Categoria: Filosofia, Scienza e Società
Editore: ETICA Associazione Culturale
Pagine: 98
Prezzo: € 13,00
ISBN: 979-12-80039-00-2
Anno: 2020
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Descrizione

Scritto da Barbara de Munari

Siamo nel Rinascimento, in un’epoca in cui Cristoforo Colombo raggiungeva l’America, Michelangelo scolpiva il David, Leonardo concepiva la figura umana non immobile ma inserita nello spazio, Raffaello dipingeva le stanze nei Palazzi Vaticani, Copernico riformulava la teoria eliocentrica e Ariosto scriveva L’Orlando Furioso.

Paracelso, con il suo spirito polemico e mordace, sfidò le convenzioni mediche della propria epoca ed ebbe il coraggio di percorrere strade nuove, in contrasto con quanti, con lui e prima di lui, avevano affrontato i medesimi argomenti.

In quel periodo solo una minima parte della popolazione poteva usufruire di cure mediche: lui curava i malati senza compenso e sosteneva che un vero medico dovesse conoscere diversi metodi di cura e avere una preparazione spirituale. Tra medicina classica e “alternativa”, fu alchimista, iatrochimico, occultista, “mago” che lamentava la perdita dello “sguardo intuitivo”, astronomo, astrologo e antropologo che prendeva in considerazione quanto stava scritto nel libro della natura.

In sostanza, un vero incubo per il positivismo.

Il suo sapere abbracciava tutte le conoscenze che potessero concorrere alla salute fisica e spirituale dell’essere umano.

Da dove aveva tratto Paracelso quella medicina che praticò e insegnò? Non si sa bene. Sembra fosse stato il padre, un modesto medico di campagna, ma dalla scienza profonda, ad avergliene trasmesso l’essenziale. In seguito, Paracelso continuò sempre, nel corso dei suoi numerosi viaggi, a cercare la gente, famosa o sconosciuta (chi sa, in genere, non cerca la notorietà), gli stregoni-guaritori e le donne di paese, e quanti potessero essere depositari di conoscenza.

    Per quanto riguarda il suo aspetto alchemico – inteso in senso lato – e il suo lavoro interiore, non è mai stato scritto nulla di approfondito in merito e ciò che ne venne scritto fu sempre da parte di persone che, ignorando la vera essenza delle cose, consideravano i fenomeni esteriori come fini a se stessi.

   Solo un falso alchimista poteva prendere in considerazione, in assoluto, il valore grezzo della materia preziosa ottenuta con le proprie pratiche. Un vero alchimista non considerava la materia che otteneva mediante il processo, ma soltanto il processo stesso e le esperienze che ne derivavano.    

   La contemplazione del processo, con le esperienze interiori, intellettuali, morali e spirituali che ne scaturivano, era per lui il vero momento importante di tutto il processo alchemico. Per tale motivo esisteva, per tutti gli alchimisti, la legge severa di non vendere mai per denaro, ma solo di regalare le materie ottenute.

   Non abbiamo che una pallida idea di ciò che si poteva provare, all’epoca, davanti a simili fenomeni naturali.

   Il teosofo medioevale sperimentava un intero “dramma dell’anima”, mentre otteneva con tali tecniche un metallo nel suo laboratorio.

   Dal processo che occorreva, ad esempio, per ottenere l’antimonio, provenivano all’alchimista sperimentatore enormi e particolari esperienze morali: si trattava, dunque, di una scienza naturale “sacra”.

   Un approccio particolare merita anche il rapporto tra Paracelso e l’Ordine dei Rosa-Croce: per quanto il leggendario Ordine segreto ermetico cristiano sia menzionato storicamente per la prima volta in Germania solo nel XVII secolo (e le prove della sua reale esistenza storica siano debolissime), l’accostamento della rosa alla croce era già presente nel “Rosarium philosophorum” – opera del XIII secolo, e il termine “Rosa-Croce”, nel suo insieme, sta a indicare quello stato di perfezione morale e spirituale, ed esoterica, che certamente Paracelso perseguiva.

   Questa è la profonda dottrina dell’Amore che scaturisce dagli insegnamenti Rosicruciani, come testimoniata dalle parole di Paracelso:

   Colui che non sa niente, non ama niente.

   Colui che non fa niente, non capisce niente.

   Colui che non capisce niente è spregevole.

   Ma colui che capisce, ama, vede, osserva.

   La maggiore Conoscenza è congiunta indissolubilmente all’Amore.

   E così si giunge a quelle sette semplici regole che ci donò Paracelso, operando come taumaturgo nella corrente Rosacroce – si tratta di regole semplicissime da comprendere, eppure è complicatissimo per l’uomo, specie nel mondo attuale di consumismo, informazione e instabilità, riuscire a rispettarne anche solo una:

1.     Migliorare e ricercare la salute del corpo.

2.     Bandire dalla propria mente pessimismo, rabbia, rancore, odio, noia, tristezza, vendetta e povertà. Rifuggire le persone maldicenti, viziose, vili, pigre, pettegole, vanitose o volgari e inferiori per naturali limiti di comprensione o per argomenti sensuali che costituiscono la base dei loro discorsi o occupazioni.

3.     Fare tutto il bene che è possibile.

4.     Dimenticare ogni offesa: l’anima è un tempio che non deve mai essere profanato dall’odio.

5.     Raccogliersi ogni giorno, per qualche minuto almeno, in meditazione e in silenzio per rafforzare il cervello e lo Spirito e lasciare parlare la Voce Interiore (il “demone” di cui parlava Socrate).

6.     Mantenere il silenzio sulle proprie cose personali e astenersi dal riferire tutto quello che si pensa, ascolta, conosce, impara, sospetta o scopre – almeno per lungo tempo.

7.     Non temere gli esseri umani e non avere paura del domani; mantenere il cuore forte e puro. Il solo nemico da temere è quello interiore a ciascun essere umano. Fuggire tanto dall’umiltà quanto dalla vanità: l’umiltà sottrae forze e la vanità è dannosa.

Dunque, spesso e volentieri, s’intese la via dell’alchimia come via della scienza della trasmutazione dell’anima, attraverso passaggi simbolici che riconducevano gli elementi alchemici a elementi dell’anima e, da qui, alla salute dell’anima e del corpo. Il forno alchemico, l’Athanor, il “Senza morte”, rappresentava in tal senso lo spazio esteriore dell’anima e gli esperimenti condotti erano, in realtà, come già abbiamo detto, profondissime esperienze spirituali che permettevano di divenire partecipi della realtà dei mondi spirituali e dell’individualità spirituale incarnata nell’uomo.

In sostanza – e per concludere – ci troviamo di fronte, con Paracelso, ad uno dei primi terapeuti olistici di ogni tempo: il libro vi spiegherà e narrerà, con semplicità e naturalezza, gli elementi cardine del suo operato. 

Data inserimento: Giovedì, 23 Aprile 2020