Convegno Internazionale del Rito Scozzese Antico Accettato
(Contributo di Henri Miller, Rappresentante del Bureau Exécutif National, Sovrano Collegio del Rito Scozzese per il Belgio)
Mio caro Fratello Antonio,
Miei Fratelli e Sorelle,
desidero anzitutto ringraziarvi per l’organizzazione tanto affettuosa di questo incontro.
Inoltre, il SGC (che non può assistere a questa riunione) e i membri del nostro BEN mi hanno incaricato di trasmettervi i sensi della loro più fraterna vicinanza.
Il nostro BEN ha esaminato il tema di questo Congresso ed è dell’avviso che si tratti di un’eccellente iniziativa che arriva al momento giusto, tenuto conto dei movimenti tumultuosi che l’Europa vive attualmente.
In effetti, quale risposta la Massoneria – ed in particolare le Giurisdizioni che lavorano al Rito Scozzese – deve o può portare alle sfide europee davanti alle quali ci troviamo?
Sappiamo tutti che, se desideriamo un’Europa armoniosa e rispettosa dei suoi cittadini, dobbiamo continuare a costruire, a prevenire e parimenti a difendere le nostre conquiste.
Ciò significa che non dobbiamo farci intimidire né dividere.
Permettetemi qualche precisazione per meglio contestualizzare il nostro dibattito odierno.
La creazione dell’Europa nasce da una grande e generosa idea “choc” donataci da Robert Schuman: e cioè che i popoli dell’Europa – ed in particolare la Germania e la Francia – non si facessero più guerra.
Per realizzare ciò, sei paesi fondatori, l’Italia, la Francia, la Germania, i Paesi Bassi, il Belgio e il Lussemburgo decisero di riunire settori industriali presenti sul loro territorio, cioè il carbone e l’acciaio. Nacque la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio nel 1951 con l’egida di un’Alta Autorità che permettesse lo scambio di informazioni e vegliasse sul futuro di queste industrie, spine dorsali del nostro sviluppo a quell’epoca. Sottolineiamo inoltre la volontà democratica di associare in questo cammino anche i proprietari ed i lavoratori.
In seguito, l’Europa si è allargata con l’adesione di nuovi paesi sino ad arrivare ai 28 attuali e a cinque atti fondamentali che arricchiscono progressivamente ambiti diversi, e cioè:
- Trattato di Lisbona (2002).
- Trattato dell’Unione Europea (2012).
- Trattato della Comunità dell’Energia Atomica (2012).
- Carta dei Diritti fondamentali (2012).
- Accordi di Schengen che riguardano la maggior parte dei paesi.
Tutte queste tappe sono state raggiunte passo dopo passo, andando tutte – malgrado, a volte, alcune reticenze nazionali – nel senso di creare una visione ed un avvenire europeo “sovranazionale”.
È in questo modo che l’Europa è divenuta una grande regione:
- Permettendo la libera circolazione delle persone e delle merci.
- Con valori democratici, temperati da una burocrazia a volte pesante.
- Con una moneta unica per la maggior parte dei paesi.
- Incoraggiando i dialoghi tra europei e promuovendo soprattutto i contatti tra i giovani, prosecutori del nostro avvenire comune.
- Ponendo l’accento sull’insegnamento e gli scambi, con particolare riferimento al programma Erasmus.
- Con consapevolezza in merito alla difesa del nostro ambiente, allo sviluppo sostenibile e rifiutando il fenomeno “Nimby” (acronimo di Not in my Back Yard, n.d.t.).
- Firmando accordi di cooperazione con i paesi in via di sviluppo.
Ma si può attualmente affermare che il compito sia terminato?
Noi non lo crediamo.
In effetti, non chiudiamo gli occhi e guardiamo:
- La persistenza degli Stati nazione e i loro propri interessi.
- L’oblìo di politiche nazionali che rimangono nella sfera delle competenze nazionali.
- Una politica economica zoppa, che si caratterizza soprattutto per una mancanza di armonia fiscale che permette speculazioni fiscali tra paesi.
E, attualmente, l’Europa è posta di fronte a due grandi sfide:
- Un’ondata di immigranti senza precedenti, che cercano di fuggire da zone di conflitti spaventosi o che cercano semplicemente di avere accesso a condizioni di vita più umane.
- Un’ondata di attentati commessi da gruppi religiosi che vogliono ricondurci verso un oscurantismo medioevale, scalzando alcuni valori fondamentali della Massoneria ed in particolare, tra gli altri:
- La mancanza di rispetto per la donna.
- Un potere religioso che interferisce ad ogni livello nella gestione della società.
- Il rifiuto delle nostre tradizioni europee.
Questi due fenomeni trascinano e accentuano, tra gli altri, in seno alle nostre popolazioni, movimenti nazional-populisti che attentano ai nostri valori.
Ci sembra dunque che l’Europa si trovi all’incrocio di strade, in senso democratico, economico e sociale, tra:
- Una costruzione incompiuta.
- L’interferenza del fattore religioso nell’ambito sociale.
- Gli accenti nazionalisti centrifughi.
- Il bisogno di ripensare su di noi, perché siamo all’alba di una nuova economia mondiale della quale non si vedono ancora tutti gli aspetti.
Quale è il ruolo della Massoneria di fronte a queste constatazioni?
Possiamo restare indifferenti senza contemporaneamente rinnegare noi stessi?
Che cosa possiamo fare affinché i nostri valori di libertà di coscienza, di giustizia, di fratellanza non restino confinati solo nelle nostre Logge?
Dobbiamo oltrepassare le porte del Tempio? E se sì, come?
Dobbiamo dunque interrogarci su:
- L’impegno o meno della Massoneria nel mondo profano.
- L’impegno delle Giurisdizioni degli Alti Gradi, tenendo conto delle loro specificità.
Iniziamo a parlare anzitutto della nostra Giurisdizione.
La nostra Giurisdizione si caratterizza per:
- Il carattere adogmatico, che permette la libertà di coscienza di tutti i suoi membri così come la circolazione delle idee.
- La libertà e sovranità di tutte le Logge, premessa per un funzionamento democratico.
Una delle nostre particolarità consiste anche nel non essere legata ad una Obbedienza. Per quanto la maggioranza dei nostri membri provengano dal Grande Oriente del Belgio, noi accogliamo Fratelli provenienti da Obbedienze varie con le quali il GOB ha stipulato trattati di amicizia o di riconoscimento: Gran Loggia del Belgio, Droit Humain, Memphis Misraïm, Lithos.
Per quanto riguarda la nostra posizione di fronte all’Europa, la nostra volontà è quella di difendere e di continuare a costruire i nostri valori, ponendo un’attenzione particolare su:
- L’affermazione che l’antidoto allo strapotere della religione consiste nell’immunizzare la società per mezzo della cultura, la scienza e l’istruzione.
- L’uguaglianza tra tutti gli esseri umani senza distinzione di razza, di sesso, di credenze.
- La separazione netta tra potere temporale e potere religioso.
- La libertà di coscienza che permette a ciascuno di seguire la propria via.
- L’incoraggiamento al dialogo tra tutti i cittadini.
- Il rifiuto che l’Europa sia il porta-parola di un pensiero unico.
- L’accesso per tutti i cittadini a un insegnamento pluralista di qualità.
Se vogliamo difendere questi ideali, dobbiamo pronunciarci in merito al nostro impegno come Giurisdizione ed in merito alla questione ricorrente dell’esteriorizzazione.
Ma non possiamo ignorare il modo in cui i nostri Fratelli considerano il loro lavoro massonico e perpetuano le tradizioni del RSAA, rispettando assolutamente le concezioni individuali di ciascuno:
- Per alcuni Fratelli lo scopo esclusivo del proprio lavoro massonico consiste nel tagliare e scolpire la propria pietra: si tratta di una loro scelta e sono liberi di farlo.
- Altri Fratelli ritengono che questo stesso lavoro possa completarsi con un impegno anche nel mondo profano (filosofico, politico, sindacalista…): anche qui, si tratta di una loro scelta.
È dunque difficile per la nostra Giurisdizione potersi esteriorizzare da sola nei confronti del mondo profano e riteniamo che sarebbe tempo di aprire un dialogo con le altre Giurisdizioni degli Alti Gradi del Belgio.
Lasciamo libera responsabilità a ognuno nel contatto con il mondo profano, nell’ambito di quelle Obbedienze alle quali noi possiamo fornire il nostro appoggio.
Potremmo permetterci di suggerire che dopo le Riunioni Internazionali degli Alti Gradi sia resa pubblica una mozione.
Infine, nell’ambito di uno dei nostri princìpi fondamentali “Da soli non si può niente, Uniti possiamo tutto”, cerchiamo dunque di avere una presenza unita e forte a livello europeo.
Terminerò citando un poema di Martin Niemoeller, Pastore protestante, imprigionato dai Nazisti nel 1936:
Quando sono venuti a cercare i comunisti,
Io non ho detto niente, non ero comunista.
Quando sono venuti a cercare gli ebrei,
Io non ho detto niente, non ero ebreo.
Quando sono venuti a cercare i sindacalisti,
Io non ho detto niente perché non ero sindacalista.
Dopo ciò, sono venuti a cercare i cattolici,
Ma io non ho detto niente, perché non ero cattolico.
E quando sono venuti a cercarmi,
Non c’era più nessuno per dire qualcosa!
Dopo la sua liberazione da Dachau nel 1945, fino alla sua morte nel 1984, l’uomo Martin Niemoeller non ha mai più taciuto.
Si tratta di una grande lezione contro l’indifferenza.
Henri Miller
(traduzione dal francese di Barbara de Munari)