Quando gli autocrati affascinano i democratici - 07 marzo 2022
di Jean-Dominique Giuliani
Laurea in Giurisprudenza - Laureato dell'Istituto di Studi Politici, Revisore dei conti presso l'Istituto di Studi Avanzati della Difesa Nazionale - 44a sessione
Cavaliere della Legion d'Onore, Ufficiale dell'Ordine Nazionale al Merito, Gran Croce Federale al Merito della Germania, Commendatore dell'Ordine di Gediminas (Lituania), del Servizio Nazionale della Romania, della Repubblica di Ungheria e titolare di altre decorazioni.
Traduzione dal francese a cura di Barbara de Munari
Fonte: FONDAZIONE ROBERT SCHUMANN – Parigi, Bruxelles
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È sempre più sorprendente quanto gli autocrati affascinino i democratici.
Come tra le due guerre mondiali del XX secolo, un dittatore che usa menzogne e violenza, nonostante il rifiuto della sua parola, trova difensori, anche promotori, all'interno di paesi di libertà.
Dopo essere stato messo in scena, pescando, cacciando, nuotando, pregando, ballando, volando, etc. per scopi di propaganda interna in seno a un Paese che ha sempre mitizzato l'immagine dello zar, Putin, sbarcato da un altro mondo, ha riportato la guerra in l'Europa e ha ricevuto il sostegno di una parte – certamente minoritaria – delle élite del continente.
Certamente stimola il sogno di alcuni di un potere forte, possibilmente maschio e dominante, seguace della forza bruta e brutale, della virilità muscolare. Quest’attrazione per l'autocrate lo rende, a torto, il protagonista del momento e l'argomento di tutte le conversazioni. Questo personaggio, tuttavia, non è uno stratega. È un opportunista di medio profilo. Come gli autocrati del secolo scorso, con un passato spesso criminale, la sua storia professionale è piuttosto segnata da fallimenti e mediocrità. I suoi rapporti con il denaro sono opachi e sospetti. Il semplicismo del suo discorso seduce le menti deboli, il suo antiamericanismo lusinga gli amareggiati dell'Occidente. Gli estremisti di tutte le convinzioni se ne compiacciono. La violenza che incarna, unita al suo passato di spia, sembra ipnotizzare gli ignoranti o commuovere alcuni cinici, che sono felici di diffondere la paura che egli desidera suscitare nell'Europa democratica.
Questo è tutt'altro che giustificato.
Sebbene la situazione sia grave, con gli Ucraini presi in ostaggio che stanno pagando un prezzo esorbitante per la loro resistenza, la verità meriterebbe più attenzione. Il suo isolamento è già una sconfitta. L'immagine del suo paese è danneggiata per lungo tempo, la sua economia ancora più a lungo. Le difficoltà del suo esercito ci ricordano che è ben lungi dall'eguagliare le forze europee. Se non possiamo ancora dire che è impantanato, è ovvio che stia affrontando un'opposizione forte e coraggiosa che gli Europei sosterranno nel tempo.
Nulla potrebbe quindi giustificare questo quasi-fascino per un personaggio di cui la cui storia condannerà sicuramente l'azione. Nel XX secolo, fu dopo l'attuazione delle loro politiche che l'obbrobrio generale cadde su dittatori che si chiamavano Stalin, Hitler, Mussolini, Mao. Nel XXI secolo ciò avviene non appena essi compaiono.