La nuova edizione Einaudi della Bibbia si caratterizza innanzitutto per la nuova traduzione, non confessionale, cioè non concordata con la Cei, frutto del lavoro di un’équipe di filologi ed esegeti fra i più autorevoli al mondo, profondi conoscitori dell’ebraico, dell’aramaico e del greco.
Una traduzione che vuole rendere accessibile il testo biblico al lettore odierno, ma senza omogeneizzare le sue asperità linguistiche, culturali e teologiche.
Di grande rilievo anche il commento, con cappelli introduttivi che contestualizzano ogni libro con indicazioni di tipo storico e filologico, ma anche narratologico e stilistico.
Come sempre nei Millenni, molte cure riguardano l’apparato illustrativo, che si sviluppa in 50 tavole fuori testo disseminate nei tre volumi, ed è curato da François Boespflug e da Manuela Fogliadini, tra i massimi esperti di storia dell’arte e iconologia cristiana (Boespflug ha pubblicato per Einaudi Le immagini di Dio. Una storia dell’Eterno nell’arte).
Sono spesso immagini non consuete che vanno dall’epoca paleocristiana a opere di artisti contemporanei, con schede dettagliate che illustrano la storia dell’opera e il suo rapporto con il passo biblico rappresentato.
Il lavoro a questa nuova edizione della Bibbia è iniziato nel 2016.
Nel corso di cinque anni sono state innumerevoli le riunioni svolte al Monastero di Bose e, nell’ultimo periodo, a Roma presso il Pontificio Istituto Biblico.
Il risultato è un’edizione di indubbio prestigio e con una grande potenzialità di pubblico.
È una Bibbia cristiana, che però può interessare i lettori laici per il suo rigore scientifico e per l’assoluta mancanza di censure preventive.
È una Bibbia fatta da studiosi, ma non solo per studiosi.
È stata pensata per un pubblico colto, il più ampio possibile.
È infine una Bibbia che risente della personalità di Enzo Bianchi, intellettuale raffinato e uomo di grandi capacità pratiche.
In grado di unire nelle stesse meditazioni persone di fede e formazione diversissime.