Cari membri,
Avete ricevuto il nostro biglietto di auguri con l'avvicinarsi delle vacanze di fine anno, ma è giunto anche il momento di formulare le nostre aspettative, le nostre speranze, le nostre riflessioni e di proiettarci con voi verso il 2024, alle soglie di questo nuovo anno pieno di incertezze.
L’Europa e l’ideale di pace che essa porta con sé si trovano ad affrontare, come il nostro intero pianeta, sfide che speravamo appartenessero al passato. Il tempo degli imperi è risolutamente tornato, con la sua dose di usurpazioni, eccessi, confronti, anche di rimessa in discussione degli alti valori che abbiamo nutrito a partire dal XVIII secolo, con la speranza che finissero per conquistare gli animi e divenire universali come proclamiamo con convinzione.
L'«Utopia» di Tommaso Moro e il sogno del cavaliere di Ramsay, cui tanto amiamo riferirci, sono più che mai contrastati alle porte del nostro continente, in Ucraina, ma anche un po' ovunque, dove nascono e prosperano nuovi focolai d’instabilità e di guerra, ai quali la comunità internazionale fatica a reagire.
I massacri perpetrati il 7 ottobre 2023 nel sud di Israele e le loro conseguenze a Gaza o in Cisgiordania sono una delle manifestazioni barbariche più terrificanti e allo stesso tempo rivelatrici del fatto che all'ordine internazionale, nato nel 1945 alla fine della Seconda Guerra mondiale è subentrato un mondo ormai frammentato, antagonista e divenuto impotente.
Un «sud globale» si sta affermando di fronte a un Occidente che vede contestato il suo primato mentre una nuova linea di frattura tende a isolarlo dal resto del mondo.
Una simile situazione chiama più che mai gli umanisti, gli Europei idealisti e universalisti che siamo, a dimostrare innanzitutto una presa di coscienza collettiva di queste rotture che i nostri amici tedeschi descrivono così bene e lucidamente come «Zeitwende»: un punto di svolta nella storia.
Questo è soprattutto il motivo per cui, rinnovando le Giornate di Aubigny, prevediamo per il 2024 di dedicare un convegno a Bourges, designata Capitale Europea della Cultura per il 2028.
L'Europa è ontologicamente orientata verso la pace che è la sua ragion d'essere. Seguendo l’esempio della riconciliazione franco-tedesca, l’Europa sta inviando al mondo un messaggio a favore della conciliazione e non dello scontro. Noi Massoni, con tutta umiltà, non dobbiamo né sottovalutare né trascurare la forza del messaggio che abbiamo ereditato. Questo è anche ciò cui, nell'ambito dei nostri lavori di ricerca e di studio, cerchiamo di contribuire con il nostro modesto contributo.
Ringraziamo, qui, ognuno e ognuna di voi.
E avviciniamoci dunque all’anno 2024, che sarà anche quello di una scadenza elettorale europea piena di pericoli, con lucidità e nel segno di una ferma volontà di non arrendersi perché non esiste alcuna fatalità.
Alain de KEGHEL _Presidente SEURE
Parigi, 23 dicembre 2023 [Traduzione dal francese a cura di Barbara de Munari].