Si svolgerà dal 12 al 14 settembre a Bologna il G20 Interfaith Forum 2021, una delle più importanti iniziative collaterali al G20, che quest’anno è guidato dalla presidenza italiana.
Il tema centrale attorno al quale ruoteranno le attività e i lavori del Forum è “Time to Heal”, il tempo della guarigione.
“L’obiettivo del G20 è quello di costruire uno spazio di incontro e di dialogo, non solo fra capi religiosi, ma anche fra autorità politiche dei Paesi e delle organizzazioni internazionali, autorità spirituali e figure intellettuali su temi e programmi di carattere e rilevanza globale”.
Il prologo verrà affidato al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, mentre ad aprire ufficialmente il Forum sarà la lezione del presidente della Slovenia, Borut Pahor, il cui Paese ha la presidenza del semestre europeo.
Interverranno tra gli altri:
Ø il primo ministro dello Sri Lanka, Mahinda Rajapaska,
Ø il presidente del Congresso ebraico mondiale, Ronald S. Lauder,
Ø cui seguiranno i messaggi della Adg delle Nazioni Unite Amina Mohammed
Ø e del patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
Nel corso delle giornate saranno promosse attività finalizzate a stimolare la discussione pubblica, grazie all’intervento di figure autorevoli delle relazioni internazionali, di protagonisti dei dibattiti teologici, giuridici e filosofici e dei rappresentanti delle varie comunità di fede e delle organizzazioni attive nel dialogo interreligioso.
Tra i vari interventi previsti anche quelli:
Ø del rav Riccardo di Segni,
Ø e del rav Gady Gronich dell’Ufficio rabbinico europeo,
Ø del giudice Abdel Salam dell’Alto Comitato per la Fratellanza umana di Abu Dhabi
Ø e del card. Giuseppe Betori.
Nel corso del Forum si discuterà fra gli altri una serie di proposte (policy brief) indirizzate al summit e fra esse una breve dichiarazione di impegni comuni – intesa come una sorta di Parva Charta, di sole tre righe:
· “noi non ci uccideremo”;
· “noi ci salveremo”;
· “noi ci perdoneremo”.
Un’assunzione di responsabilità nella quale leader politici, autorità di fede e produttori di conoscenza possono fare ciascuno la sua parte.
Nel corso della presentazione del programma del forum, il segretario della Fondazione Scire, Alberto Melloni, ha dichiarato: “Se ce ne fosse stato bisogno la crisi afghana ha confermato che le appartenenze religiose consegnano a chi la pratica la responsabilità di fare diventare ciascuna fede una leva di pace e rispetto e di contrastare chi fa l’opposto.
Se IF20 riuscirà a fare scrivere accanto alle tre P del programma del G20 (people, planet, prosperity) la quarta P di pace avrà reso questo appuntamento italiano fecondo”.