A PROPOSITO DELLA CORRUZIONE
di Pedro Carmelo Mazzoni
Traduzione dallo spagnolo a cura di Barbara de Munari
La corruzione nasce all'interno della società, la quale è composta di tutta una serie di abitanti (individui) la cui cultura è variabile in base alla loro educazione, insegnamento familiare, circostanze dell'epoca e altre specifiche e generali peculiarità che contribuiscono alla formazione integrale dell'essere.
Indubbiamente chi ha il mandato del popolo per governare ha una responsabilità maggiore degli altri, ma questo non esclude del tutto la responsabilità del resto della società.
La corruzione è antica quanto l'uomo stesso e solo una chiara educazione può contrastarla interiormente. E quando si parla di educazione, tutto inizia con la famiglia e lasciare tutto allo stato significa totale ignoranza, indifferenza e mancanza di amore.
Una politica educativa correttamente attuata contribuirà indubbiamente alla riduzione della corruzione, ma non sarà mai completamente combattuta perché è in qualche modo radicata nella condizione umana. Quando riconosciamo che in ognuno di noi, attraverso il famoso "conosci te stesso", c'è il seme di tutto questo, la società nel suo insieme potrà compiere una svolta sostanziale verso l'etica e i valori che devono prevalere in qualsiasi società sana.
È NOSTRO OBBLIGO PERSONALE COMBATTERE LA CORRUZIONE NEI DIVERSI AMBITI IN CUI DOBBIAMO AGIRE SE VERAMENTE VOGLIAMO RIDURLA AL MINIMO.
E qui riporto il pensiero di Miguel Seguró (Biografia. Miguel Seguró (1979), ricercatore presso la Cattedra Ethos dell'Università Ramon Llull e professore di Filosofia presso l'Università Aperta della Catalogna. Coordinatore della rivista Argumenta Philosophica. Journal of the Encyclopaedia Herder).
Scrive Miquel Seguró nella presentazione del libro Stanco della corruzione: "Siamo stanchi e vogliamo esprimerlo, in modo che nessuno ci chieda in futuro: perché non hai fatto qualcosa?
C'è molto di più in ballo che non il denaro rubato. La corruzione mette a repentaglio il futuro stesso di qualsiasi società democratica, quindi non possiamo rimanere in silenzio. La parola è l'unica arma che abbiamo. Potrà non portarci da nessuna parte; ai corrotti potranno non interessare le nostre parole, ma, per favore, almeno non rinunciamo a esse. Almeno diciamo forte e chiaro che non c'è nessun diritto alla corruzione, che basta, che siamo stanchi! (...)
Sappiamo che il problema della corruzione non è nuovo, ma chiediamoci: da dove viene? Di chi è la colpa? Si può superare? Vorrei che fossero loro, "i mandanti", l'origine di ogni male. Eppure la corruzione sembra essere qualcosa di "umano, troppo umano".
Come le due facce di una moneta: ha a che fare sia con la struttura del potere sociale e le sue ombre sia con l'ambiguità antropologica che ognuno di noi rappresenta. E l'una senza l'altra è impensabile".
La corruzione è il peccato che, invece di essere riconosciuto come tale e renderci umili, si eleva a sistema, diventa abitudine mentale e stile di vita (...).
La corruzione non è un atto, ma una condizione, uno stato personale e sociale in cui ci si abitua a vivere.