È L'ORA DELLA VERITÀ

 

di Giuseppe Kalowski, da Tel Aviv, 20 agosto 2024

 

 

Negli ultimi giorni, a seguito “dell'operazione chirurgica” a Teheran che ha eliminato il terrorista Hanye, gli avvenimenti si susseguono in modo molto rapido, quasi vertiginoso.

Qui a Tel Aviv il “mood” della gente lo si intuisce da quanto sono affollati o meno il centro della città o la spiaggia.

È un'altalena continua, inconfessata, di paura e sospiro di sollievo...

Ci si avvicina rapidamente alla maledetta ricorrenza del 7 ottobre ma nel frattempo quello che sta accadendo qui è un groviglio, quasi inestricabile, di polemiche politiche.

Ed è notizia di oggi che nella notte le nostre forze hanno recuperato i corpi di sei dei nostri ostaggi che erano prigionieri dell'organizzazione terroristica assassina di Hamas: Avraham Munder, Alex Dancyg, Chaim Peri, Yagev Buchshtav, Yoram Metzger e Nadav Popplewell.

“I nostri cuori sono addolorati per questa terribile perdita”, così ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu dopo che l'esercito (Idf) ha recuperato i cadaveri dei sei ostaggi .

I due ministri Ben Gvir e Smotrich, che ricattano il governo, pena la sua caduta, vengono ripresi non solo dall'opposizione,  ma anche da Netanyahu e dagli altri partiti religiosi che formano la coalizione di governo. L'ultima uscita dell'ormai famoso, direi famigerato, ministro per la Sicurezza interna Ben Gvir è stata sulla spianata delle Moschee in cui ha dichiarato in modo inequivocabile che non bisogna andare a Doha o al Cairo a trattare la liberazione degli ostaggi ma intensificare la guerra a Gaza fino alla totale eliminazione di Hamas.

La sua visita alla spianata e la relativa dichiarazione fatta sul posto hanno fatto inorridire Israele intera, anche il Rabbino Capo Sefardita Itzhak Iosef.

Un comitato di 5 saggi religiosi ha condannato l'avvenimento: agli Ebrei è vietato calpestare il luogo dei Santuari distrutti e allo stesso tempo è stato violato il famoso “status quo” del 1967 con la Giordania in cui agli Ebrei è vietato pregare sulla spianata.

Insomma in un periodo di già fortissime divisioni interne se ne è aggiunta un'altra tra le tre componenti religiose al governo; nel frattempo la guerra a Gaza continua con inevitabili perdite umane e il nord d'Israele è in fiamme con una guerra di attrito senza precedenti.

7 500 razzi e centinaia di bombe Rpg sono stati lanciati a oggi dal Libano: è una situazione di allarme e pericolo continuo che va dal Golan fino al Mediterraneo lungo tutto il confine, con obiettivi che lentamente ma inesorabilmente vanno sempre più in profondità nel territorio israeliano.

A infiammare ancora di più la situazione ci ha pensato il ministro delle finanze Smotrich, compagno di Ben Gvir, dichiarando pubblicamente di continuare a sovvenzionare i religiosi ultraortodossi renitenti alla leva nonostante l'ordine contrario della Corte Suprema.

A questo punto una riflessione è doverosa.

Mentre il governo tenta, con Blinken arrivato a Tel Aviv e un tentativo di attentato suicida sempre a Tel Aviv dopo 18 anni dall'ultimo, tra Doha e il Cairo, di sbloccare la situazione, la domanda che mi pongo è : ma chi comanda in Israele oggi? A me non è chiaro.

Mi sembra si “navighi a vista” e si prendano decisioni per mantenere un equilibrio sempre più traballante, sull'orlo del tracollo. Il governo prende decisioni in base alla sua possibilità di sopravvivenza e non in conformità a una visione strategica.

Si va avanti cercando di fare contenti tutti, provocando in realtà l'esatto contrario. Questo approccio politico ha provocato la profonda spaccatura all'interno dell'opinione pubblica israeliana,  dopo un'iniziale unità dovuta alla guerra il modus vivendi del governo ha ulteriormente acuito la divisione.

La si può pensare come si vuole, con opinioni legittimamente diverse, ma Bibi, per dimostrare di essere uno statista, deve prendere decisioni che potrebbero mettere a rischio il suo governo e la sua premiership.

Non ha alternative, se vuole il bene e la salvezza d' Israele.