La Fiera di Francoforte venne fondata nel 1949 dall'associazione dei librai (Börserverein des Deutschen Buchhandels) poiché Lipsia, dove da 1632 si teneva la più importante Buchmesse della Germania, era rimasta nella Repubblica Democratica Tedesca. Fu scelta Francoforte perché aveva una tradizione plurisecolare di fiere del libro.

Dopo un’edizione 2020, frettolosamente migrata in formato digitale, e un’edizione 2021 svolta in forma ridotta, con molti meno stand per aumentare lo spazio nei padiglioni, ma anche una minore affluenza di visitatori, pare che la versione 2022 della Fiera possa essere quella della ripresa. Anche il festival di lettura Open Books torna a pieno regime, con circa 100 reading e 150 autori che si daranno appuntamento nella città di Francoforte.

Non è certo un segreto che, da molto tempo ormai, nel mondo dell’editoria, non siano più le fiere le cornici dei grandi affari e che per ottenere la massima attenzione da parte di una casa editrice i testi più promettenti debbano essere anticipati via e-mail. L’idea per così dire “romantica” delle fiere, che al di fuori dell’industria libraria vengono percepite come aste palpitanti ed emozionanti, ad esempio, non corrisponde alla realtà. Dopo una lunga parentesi pandemica e alle porte di una Fiera del Libro di Francoforte pressoché senza restrizioni, la domanda sorge spontanea: è ormai superato il concetto di Fiera?

Le edizioni della pandemia, caratterizzate da una scarsa interazione personale tra direttori editoriali, editor, agenti, giornalisti, esperti di marketing e tutte le altre categorie che solitamente si danno appuntamento alle fiere del libro e a eventi similari hanno dimostrato quanto era effettivamente palese già in precedenza: si può prescindere dalla presenza fisica, perché anche senza ha sempre funzionato; le informazioni più rilevanti, infatti, si possono trasmettere con più rapidità tramite zoom, e-mail o telefono. Tuttavia, si è dimostrato anche che una fiera non è solo una piattaforma che genera business, ma anche e soprattutto un’occasione per mantenere i contatti sociali, cosa obiettivamente più agevole in presenza che non nel mondo virtuale.

 Emerge BookTok, il TikTok dedicato ai libri, che soprattutto in ambito anglofono ha un enorme potere sul mercato, riuscendo a generare bestseller e a spingere titoli altrimenti in coda alle classifiche. In Germania scarseggiano ancora voci altisonanti su BookTok, ma le cose cambieranno, perché almeno per i prossimi anni TikTok è il futuro e lo sarà fin quando, un giorno o l’altro, non verrà un’altra app a soppiantarla. E quindi, se da un lato le fiere del libro sono piattaforme indispensabili per coltivare i contatti personali, dall’altro l’industria del libro dovrebbe finalmente prestare maggiore attenzione ai social media e soprattutto, contrariamente a quanto può pensare qualcuno, fiere in presenza ed eventi digitali non si escludono a vicenda, ma vanno anzi di pari passo.

LA VITTIMIZZAZIONE COME ARMA

DEL POTERE POLITICO

Di Pedro Carmelo Mazzoni

 

Traduzione dallo spagnolo a cura di Barbara de Munari

 

 

La vittimizzazione è spesso uno strumento di manipolazione, usato come arma per produrre nell'altro, negli altri o nella società incline a cadervi, certi cambiamenti a beneficio del manipolatore.

Si riesce con successo anche a provocare un senso di colpa negli altri per le azioni che hanno causato tale vittimizzazione reale o presunta.

In politica il suo uso è consapevole e premeditato e con risultati estremamente significativi nell'inconscio collettivo.

Si verifica con maggiore intensità nel populismo, perché è chiaro che l'oppresso si senta vittimizzato e a sua volta, quando il manipolatore esercita un comportamento quasi “religioso”, trasforma comportamenti individuali e/o collettivi in ​​una risposta di idolatria e di idealizzazione della figura del salvatore.

Nasce così la figura dell'eroe e del capo cui vanno tributati onori e sottomissione, consapevole e inconscia.

La storia ci mostra come tali tentativi vadano a scapito della dignità, della solidarietà e della fraternità. Dietro la vittimizzazione si nasconde sempre un'intenzione empia.

Un estratto da “La mente è meravigliosa”: Il vittimismo manipolatore.

Il vittimismo a volte è un'arma a doppio taglio. Ci sono persone che scelgono di raccontare la loro situazione di vittime perché scoprono che porta loro più benefici che costi.

Il vittimismo manipolatore è presente in molti tipi di personalità. Così, è comune che appaia, ad esempio, tra i narcisisti, tra coloro che sono specializzati nel ricatto emotivo e anche tra coloro che si avvalgono di questo comportamento per trarne qualche beneficio.

La vittima, in un modo o nell'altro, è sempre protetta dalle critiche degli altri. Inoltre, ha la compassione e la comprensione di molti, qualunque cosa faccia. Infatti, chi osa mettere in discussione gli atti di una presunta vittima passa per insensibile o spietato.

Il vittimismo è, quindi, in molti casi, una strategia che porta più vantaggi che problemi.

Questa condizione consente loro di avere una sorta di immunità, per cui tutto ciò che dicono è vero, tutto ciò che fanno è ben intenzionato, tutto ciò che pensano è legittimo. Ora, in più di un caso, questa vittimizzazione calcolata, consciamente o inconsciamente, nasconde un chiaro ricatto.  Ma, alla lunga, è difficile immaginare come tutto questo possa finire bene.

 

La Mente es Maravillosa è una delle riviste digitali più lette al mondo di psicologia, neuroscienze e sviluppo personale in spagnolo. Nasce nel 2012 con l'obiettivo di migliorare la vita delle persone, portare luce nella loro quotidianità e offrire loro strumenti per raggiungere il benessere.

Da allora la sua traiettoria ha avuto successo: attraverso articoli, video, interviste e reportage è riuscita ad essere leader nel campo della divulgazione informativa sulla psicologia con oltre 5 milioni di follower sui social network e 11 milioni di visite mensili, oltre a di essere disponibile in 15 lingue e di affermarsi in più di 40 paesi, grazie al supporto di un grande team di professionisti.

Gema Sánchez Cuevas, direttrice di questo sito web, è laureata in psicologia ed è dottoranda all'Università di Salamanca. Valeria Sabater Zarzo ha una laurea in psicologia e un master in neurocreatività e innovazione presso l'Università di Valencia. 

Entrambi sono gli autori di questo lavoro che non solo esplora il mondo delle emozioni, ma insegna anche come attraversarlo attraverso tecniche e semplici esercizi.

 

 

ETICA A.C. è lieta ed onorata di pubblicare un nuovo testo di ALESSANDRO YORAM NATHAN SCUDERI (*):

ALI DI CARTONE

Si tratta di un testo dolente e drammatico, che ha richiesto un grande “tempo dell’Anima”, da parte dell’Autore, per giungere al suo compimento e al suo scopo: comunicare quanto è stato, trasmettere il Ricordo di un Tempo di Guerra.

In questo nuovo testo di Alessandro Yoram Nathan Scuderi il ricordo si trasforma in lirica e in elegia e invita al Tempo della Riflessione.

La prosa è sobria e sintetica, ma contemporaneamente preziosa, poetica e ricca di suggestioni rare e raffinatissime.

Si tratta di un testo non facile, da leggere e rileggere, che si articola su piani di riflessione e di lettura successivi, anche secondo quei princìpi di una geometria frattale tanto cara all’Autore, ed è dedicato ai Morti di Guerra e ai vivi, che facilmente dimenticano, legati – come scrive Alessandro Yoram Nathan Scuderi – ad un filo di incoscienza … sepolcrale.

Ma l’Anima reclama, nel Poliziotto che è, ed è stato, Alessandro Yoram Nathan Scuderi. L’Anima, attraverso le sue vibrazioni cosmiche che sollecitano il risveglio e pungono il torpore…

Il pensiero chassidico insegna che ciascuno di noi possiede un'anima divina, una scintilla del Signore, e così Alessandro Yoram Nathan Scuderi scopre in questo testo il proprio autentico "io", stabilendo un contatto con le sue forze interiori, e con l’illimitato potenziale della scintilla divina che è in noi, cercando di farne il fattore dominante della sua vita.

Alessandro Yoram Nathan Scuderi mette in luce davanti a se stesso e a chi lo legge i segni che lo distinguono e che fanno di lui quello che è, con tutte le sue caratteristiche.

Analizza, ma soprattutto esprime la sua facoltà di gettare uno sguardo nuovo sulla ricchezza e sulla complessità del suo essere, e sull’essenza spirituale che rende ognuno di noi un essere umano assolutamente unico.

Si può tentare di spiegarlo con un paragone. Chi s’immerge nellacqua, più va in profondità più sente un oggettivo richiamo a risalire in superficie. Maggiore è il suo distacco dalla superficie dell'acqua, maggiore è la forza che lo spinge a ritornare a galla. Allo stesso modo la consapevolezza di essere tagliato, separato, anche leso, risveglia il bisogno di stabilire un legame più intenso con l’Anima.

Così avviene con il riconoscere il proprio passato, vedendolo come parte integrante della propria vita, valutandolo, nel tempo della maturità, con uno sguardo nuovo.

Come dicono i Saggi, la corda che lega ogni individuo al Creatore è più forte dove c'è il nodo fatto per ripararne la rottura. 

 

Barbara de Munari (TORINO)

Giornalista, Presidente e Direttore editoriale di ETICA A.C.

 

 (*) Alessandro Yoram Nathan Scuderi (CATANIA) è Ispettore Superiore di Polizia in quiescenza