RIPENSARE L'ORDINE MASSONICO NEL XXI SECOLO – Traccia di riflessione
Un dialogo fraterno.
Dobbiamo pensare che l'Ordine, tre secoli dopo la sua comparsa strutturata, lungi dal distinguersi per la sua ammirevole ambizione di far uscire il Cosmo dal Caos, cioè Ordo ab Chao, divisa emblematica del RSAA, sia ora minacciato dal suo esatto contrario in se stesso?
Tale è l’oggetto di questo libro. Lungi dall'affondare nel "declinismo", che pure tenta alcuni, si sforza di identificare, attraverso l'osservazione e l'analisi critica del nostro spazio massonico contemporaneo e aldilà delle frontiere nazionali, gli ostacoli che ancora frenano la capacità di compiere la missione di riunire ciò che è sparso – dovendo una nobile ambizione consentire a donne e uomini di sfuggire alla loro caotica condizione iniziale, cercando di elevarsi a uno stato superiore ordinato, contrassegnato dalla ragione e dalla lucidità. Uno stato cui si può giungere solo attraverso un lavoro incessante. È raro che l'uomo, segnato dai suoi limiti, non soccomba alla tentazione del caos verso il quale lo conducono l'eccesso, la smodatezza, la passione, vale a dire la sua hubris. Un male che purtroppo prevale troppo spesso nelle logge e ancor di più a livello delle strutture amministrative, anche definite, abusivamente o impropriamente, come "poteri massonici".
I due autori, uno francese, già Gran Commendatore e l'altro belga, avendo ricoperto responsabilità in una obbedienza, entrambi nutriti di una lunga esperienza massonica, hanno scelto di scrivere queste pagine a quattro mani, come liberi massoni in libere logge, secondo la formula che per loro non è una vuota dichiarazione. Proveranno così insieme a proporre la propria visione del posto cui dobbiamo aspirare e, ragionevolmente, da prendere in considerazione per un Ordine di cui ogni membro, ne siamo sempre più convinti, ha la vocazione a lavorare, individualmente ma in modo ordinato, per migliorare la condizione umana e la società. Alcuni ci diranno giustamente: si tratta di un atto di fede! E di quale Ordine parliamo oggi? E di quale Ordine in quale società? E quale parte ha in tutto ciò la spiritualità, la "tradizione massonica" interpretata in modo così vario, che tuttavia afferma la propria vocazione "universale" ed è gravemente maltrattata da antagonismi tanto irriducibili quanto insignificanti?
Si tratta di una situazione evidentemente paradossale in un XXI secolo in pieno cambiamento, dove si trovano a fianco a fianco una prosperità insolente, più che mai malamente condivisa, di alcuni, e una terribile miseria su larga scala. Una società in cui viene rimesso in causa l'universalismo dell'Illuminismo. Una società globalizzata in cui gli ammortizzatori sociali faticano a rispondere, in un'accelerazione incessante, alle esigenze poste da cambiamenti demografici senza precedenti, accompagnati da sconvolgimenti nel mondo del lavoro, dell'istruzione, della cultura, dell'economia, della finanza, della scienza e della tecnica, dell’intelligenza artificiale. L'elenco non è completo. E questo è ciò che ci fa girare la testa e nutre il nostro senso d’impotenza, per noi che accettiamo le sfide o, più umilmente e realisticamente, proviamo a portare la nostra parte di peso, per modesto che sia.
Qui sorge, necessariamente, la lancinante domanda dell’esteriorizzazione e il dibattito sul famoso segreto, così spesso denunciato e fonte di profondi malintesi. La loggia raggiunge il proprio obiettivo solo ponendosi come il motore immobile dell'Universo, il mozzo della Ruota Cosmica. Non è quindi il luogo della discussione dell'azione, è il luogo della Non-Azione. Vista dall'esterno può quindi apparire congelata nell'immobilità e nel conservatorismo. In realtà non è così. È uno spazio sacro in cui il lavoro del Massone non si ferma mai, perché egli non aspira al riposo. Quest’opera presenta un panorama globale che abbraccia la questione del divenire dell'Ordine massonico nel suo insieme e propone di riflettere su tutti questi elementi in gioco, partendo da un dialogo critico privo di a priori.
©2020, Alain de Keghel
©2020, trad. dal francese a cura di Barbara de Munari