ALBA MORTALE di Giuseppe Kalowski,

Tel Aviv,

1 settembre 2024

 

 

 

Triste, tristissimo risveglio qui in Israele, per noi tutti.

Forse meno per quelli che da quasi un anno non hanno fatto "una piega" di fronte allo scempio del 7 ottobre e al rapimento di 250 persone di 30 nazionalità diverse. L'Onu e la Croce Rossa sono la vergogna dei nostri tempi.

Ieri sera era già stato comunicato il ritrovamento di alcuni corpi senza vita ed io, probabilmente inconsciamente, mi sono svegliato tardi questa mattina, come se volessi evitare l'inevitabile notizia, come se non volessi scoprire la penosa realtà....

Israele è sotto shock, incredula: si teme un'ulteriore spaccatura tra chi vuole un accordo a qualsiasi costo, pur di salvare coloro che si spera siano ancora in vita, e gli altri, che invece non vogliono cedere di fronte a condizioni ritenute inaccettabili.

In questa situazione, la notizia dell'uccisione di tre poliziotti israeliani in Cisgiordania, vittime di un agguato mentre erano in macchina, è passata in sordina.

Hamas purtroppo "gioca" in modo molto abile su questa divisione: nonostante sia sull'orlo della catastrofe, riesce con un cinismo incredibile a penetrare le corde emotive della società israeliana.

Si prevedono nelle prossime ore grandi manifestazioni contro l'attuale governo, che a loro volta saranno usate dai media occidentali per cercare di dimostrare l'inadeguatezza di Netanyahu.

Non so quale possa essere la scelta giusta, ma serve una svolta, una decisione coraggiosa.

Quale?

Non lo so.

Ma condivido le parole di Netanyahu, parole con le quali ha concluso il suo breve discorso poco fa in tv:

«Chi uccide gli ostaggi non vuole un accordo»...