Sembra uno strano gioco dell’oca il secondo libro di Giulio Natali, dal titolo “Soste Forzate”, ma non lo è. Potrebbe essere una specie di caduta in un inferno dantesco, senza però un crescendo di colpe e peccatori.

       In realtà si è scelto di rappresentarlo con il tragitto tortuoso, senza inizio e senza fine – tranne la Volontà di Essere e di Vivere – di un treno fantasma che appare e scompare a ogni stazione, lasciando durante il tragitto immagini fugaci e terribili come nel racconto “Assassinio sul treno” di Agatha Christie, e viene in mente il film “Il Giorno della Marmotta” con il suo loop temporale e l’ossessione di “I got You Babe” di Sonny & Cher.

       Con la precisione di un chirurgo dell’anima, l’autore narra ventinove storie tutte diverse tra loro eppure così affini, e inafferrabili completamente a una prima lettura. In realtà ne occorrono molte di letture, ma, sin dall’inizio, le ventinove storie s’imprimono con stupefacente verità, con i loro drammi, nell’anima di chi legge. La scrittura di Giulio Natali è sobria, sincera, efficace, a volte ironica, mai superficiale, sempre empatica, in alcuni casi cinica e disincantata, ma solo così riesce a descrivere enormi concentrati di energie fisiche e intellettuali senza una vera direzione – e il tragitto tortuoso dei binari del treno fantasma è la perfetta rappresentazione plastica di una potenzialità drammatica, destinata alla corruzione e al fallimento.

       Verrebbe da citare Aleksandr Puškin: Non c'è traccia della strada, ci siam persi, che facciamo? Un demonio ci conduce e ci porta in qua e in là.

       L’autore descrive il tormento intimo dei suoi personaggi, in realtà amandoli e comprendendoli, e utilizzando la compassione in polemica contro la crisi e la decadenza morale di un mondo, composto di più mondi, che si avvita miserevolmente su se stesso, sulle proprie colpe e sulle proprie ansie. La denuncia implicita, di alcuni personaggi, della propria incapacità, diviene l’ammissione di un senso di colpa che essi non sanno o non possono accettare, e il “demone” che vuole porsi al di sopra del giudizio di un altro, diverso da lui, finisce però con il ricercarne l’approvazione.

       Spesso, i racconti sono soliloqui che si nutrono della parola altrui, la prevedono o la anticipano, rivelando i profondi dissidi interiori che cercano di mascherare.

       Si tratta di storie di persone qualunque, di volti nella folla, storie di presenze assenti o di assenze presenti che, nel preciso istante in cui muovono una tessera della loro vita, nel tentativo di migliorare la propria esistenza, scatenano un domino che sfugge totalmente al loro controllo – e le conseguenze di un’unica azione sono terribili, ma anche completamente impreviste. E chi è Invisibile scompare. Affonda nella solitudine. C'è, ma è come se non ci fosse. E non c'è spazio per una seconda possibilità.

    L’unica salvezza consiste nel “Provare a Essere”, nel “Voler Essere”, senza smettere di interrogarsi sull’abisso. Ed è questo il difficile, il faticoso e il bello della vita. In alto, in basso, lontano, negli abissi, e tra gli angeli, anche se tutto sembra assurdo, insensato, insignificante.   

             

       In questo libro il mondo sembra essersi creato da solo: tutto si muove, tutto ritorna e poi si perde nel vuoto, irrazionale e incomprensibile – e ogni racconto è un mondo, un universo a se stante, e comprende quasi tutto e, prima di tutto, quella enorme potenzialità che ci è data di “Essere per Vivere”.

 

Anche in questa occasione il ricavato derivante dai diritti d'autore verrà interamente devoluto in beneficenza; in questo caso a WeWorld Onlus.

Per il primo libro di Giulio Natali, “Questioni di Testa”, il ricavato della vendita va invece in Beneficenza alla Lega del Filo d'Oro – ONLUS [https://www.eticaedizioni.it/joomla/news/353-recensione-questioni-di-testa].