ABRAM
- Categoria: Narrativa e Biografie
- Autore: Marcello Kalowski
- Editore: ETICA Associazione Culturale
- Pagine: 206
- Prezzo: € 22,00
- ISBN: 979-12-80039-16-3
- Anno: 2024
- Note: POSTFAZIONE di Barbara de Munari
Descrizione
Per i pochi che sono riusciti a uscire vivi da Auschwitz, e sicuramente per Abram, il padre di Marcello Meir Kalowski, dopo è iniziata un’altra esistenza che in nessun caso è riuscita a costruire un ponte sospeso sopra quel recinto che la collegasse alla vita precedente. Perché se da Auschwitz qualcuno è uscito vivo, nessuno è davvero sopravvissuto.
Alla fine del secondo conflitto mondiale, e per alcuni anni a seguire, l’Europa fu percorsa in lungo e largo da un esercito di fantasmi, donne e uomini che vagavano tra le macerie di una civiltà.
Si trattava perlopiù di ebrei Ashkenaziti - provenienti cioè dall’Europa centro-orientale -miracolosamente scampati allo sterminio, ultime vestigia di una presenza ultrasecolare, che non avevano più un luogo cui fare ritorno.
Quando i cancelli dei campi di sterminio nazisti furono aperti, questo esercito di fantasmi mosse i propri passi incerti all’interno di una realtà totalmente nuova e, per molti versi, terrificante; e non solo perché la capillare, sistematica, inesorabile devastazione portata dalla guerra aveva reso il paesaggio desolato, uniforme, alieno, ma soprattutto perché in questa realtà sconosciuta ogni conosciuto riferimento morale non aveva più alcun senso.
Abram, con il suo Silenzio, è stato uno di questi: il silenzio, infatti, è stato la condizione dominante tra i pochi sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. Un silenzio difficile da interpretare. Il silenzio dei sopravvissuti è, infatti, un linguaggio complesso, articolato, con cui vengono raccontate delle storie; storie che, però, sono espressione di una diversa dimensione di pensiero e si diffondono su una frequenza, una lunghezza d’onda, difficilmente intercettabile da chi non ha vissuto quell’orrore.
Perché niente aveva fatto presagire che le nere nubi gravide di tempesta che si addensavano all’orizzonte, annunciassero o potessero far immaginare ciò che era semplicemente inimmaginabile.
I legami familiari, quelli d’amore, quelli di dolore, anche quelli che ci spezzano e ci fanno male, sono coniugati da Marcello Meir Kalowski in tutte le sfumature dei sentimenti, attraverso la narrazione delle vicende personali di suo padre Abram e della sua famiglia, prima e dopo Auschwitz - e questo è prezioso per conoscere la Storia, la Storia di tutti che comunque è una parte del tutto.
Il tentativo di annientamento di un popolo è partito infatti dal “Sapere” e dalla “Cultura”- e dalla Memoria: la memoria ha i suoi tempi, ed entrambe le cose — memoria e tempo — si possono manipolare, manomettere, trasformare.
Di quale memoria rende testimonianza Marcello Meir Kalowski in questo suo libro?
Del Male.
Del Male ontologico, primario, assoluto.
Ma anche del Male morale e fisico.
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