me qualcuno che è convinto di essere il «vero ebraismo, la «vera» tradizione, il legale rappresentante e funzionario di una fedeltà alla Storia e alle generazioni passate, un traduttore giurato della volontà di D-o, dei nostri padri o dei nostri maestri.
Di fronte a lui, e contro di lui, io affermo che nessuno di noi può avere il coraggio di dire ciò, e che io non sono il vero ebraismo più di quanto non lo sia lui, che la tradizione parla e ha sempre parlato con voci plurali, e che la storia, i suoi drammi, le sue sorprese e le sue tragedie hanno dato luogo a interpretazioni complesse e talvolta contraddittorie, ma mai illegittime.
Il libro di Ester, messaggio biblico di sopravvivenza diasporica e monito contro l'abuso del potere politico, non offre il messaggio del libro di Giosuè, la sua conquista militare e la sua passione per la sovranità. Essi parlano lingue diverse all'interno dell'ebraismo, in vari contesti e in varie geografie.
Il messianismo ebraico ha prodotto il meglio e il peggio nella Storia, ha prodotto prodigi e catastrofi, ha suscitato speranze e falsi profeti. È stato elogiato o relativizzato, come uno slancio nostalgico per un passato che non esiste più o un'utopica promessa di giustizia a venire. Ha saputo unire o, al contrario, alimentare le divisioni.
Ha avuto molti volti, in diversi contesti storici. E la forza dell'ebraismo è stata quella di attingere dalla sua immensa biblioteca di risorse per la sopravvivenza e la resilienza, e di far risuonare questi libri attraverso le voci di uomini e donne impegnati nella loro epoca. Soprattutto, ha avuto l’occasione immensa di ascoltare le voci che gli hanno portato la contraddizione.
L'interpretazione ebraica di un Ben Gvir è solo una voce/linguaggio di tutto ciò che l'ebraismo può parlare. Non è la mia lingua ebraica, non è quella in cui parlo ai miei figli, ai miei allievi o ai miei amici, non è quella in cui credo. Il suo messaggio esclusivo ed escludente ci impoverisce e ci condanna quando pretende di avere piena legittimità. Esso deve, in quanto tale, essere combattuto all'interno della stessa tradizione ebraica, e non solo dalle forze della democrazia moderna. Sta a noi non permettere che né il sionismo né l'ebraismo vengano rapiti da coloro che dicono esserne gli unici padroni. Sta a noi lottare per la democrazia in Israele, non contro l'ebraismo, ma con e grazie ad esso.
* Isaia 62,1
Mappa di Gerusalemme, Piazza Safra a Gerusalemme - Replica in mosaico di una xilografia del 1581 (Magdeburgo)
Testo dal francese in italiano a cura di: Barbara de Munari
Testo dal francese in inglese e in ebraico a cura di: Natasha Lehrer
לְמַעַן צִיּוֹן לֹא אֶחֱשֶׁה*
רבים ביקשו זאת: הנה תרגום לעברית של המאמר של דלפין הורבילר שפורסם בעיתון תנועה השבוע
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AJAR NON ESISTE
Il doppio, il dibbuk e le ossessioni identitarie
Nel 1981 Bernard Pivot rivelò che Émile Ajar e Romain Gary erano la stessa persona. Uccidendosi, Romain Gary aveva ucciso anche Émile Ajar: il primo suicidio letterario senza consenso.
Nel 2022 inizia una nuova storia, a firma di Delphine Horvilleur: l'incontro con Abraham Ajar che si dichiara figlio di Émile Ajar, figlio di un padre fittizio, figlio di un libro. Egli sfida il mondo con acidità dal fondo della sua cantina, questo "buco ebraico", come lo chiama lui, mette in discussione la contemporaneità e con umorismo invita a ridere dei dogmi, delle nostre identità e delle nostre certezze.
Abraham, il figlio di Émile Ajar, il trucco letterario usato da Romain Gary per pubblicare La vita davanti a sé, parla.
Si rivolge a un misterioso interlocutore per rivisitare l'universo dello scrittore ma anche quello della Kabbalah, della Bibbia, dell'umorismo ebraico e degli attuali dibattiti politici su nazionalismo, identità e appropriazione culturale.
Alcune persone pensano che si scriva per liberarsi di qualcosa o di qualcuno che ci perseguita, ma è il contrario. Si scrive sempre per conservare, e continuare un dialogo con ciò che non c'è più, un dialogo che altrimenti la vita ci costringe a interrompere. Scriviamo perché le parole rafforzano sempre i legami. Fa famiglia, molto più solidamente del sangue e della filiazione biologica.
Esistono persone, poi, che sono in grado di descriverti tutto quello che è successo loro, di raccontarti un dettaglio dell'incendio dell'Inquisizione, un pogrom lituano, e contare i morti, al milione più vicino. Ricordano miliardi di cose che tutti gli altri hanno dimenticato. Tutto è registrato, registrato, commemorato... tranne un piccolissimo dettaglio: il nome di D-o...
Ed ecco il risultato: ci sono milioni di persone che cercano nella Bibbia, nei Vangeli e nel Corano una giustificazione per tutti i loro consolidamenti identitari, la formula magica di ogni cosa, un legittimo atto di proprietà per essere veramente se stessi. Si aggrappano al loro libro come a un test del DNA, che li ancorerebbe da qualche parte. Qualcosa che li fisserebbe nell'esistenza.
***
«Due uomini sono morti e per di più erano uguali»: quando lo scrittore Romain Gary si tolse la vita, nel 1980, uccise anche il sosia che si era inventato e in cui tutti credevano, Émile Ajar.
Delphine Horvilleur immagina quindi la storia di Abraham Ajar, ebreo, musulmano e cristiano, figlio fittizio di Émile Ajar, egli stesso scrittore inventato dal vero romanziere Romain Gary. Partendo dal principio che siamo prima di tutto i figli dei libri che abbiamo letto, Delphine Horvilleur ci invita a fare un passo verso l'estraneo che è dentro di noi.
Non è un testo (portato anche a teatro) sull'identità, ma un monologo contro l'identità, attraverso quella di un personaggio indefinibile che rivendica la sua non esistenza: lui, figlio fittizio di una vera e propria mistificazione letteraria, si offre di definire diversamente la realtà.
Scrivere è una strategia di sopravvivenza. Solo la finzione del sé, la reinvenzione permanente della nostra identità è in grado di salvarci, perché l'identità fissa, quella di chi ha finito di dire chi è, rappresenta la morte della nostra umanità.
Delphine Horvilleur, narratrice e rabbino, manipola l'umorismo ebraico con una raffinatezza furiosa.
Scrive in un libro e compone per il teatro il monologo esplosivo del figlio immaginario dello scrittore Romain Gary e di Émile Ajar, lui stesso doppio immaginario del primo.
Abraham Ajar, discendente inventato dell'autore di La vita davanti a sé, alias Gary/Ajar, parla. Diventa pitone o topo bianco, padrone o schiavo, donna o uomo, cristiano, ebreo o musulmano. Scopre se stesso e mille altri sé allo stesso tempo, in uno specchio teatrale piantato davanti al nostro inconscio, come un essere indefinibile, in un mondo e in un tempo che li esaspera tutti.
***
Prima di Biancaneve, prima del Gatto con gli Stivali, prima dei Sette Nani e della Fata Carabosse, Nina Kacew, la madre dello scrittore Romain Gary, al secolo Romain Kacew, sussurrò al figlio i nomi della vasta schiera di nemici contro i quali un uomo degno di questo nome deve battersi.
C’era prima di tutti Tatoche, il dio della stupidità, metà scimmia e metà intellettuale. Nel 1940 era il cocco e il teorico dei tedeschi, dopo si è appollaiato sulle spalle dei nostri scienziati, e a ogni esplosione nucleare la sua ombra si fa un po’ più alta sopra la terra.
C’era Merzavka, il dio delle certezze assolute, una specie di cosacco ritto sopra cumuli di cadaveri; ogni volta che uccide, tortura e opprime in nome delle sue verità religiose, politiche o morali, la metà del genere umano gli bacia le scarpe con commozione.
C’era Filoche, il dio della meschinità, dei pregiudizi, del disprezzo, dell’odio che, affacciato alla guardiola della portineria, all’ingresso del mondo abitato, grida: «Sporco americano, sporco arabo, sporco ebreo, sporco russo, sporco cinese, sporco negro…».
E vi sono numerosi altri dei, più misteriosi e più loschi, più insidiosi e nascosti, difficili da identificare…
Già compromesso dal suo rapporto simbiotico con la madre, impregnato ogni giorno dall'idea di un "sé puro" e di un'appartenenza "autentica" alla nazione, all'etnia o alla religione, soffocato, da anni, anche da uomo, Romain Gary elabora, per sopravvivere, una sua chiave segreta per l'emancipazione da questo tutto – amato e insieme insopportabilmente opprimente: Émile Ajar.
E così, firmato da Romain Gary con lo pseudonimo di Émile Ajar, apparve Pseudo, nel 1976, un anno dopo la vittoria al Goncourt del romanzo che ha per indimenticabile protagonista Momo, il ragazzo della banlieue di Belleville .
Gary aveva già contribuito a rendere verosimile la sua beffa segreta – aveva già vinto il Goncourt nel 1956 con Le radici del cielo e il regolamento del concorso non gli consentiva una seconda vittoria – convincendo Paul Pavlowitch, giovane figlio di una cugina, a impersonare Émile Ajar.
Pavlowitch si immedesimò talmente nel ruolo da interpretarlo alla luce del sole, rilasciando interviste, arrivando persino a occupare un posto da editor presso Mercure de France – la casa editrice delle opere di Ajar – e disperdendo (apparentemente) le nubi del mistero.
Quando qualche giornalista scoprì la sua parentela con Romain Gary, il vero autore de La vita davanti a sé non si scompose. Decise un azzardo più grande. Scrisse e pubblicò, sempre sotto l’identità di Ajar, questo libro in cui inventò uno zio violento, tirannico e manipolatore che gli somigliava: Tonton Macoute. L’azzardo venne ricompensato. Tutti i critici lo riconobbero nel personaggio di Tonton Macoute. A nessuno, però, venne in mente che Romain Gary potesse essere Émile Ajar. Alla pubblicazione dell’opera, il recensore dell’Express parlò, anzi, di «un libro vomitato frettolosamente da un giovane scrittore diventato famoso e montatosi la testa».
In realtà Pseudo, cui Gary aveva lavorato da quando aveva vent’anni, è uno straordinario libro sui meandri della creazione letteraria e, in virtù di questo, una delle opere maggiori dell’autore de La vita davanti a sé.
Con un andamento tumultuoso di monologhi, flussi di coscienza e stili, registri e personaggi presi dalla realtà e trasfigurati, Romain Gary appronta in queste pagine la sua «difesa Ajar», la difesa di uno pseudonimo che è, contemporaneamente, la difesa della letteratura come aperta dissimulazione della realtà.
Come scrisse nel suo libro-testamento, pubblicato postumo, Vita e morte di Émile Ajar: «in Pseudo (…) ogni cosa è romanzo».
Persino il suo autore.
***
«Mi sono davvero divertito. Arrivederci e grazie»: così scrisse Romain Gary, in una lettera indirizzata al suo editore, Gallimard, poco prima di togliersi la vita. Con una vera e propria «poetica del fare pseudo», cioè divenire un personaggio che non si appartiene mai, inafferrabile, sempre altro sia a se stesso sia da se stesso, Émile Ajar, Romain Gary stesso, pseudonimo di Roman Kacev, non sono altro, da questo punto di vista, che nomi di questa poetica, tentativi, cioè, di uscire dall’«impostura dell’esistenza» reale e di vivere la propria autentica esistenza nella verità della letteratura.
Si aggiunga che Ajar non fu l’unico pseudonimo di Romain Gary (Kacev); egli aveva, infatti, anche scritto un romanzo poliziesco-politico, Le teste di Stéphanie, con il nome di Shatan Bogat e una allegoria satirica, L'uomo con la colomba, firmata Fosco Sinibaldi (sin- sostituisce gar- in Gar-ibaldi).
Grazie al suo spirito di mistificazione (Gary e Ajar significano rispettivamente "brucia!" e "brace" in russo; alcune frasi si trovano identiche negli scritti di entrambi gli autori), Romain Gary fu l'unico scrittore a ottenere due volte (cosa impossibile per statuto del Premio in questione) il Premio Goncourt. La prima volta nel 1956 con il suo pseudonimo usuale, per Le radici del cielo, e la seconda volta nel 1975 con lo pseudonimo di Émile Ajar, per La vita davanti a sé.
***
Ossessioni identitarie, tribalismi esclusivi e competizioni tra vittime, tutto quotidianamente viene sbranato da coloro che difendono l'idea di un "sé puro", e di un'appartenenza "autentica" alla nazione, all'etnia o alla religione. Stiamo soffocando, eppure, da anni, un uomo detiene, secondo Delphine Horvilleur, una chiave per l'emancipazione: Émile Ajar.
E quest'uomo non esiste... È un trucco letterario, è il nome che Romain Gary ha usato per dimostrare che non siamo solo ciò che diciamo di essere, che c'è sempre la possibilità di reinventarsi con la forza della finzione letteraria e con la possibilità offerta dal testo di scivolare nei panni di qualcun altro.
Nel testo Il n’ya pas de Ajar, un uomo (interpretato sul palcoscenico da una donna...) afferma di essere Abraham Ajar, figlio di Émile, figlio di un trucco letterario. Chiede così al lettore/spettatore che lo visita in una cantina, il famoso “buco ebraico” di La Vie avant soi: sei figlio della tua stirpe o figlio dei libri che hai letto? Sei sicuro dell'identità che affermi di incarnare?
Parlando direttamente a un misterioso interlocutore, Abraham Ajar rivisita il mondo di Romain Gary, ma anche quello della Kabbalah, della Bibbia, dell'umorismo ebraico... e anche dei dibattiti politici di oggi (nazionalismo, trans identità, antisionismo, ossessione per il genere o politica delle identità, appropriazione culturale, etc.).
Il testo dell'opera è preceduto da una prefazione di Delphine Horvilleur su Romain Gary e la sua opera.
In ogni libro di Gary si nascondono i "dibbuk", i fantasmi che scappano dalle antiche storie yiddish, quelli di una madre i cui sogni lo hanno costruito, quelli di un padre di cui inventa l'identità, con i fantasmi di un'Europa distrutta e le ceneri della Shoah, e l'ingiunzione di essere un “mensch”, un uomo al culmine della Storia.
E Romain Gary diviene il personale dibbuk di Delphine Horvilleur.
Lei scrive: «Avevo 6 anni quando Gary si è suicidato, l'età in cui stavo imparando a leggere e a scrivere. Mi è sembrato spesso, nella mia vita di lettrice e poi di scrittrice, che Gary fosse uno dei miei personali "dibbuk"... E che io continuassi a riscoprire ciò che ha saputo dimostrare magistralmente: la scrittura è una strategia di sopravvivenza. Solo la finzione dell'io, la reinvenzione permanente della nostra identità è in grado di salvarci. L'identità fissa, quella di chi ha finito di dire chi è, è la morte della nostra umanità».
E ha immaginato un monologo di Romain Gary (alias…) contro l'identità, il monologo di uno/a che sul palco attacca violentemente tutte le ossessioni del momento. Con la fascinazione per l'unico scrittore che ha saputo vincere due volte il Premio Goncourt, attraverso un sotterfugio che suscita indignazione e ammirazione insieme, Delphine Horvilleur ci parla dell'identità, di cosa significa e di cosa comporta.
Segue una breve ma vivace riflessione sulla nozione di identità, sull'ebraicità, sul fondamentalismo, sul razzismo e persino sull'epigenetica.
Grande ammiratrice di Romain Gary, l'autrice dedica la prima parte del suo libro agli strettissimi legami "intellettuali" che la legano a questo scrittore e al suo pensiero. Evoca la natura degli scambi che avrebbe voluto avere con lui, accennando al fatto che il suo rifiuto di ridursi a un'identità, in particolare alla sua ebraicità, "lo rende un autore molto ebreo", e quanto questo aspetto della sua personalità tuttavia penetri, consapevolmente o meno, nelle sue scelte e nei suoi testi.
Il rifiuto di Gary di lasciarsi definire da un'identità o da un'unica definizione di sé ha molto a che fare, secondo Horvilleur, con la sua ebraicità. In un certo senso, la sua sfida all'identità lo rende un autore molto ebreo… per fare in modo che tu non sia mai completamente te stesso, rendendo straniero il tuo posto in te stesso. Sapendo in questo modo, ovunque tu sia, che non sarai mai completamente a casa.
Insomma, in ebraico, puoi "essere stato" e puoi "essere in divenire", ma non puoi assolutamente essere... né binario, né non binario, né uomo, né donna.
Sei stato e diventerai, ma sei necessariamente nel mezzo della tua mutazione.
Barbara de Munari
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La superstar dell'hip-hop, nell'occhio del ciclone per alcune uscite a dir poco non politically correct, ha annunciato con largo anticipo la sua candidatura.
Joe Biden e Donald Trump non saranno da soli. All'improvviso, in un venerdì mattina di fine novembre, è infatti arrivata un'altra candidatura alle elezioni presidenziali del 2024. Si tratta di Kanye West, un rapper che sogna la Casa Bianca. Ma attenzione a pensare che il suo modello possa essere Barack Obama solo perché questo è stato il primo presidente non bianco degli Stati Uniti d'America. Anzi, tutto il contrario.
Kanye West ha più volte fatto sapere di ammirare Donald Trump. E anzi, le sue ultime affermazioni sono arrivate dopo che West è stato avvistato al golf club Mar-a-Lago diTtrump all'inizio della settimana, accompagnato da Nick Fuentes, un influente suprematista bianco. Ha addirittura affermato di aver chiesto proprio a Trump di essere il suo compagno di corsa verso le urne. Ricevendo un (prevedibile) rifiuto.
La star della musica hip hop, che ha cambiato legalmente il suo nome in Ye, ha persino già postato sui social media un video del logo della sua campagna elettorale, accompagnato dalla didascalia ‘ye 24’. Già nel 2020 si era candidato, ricevendo però solo 70 mila preferenze. Tanti quanti gli stadi che riempie coi suoi concerti. Quando West si è candidato alle presidenziali del 2020, ha annunciato la sua campagna troppo tardi per apparire sulla scheda elettorale in almeno sei stati. Ha tenuto un solo comizio, in cui è scoppiato in lacrime mentre parlava di aborto, e ha finanziato due spot televisivi. Alla fine, è stato indicato come candidato solo in 12 stati.
Che cosa significa la candidatura di Kanye West
Per la sua candidatura nel 2024, il rapper ha spiegato di aver arruolato il commentatore Milo Yiannopoulos come manager della sua campagna. Ex redattore della testata di destra Breitbart, Yiannopoulos è stato ampiamente evitato dai conservatori tradizionali dopo che nel 2017 è emerso un video in cui sembrava giustificare la pedofilia.
Il lancio della campagna elettorale di West avviene mentre il rapper deve affrontare una serie di dannose controversie. Ha provocato una tempesta di critiche dopo aver partecipato alla settimana della moda di Parigi con una maglietta che riportava lo slogan "white lives matter", una frase adottata dai suprematisti bianchi, che hanno iniziato a usarla nel 2015 come risposta al movimento "black lives matter". West ha poi affermato che i suoi critici sono stati pagati da una cabala segreta di Ebrei, un comune punto vista dell'antisemitismo.
Poiché ha continuato a fare commenti antisemiti online e in interviste televisive, il 45enne è stato abbandonato dalla sua agenzia di talenti, mentre aziende di moda come Gap, Adidas e Balenciaga hanno dichiarato che non avrebbero più lavorato con lui. Il musicista ha poi commentato di aver perso "2 miliardi di dollari in un giorno". All'inizio della settimana, la rivista Rolling Stone ha riportato le affermazioni secondo cui West avrebbe usato "bullismo e giochi mentali" per creare un "ambiente tossico" tra i dipendenti Adidas che lavoravano alle sue scarpe yeezy.
Intanto, ci si interroga sulla sua candidatura, che stavolta è arrivata con largo anticipo. Solo una boutade oppure qualcosa di più?
(Affaritaliani.It | esteri)
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Il festival Nessiah torna con spettacoli dal vivo nella sua XXVIesima edizione.
Il tema di quest’anno è “Arte ebraica tra precetti e creatività”.
TUTTI GLI SPETTACOLI SONO A INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI
DOMENICA 27 NOVEMBRE 2022 | ORE 11.30
SINAGOGA DI PISA
VIA PALESTRO 24
ARTE EBRAICA
TRA PRECETTI ECREATIVITÀ
http://www.festivalnessiah.it/conferenza/
DOMENICA 27 NOVEMBRE 2022 | ORE 18.00
SINAGOGA DI PISA
VIA PALESTRO 24
AVINU MALKENU
MUSICA SINAGOGALE ITALIANA
http://www.festivalnessiah.it/avinu-malkenu/
MERCOLEDÌ 30 NOVEMBRE | ORE 18.00
SAMMARTINO – SPAZIO ARSENALE
VIA SAN MARTINO 63
I AM NOT THERE
(IO NON SONO QUI)
I AM NOT THERE (USA 130’)
REGIA TODD HAYNES
CON CHRISTIAN BALE, CATE BLANCHETT, HEATH LEDGER
PROIEZIONE IN LINGUA ORIGINALE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO
http://www.festivalnessiah.it/i-am-not-there/
DOMENICA 4 DICEMBRE | ORE 18.00
AUDITORIUM DI PALAZZO BLU
LUNGARNO GAMBACORTI, 9
IL GUANTO NERO
CHAGALL E LO SPIRITUALE NEL SOGNO
OPERA DA CAMERA
PER VOCE NARRANTE, SOPRANO, BARITONO, CLARINETTO, VIOLONCELLO E PIANOFORTE
TESTO E MUSICA DI DELILAH GUTMAN
http://www.festivalnessiah.it/il-guanto-nero/
MERCOLEDÌ 7 DICEMBRE | ORE 18.00
SAMMARTINO – SPAZIO ARSENALE
VIA SAN MARTINO, 63
NO DIRECTION (HOME)
DA BOB DYLAN AD HERBERT PAGANI, IL RAPPORTO TRA MUSICA POESIA E DISEGNO
http://www.festivalnessiah.it/no-direction-home/
SABATO 10 DICEMBRE | ORE 21.00
TEATRO S. ANDREA
VIA DEL CUORE, PISA
NESHAMOT
(ANIME)
SPETTACOLO TEATRALE ISPIRATO ALL’OMONIMO LIBRO DI ROY CHEN
http://www.festivalnessiah.it/neshamot/
DOMENICA 11 DICEMBRE | ORE 18.00
GIPSOTECA DI ARTE ANTICA
PIAZZA S. PAOLO ALL’ORTO, 20
NUANCE EBRAICHE
OMAGGIO ALLA MUSICA CLASSICA DEL NOVECENTO ISPIRATA AL FOLCLORE EBRAICO
http://www.festivalnessiah.it/nuance-ebraiche/
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Esposti oltre 170 oggetti eccezionali per raccontare quasi due millenni di scambi e conflitti che hanno plasmato questo crocevia dell'Eurasia.
Parigi, 25 nov. - (Adnkronos) - Da Alessandro Magno a Marco Polo, da Gengis Khan a Tamerlano, passando da Samarcanda a Bukhara, il Louvre illumina la storia della Via della Seta in Asia Centrale mettendo in mostra oltre 170 oggetti eccezionali per raccontare quasi due millenni di scambi e conflitti che hanno plasmato questo crocevia dell'Eurasia.
Animismo, zoroastrismo, manicheismo, buddismo, nestorianesimo, ebraismo e islamismo ma anche influenze greche, iraniane, cinesi, indiane e della steppa russa: tutto ciò racconta la grande esposizione dal titolo "Splendori delle oasi dell'Uzbekistan" che il museo di Parigi ospita fino al 6 marzo 2023.
Tra le 170 opere selezionate da Yannick Lintz, ex direttore del Dipartimento di Arti islamiche del Louvre e recentemente nominato responsabile del Musée Guimet des Arts asiatiques, la più antica è una scultura in serpentino scoperta nella valle di Fergana e risale al III millennio a.C. Seguono gli oggetti che evocano la Battria, un'antica regione dell'Asia centrale. Nel III secolo le vie carovaniere erano già ben sviluppate, governate tra le montagne del Pamir e il Mare d'Aral da una pletora di stati-oasi impregnati di ellenismo. I principi della dinastia Kushan che li detenevano facevano modellare in argilla le loro effigi e quelle delle loro divinità: queste vestigia policrome e talvolta monumentali, sono state estratte dagli anni '70 del secolo scorso dai siti di Dalverzine-Tépé e Kaltchayan, poi pazientemente ricostituite e restaurate da un'équipe archeologica franco-uzbeka.
Alla cultura Kushan, che ha lasciato tesori d'oro e palazzi affrescati, succedettero a ondate gli Unni: questi nomadi divennero rapidamente aristocratici dei principati, avendo l'occhio e la mano sugli incessanti convogli di tessuti, carta, spezie, pigmenti, presto anche porcellana e polvere. La gente viveva sotto l'egida del Dio della Seta, una figura visibile in un pannello votivo del VII secolo; poco distante è esposta una forchetta e un cucchiaio pieghevoli, portati alla luce da Rocco Pante, archeologo e curatore scientifico del Louvre.
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