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Dans le cadre de « L’Année de la France à la VUB - 2018-2019 » et de la « Chaire Pierre- Théodore Verhaegen », le Groupe de Recherche Interdisciplinaire de la VUB ( Université Libre de Bruxelles) sur la Franc-maçonnerie, a organisé le lundi 26 novembre 2018 une journée d’études au cours de laquelle la franc-maçonnerie française et la franc-maçonnerie belge ont été situées dans une perspective historique comparative. Ici l'intervention d'Alain de KEGHEL parlant au titre de la S.EU.RE:
Nous venons d’entendre des exposés qui plantent parfaitement les décors maçonniques en Belgique et en France à partir d’une série d’éclairages riches de diversité et puisant aux sources rigoureuses de l’histoire à partir des fonds d'archives de diverses origines. C’est aussi le reflet de ce que j’appellerai la galaxie maçonnique. Par essence, elle est à la fois universelle et polymorphe. Donc souvent difficile à saisir à partir de grilles de lecture classiques.
Pour ma part, il me revient de tenter d’aborder le contexte international dans lequel se situent ce que j’appellerai les tensions entre forces centrifuges et forces centripètes. Ceci s’applique aussi aux relations inter obédientielles entre les corps maçonniques par delà les frontières des deux pays considérés, le poids de la doxa à l’état pur qui n’étant pas le seul à prendre en compte. Sans m’étendre sur les différences doctrinales, je retiendrai plutôt le poids dont pèsent les intérêts géopolitiques et ce depuis quasiment les origines de l’Ordre maçonnique. Michel Barat, ancien Grand Maître de la GLDF a pu écrire à ce sujet : « L’histoire n’est pas une exploration des temps révolus ; elle est bien plus une mise au jour de ce que nous fîmes pour mettre à jour ce que nous sommes. »[1]
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Le dernier volume de la Revue annuelle publiée par la S.EU.RE vient de sortir en juillet 2018. Au sommaire figure notamment (en pages 59 à 69) un important article rétrospectif publié à l'initiative de la Loge d'Études et de Recherche AD EUROPAM: "La revue Humanisme et la construction européenne 1958-2015". www.eticaedizioni.it en recommande la lecture à toutes celles et tous ceux qui s'intéressent à la Construction européenne. | Il recente volume della Rivista annuale pubblicata dalla S.EU.RE è stato pubblicato nello scorso luglio 2018. Nell'indice compare, tra gli altri, (pp. 59 - 69), un importante articolo retrospettivo pubblicato per iniziativa della Loggia di Studi e di Ricerca AD EUROPAM: "La revue Humanisme et la construction européenne 1958-2015". www.eticaedizioni.it ne raccomanda la lettura a tutte le lettrici e a tutti i lettori interessati alla Costruzione europea. |
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Discorso di apertura.
In apertura del terzo simposio internazionale organizzato dalla S.EU.RE a Bourges, sabato 26 novembre 2016, il Presidente di S.EU.RE-FRANCIA, Alain de Keghel, ha presentato i relatori, Jürgen Wertheimer (Germania), Ercüment Erdem (Turchia), Joan-Francesc Pont-Clemente (Spagna) e Jean Delfaud (Francia), ringraziandoli per avere accettato l’invito a contribuire a uno scambio di opinioni sul tema “secolarismo / laicità” con l’ambizione comune di portare ognuno “il proprio contributo alla necessaria azione di controllo e recupero degli spazi di libertà, oggi a rischio di regresso”.
L’Europa al bivio fra secolarismo e rinnovamento del religioso.
Jürgen Wertheimer attinge nella letteratura francese e tedesca – da Racine a Diderot, da Voltaire e Rousseau fino a Lessing e al suo famoso “Nathan il saggio” – per esporne le virtù. Mette in guardia contro le minacce che oggi pesano sul secolarismo in Germania, ma più in generale sugli spazi di pensiero che si sono liberati in un’Europa ormai soggetta a un “neoclericalismo” esogeno, finalizzato a rimettere in discussione i progressi dei Lumi. Un’Europa fredda che fatica a trovare giuste risposte alle nuove problematiche e sfide poste al secolarismo dalle ondate di migrazione legate ai conflitti regionali in Medio Oriente, ma anche all’indigenza umana provocata in Africa dai focolai regionali di guerra. A questo proposito, la gestione politica appare all’autore pericolosamente deficitaria. Egli constata un ritorno verso le religioni in molti paesi dell’Unione Europea e prende ad esempio la Germania e il suo potente vicino, la Russia di Putin, l’agnostico calcolatore, per denunciare gli effetti che produce il concetto di religione di Stato. Gli approcci e le norme minacciano gli spazi di libertà. L’eredità dei Lumi sembra dunque in pericolo. Secondo lui, solo la letteratura insegna l’arte di prendere le cose sul serio e nello stesso tempo a mettersi in gioco. Non è più il tempo dei filosofi maestri del dogma, ma della letteratura, stimolo intellettuale, che lascia ampi spazi alla visione del singolo individuo.
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Il Grande Architetto dell’Universo.
Da Platone a Newton.
Presente nelle costituzioni d’Anderson, regolarmente invocata in molte pratiche massoniche, considerata come un inamovibile vademecum da alcuni, valutata con grande cautela da altri, la nozione del G.A.D.L.U. non riscuote l’unanimità dei Massoni.
Dobbiamo sapere, in primo luogo, che essi non hanno dato origine a questa formula, divenuta poi canonica. E nemmeno ne detengono la prerogativa dell’uso esclusivo. Come risulta dall’analisi genealogica, la formula si è tramandata attraverso i secoli, da Platone, che ne fu l’iniziatore, a Cicerone, Boezio, Pico della Mirandola e Galileo. Fu nel secolo dei Lumi che trovò la sua espressione più evoluta nella fisica newtoniana. Per Newton, infatti, i Principia non sono unicamente mathematica. Contengono una buona parte d’influenza divina e sono ispirati da una metafisica più implicita e sottostante di quanto appaia a prima vista. Questa influenza, resa famosa da Voltaire dalla metafora del Grande Orologiaio, è quella del deismo, propria all’ideologia di quel secolo. Si pensa, troppo spesso e sempre sotto l’aspetto della critica, che i Lumi siano il sommo grado della razionalità. Questo è molto lontano dall’essere vero.
Dobbiamo attribuire a Desaguliers, fedele discepolo e seguace di Newton, la paternità dell’introduzione di questa nozione di Grande Architetto nella culla della massoneria nascente. Le ragioni sono semplici: ottenere il massimo accordo tra le diverse credenze, partendo da un contenuto minimo accettabile da tutte. Tra cattolici, anglicani, presbiteriani e altri, fu il deismo la soluzione di questo equilibrio tra massimi e minimi. Si cercava l’amalgama costitutivo del consenso sociale per mettersi al sicuro dai dibattiti sterili, talvolta suicidi, tra fautori di credenze contrastanti.
Forse, Desaguliers non ha mai conosciuto la diacronia di questa nozione generata da Platone. Gli sarebbe bastato leggere Calvino, che allude, anche lui, al “Divino Architetto”.
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L’Europa e la Massoneria oggi.
Nel suo intervento, Christoph MEISTER si è affidato alle riflessioni che gli giungono dal dibattito europeo in ambito culturale e politico. Si è fatto paladino di un ruolo più partecipe e attivo dei massoni. Mettendo da parte le controversie di parte, fonte di attriti, i massoni non dovrebbero escludere dalla sfera dei loro scambi di opinione, sia all’interno delle logge, sia all’esterno oltre frontiera, le questioni dibattute in ambito europeo.
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Le Président de la Société Européenne d’Etudes et de Recherches Ecossaises
S.EU.RE-France
et les membres du Conseil d’Administration
Vous souhaitent une bonne et heureuse année studieuse, harmonieuse et riche en rencontres et découvertes dans la diversité
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